Cecilia Del Re: il rilancio del turismo a Firenze

Sulla situazione del turismo in Italia e la ripartenza, abbiamo intervistato l’Assessora Urbanistica, ambiente, agricoltura urbana, turismo, fiere e congressi, innovazione tecnologica, sistemi informativi, coordinamento progetti Recovery Plan, smart city, piano gestione Unesco di Firenze Cecilia Del Re. Fiorentina di origini e di nascita: classe 1982, nata e cresciuta a Firenze nel quartiere di Porta Romana, avvocato del foro di Firenze, specializzata in diritto del lavoro e Dottore di ricerca in Diritto Comparato, si è laureata a Firenze, ha studiato anche all’estero; è iscritta all’Ordine dei Giornalisti, sezione Pubblicisti. Nel 2014 è stata eletta in Consiglio comunale nelle fila del Partito Democratico. Nel 2017, viene chiamata in Giunta con le deleghe allo Sviluppo Economico e al Turismo.

Dott.ssa Del Re, la sua sedia è forse una delle più scomode in questo ultimo anno, è passata da dovere gestire una città afflitta da problemi di troppo turismo, alla stessa priva di flussi, come ha vissuto la transizione?

Quando è scoppiata la pandemia noi stavamo lavorando sulla gestione dei flussi turistici, perché il centro di Firenze è concentrato tutto in 5 kmq., tra Ponte Vecchio, l’Accademia, il Duomo. Avevamo quindi intrapreso un percorso volto a far conoscere i luoghi meno conosciuti, anche in collaborazione con gli altri comuni dell’area metropolitana.

Quali interventi sono stati messi in atto per dare sollievo, oltre quelli presi a livello nazionale, alle attività?

Abbiamo cercato in questo periodo con assenza di flussi di non stare fermi, il sindaco si impegnato, assieme ai sindaci degli altri comuni della città metropolitana e ad ANCI, a chiedere sostegni per tutti i lavoratori e le attività colpite dalla crisi. Ci siamo attivati, in ottica futura, per innalzare il livello qualitativo dell’offerta, con prodotti mirati alle attività fieristiche ad esempio. Sono stati messi a punto dei portali dedicati come Feel Florence (https://www.feelflorence.it/it/home), su cui si trova anche un’area dedicata alle guide turistiche che collaborano con noi. Il principio che ci anima è quello di orientarsi verso un turismo più eco-sostenibile, attento alle particolarità della città, stanziando € 300.000 di contributi per migliorare, ampliare e diversificare gli itinerari turistici. Abbiamo voluto valorizzare anche parchi e giardini e quindi un turismo all’aria aperta, tutto nell’ottica di farsi trovare pronti alla ripartenza.

Amministrare il turismo in una città d’arte come Firenze. La presidente della Commissione cultura del Parlamento Europeo Sabine Verheyen – che recentemente abbiamo intervistato – ricordava come la UE sia stata spiazzata nel settore cultura-eventi dalla pandemia. Per aiutare il settore, il PE ha mutato la destinazione dei Fondi Strutturali, in particolare l’Europa Creative. Ma anche come, sulla spinta del PE, la Commissione abbia introdotto, tramite il Fondo Europeo per gli investimenti, lo strumento di garanzia CCS-GF. Rispetto tutto quello che l’Europa ha messo in campo per il settore cultura-turismo-eventi, voi avete avuto accesso, usufruito, di queste iniziative comunitarie?

Abbiamo lavorato sui Fondi Europei già prima della pandemia, ora nel Recovery Plan sono previsti finanziamenti per un turismo sostenibile, anche a favore degli abitanti del centro storico per un turismo più vivibile. Il Comune ha messo a bilancio fondi che aveva già ottenuto e stavamo mettendo a punto ulteriori finanziamenti con le banche. È stato messo in piedi un portale gli affitti a lungo termine. Pensiamo a tutti quelli che affittavano appartamenti e camere ai turisti, e da oggi al domani si sono trovati senza clienti: qui, in attesa di una legislazione più precisa, abbiamo cercato di indirizzare i proprietari a rivolgere l’affitto verso smart workers, startupper o chi comunque arriva in città per una durata maggiore rispetto al turista mordi e fuggi.

Rispetto la proposta del PE sull’introduzione della Eco Label, l’etichetta per un turismo sostenibile, attuato tramite treno, vi siete già mossi per catalogare le strutture in questo senso?

Ci stiamo lavorando per arrivare a dotare anche Firenze di questo riconoscimento che attesta una maggiore eco-sostenibilità e qualità dell’offerta turistica.

Al momento il turismo passa attraverso tutta una bailamme di restrizioni che cambiano continuamente di giorno in giorno e di paese in paese, se non all’interno dello stesso paese, il portale Re-Open della UE mi pare un ottimo punto di raccolta delle informazioni. Ma non è forse poco conosciuto e pubblicizzato a livello di grande pubblico?

Tutto quello che può aiutare i cittadini a muoversi conoscendo le norme e fare ripartire il turismo è benvenuto, andremo sicuramente a vedere e valorizzare questa risorsa.

Anche a livello di certificati e pass la confusione pare totale, in realtà la realizzazione si scontra con tutta una serie di problemi e sensibilità diverse in Europa e deve conciliare tante esigenze diverse, dalla sicurezza alla privacy. Non si rischia di aumentare la confusione ai potenziali turisti andando a disincentivare vieppiù la ripartenza del turismo?

Assolutamente sì, è necessario informare le persone su quello che è possibile fare, sulle attività che possono essere svolte e quelle che invece sono chiuse. Su questo il comune si è mosso, sia tramite i propri siti istituzionali, che collaborando con gli operatori turistici sul territorio.

Firenze ha introdotto una disciplina per puntare alla vendita, nei mercati turistici del centro storico, di prodotti in prevalenza locali e italiani: una iniziativa decisamente interessante che tutela i turisti e valorizza il territorio.

Il nostro intento è di rilanciare, valorizzare, le tipicità del territorio, quindi sia prodotti commerciali offerti lungo le strade, che tramite percorsi gastronomici. Il discorso di concentrarsi sulla vendita di prodotti italiani è per tutelare la qualità dei beni offerti ai turisti valorizzando nel contempo l’artigianato e i prodotti del territorio.

Si è parlato nel webinar che abbiamo seguito dell’Ecobonus 110% per la riqualificazione alberghiera e dell’estensione del limite temporale di finanziamenti da 6 ad almeno 15 anni, su queste richieste del mondo alberghiero ci sono stati riscontri nel confronto con il governo? Rimane il tema degli affitti, ma anche il credito d’imposta usato per aiutare le aziende, in una intervista che ho fatto sull’argomento mi si faceva giustamente notare come il credito d’imposta sia utile se c’è un utile, ma questo nel 2020, e probabilmente anche nel 2021, è irreale ipotizzarlo.

Il sindaco Nardella ha incontrato il ministro dello Sviluppo Economico, la vice-ministra, che hanno assicurato che verrà fatto tutto quello che è necessario per dare sostegno finanziario agli operatori colpiti dalla crisi. Confidiamo quindi che le richieste degli operatori trovino riscontro nei prossimi provvedimenti.

Rimane un settore che porta turismo e indotto di alta capacità di spesa come fiere ed eventi, abbiamo visto che Pitti riparte a luglio. Ci sono prospettive su questo? E il coprifuoco esteso fino al 31 luglio non sarà un forte deterrente per la ripartenza del settore?

La filiera degli eventi è in ginocchio, è di estrema importanza la ripresa dell’attività fieristica. Siamo molto felici che Pitti si possa tenere in presenza, è un evento di grande importanza per la nostra città e su questo abbiamo anche sottoscritto un accordo con la Camera di Commercio e Firenze Convention Bureau per ottenere eventi e fiere internazionali. Sul coprifuoco ci può essere sicuramente un problema per l’attività congressuale, esiste un piano di riaperture per una situazione difficile che va monitorata. Alla luce dell’avanzamento della pandemia andremo a confrontarci con il governo per capire se ci sono margini di miglioramento.

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