Europa

Strategia UE per gli alloggi

In tutta l’Unione Europea, l’accesso ad alloggi dignitosi, sostenibili e a prezzi accessibili rappresenta una delle sfide sociali più urgenti. A fronte di un aumento dei costi abitativi, della carenza di edilizia pubblica e del fenomeno della gentrificazione urbana, le istituzioni europee sono sempre più impegnate nel promuovere politiche abitative inclusive che mettano al centro i bisogni delle persone, delle famiglie e in particolare delle giovani generazioni. Il tema degli alloggi nell’Unione Europea è una questione complessa e cruciale che incide profondamente sulla vita dei cittadini. Le strategie per garantire abitazioni accessibili e di qualità per tutti rappresentano una sfida prioritaria per le istituzioni europee e gli Stati membri. L’obiettivo è costruire un’Europa al servizio delle persone, delle famiglie e delle giovani generazioni, dove il diritto alla casa sia una realtà tangibile e non un privilegio. L’Unione Europea, pur avendo competenze limitate in materia di politiche abitative (che restano principalmente in carico agli Stati membri), ha riconosciuto l’urgenza di agire e sta promuovendo diverse strategie per affrontare la crisi degli alloggi. Il principio 19 del Pilastro stabilisce il diritto all’alloggio e all’assistenza per i senza fissa dimora. Sebbene non sia legalmente vincolante, funge da quadro di riferimento per le politiche nazionali e da stimolo per azioni concrete.

La casa non è solo un tetto sopra la testa, ma un diritto fondamentale riconosciuto dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Un alloggio sicuro e accessibile è infatti la base per una vita dignitosa, la partecipazione alla vita economica e sociale, e il benessere psicofisico dei cittadini. Tuttavia, milioni di persone nell’UE vivono in condizioni precarie: si stima che oltre il 10% della popolazione europea spenda più del 40% del proprio reddito per l’abitazione. Il mercato immobiliare europeo è caratterizzato da una grande eterogeneità, con differenze significative nei prezzi, nella disponibilità e nelle politiche abitative tra i vari paesi. Negli ultimi anni, si sono acuiti problemi quali l’aumento dei prezzi, con la conseguenza che in molte città europee i prezzi degli immobili e degli affitti sono cresciuti in modo esponenziale, rendendo sempre più difficile per le famiglie a basso e medio reddito, e soprattutto per i giovani, accedere a un alloggio dignitoso. L’offerta di alloggi sociali è spesso insufficiente a soddisfare la domanda, con lunghe liste d’attesa e criteri di accesso stringenti con il risultato che molte persone vivono in condizioni di precarietà abitativa, in alloggi inadeguati, sovraffollati o privi dei servizi essenziali. Il fenomeno dei senza fissa dimora è, purtroppo, ancora una realtà diffusa. Spesso ci si trova di fronte a una speculazione immobiliare, per cui la casa è diventata in alcuni contesti un bene su cui speculare, piuttosto che un diritto fondamentale, aggravando le disuguaglianze. Ci si trova ad dovere affrontare problematiche quali l’invecchiamento della popolazione e le mutevoli esigenze delle famiglie richiedono soluzioni abitative flessibili e adatte a diverse fasi della vita. Anche la transizione verde incide, la necessità di rendere gli edifici più efficienti dal punto di vista energetico e meno impattanti sull’ambiente rappresenta un’opportunità ma anche una sfida in termini di costi di ristrutturazione e riqualificazione.

Per affrontare questa crisi, l’UE ha sviluppato una serie di strategie e programmi integrati. Tra le priorità rientrano l’aumento dell’edilizia sociale e a prezzi calmierati, anche attraverso l’uso di fondi europei come il Fondo sociale europeo Plus (FSE+) e il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR); la promozione della ristrutturazione energetica degli edifici attraverso il Green Deal europeo e l’iniziativa “Ondata di ristrutturazioni” (“Renovation Wave”), per ridurre i costi in bolletta e l’impatto ambientale; il sostegno alle fasce più vulnerabili, comprese le famiglie a basso reddito, le persone senza fissa dimora e i giovani che faticano a emanciparsi; l’incentivazione di modelli abitativi innovativi, come il co-housing, l’housing cooperativo e le abitazioni intergenerazionali. L’Agenda Urbana dell’UE e il Partenariato sugli Alloggi riuniscono Stati membri, città, la Commissione Europea e altre parti interessate per sviluppare e attuare azioni concrete volte a migliorare l’accessibilità, l’economicità e la sostenibilità degli alloggi. L’obiettivo è promuovere un approccio integrato e multisettoriale.

Per i giovani, l’accesso a un alloggio rappresenta spesso un ostacolo insormontabile all’autonomia. In molti Paesi membri, i giovani lasciano la casa dei genitori sempre più tardi, non per scelta ma per necessità economica. Per rispondere a questa emergenza generazionale, l’UE incoraggia politiche nazionali che prevedano canoni calmierati per studenti e lavoratori under 35; agevolazioni fiscali per l’affitto e l’acquisto della prima casa; strumenti digitali e banche dati trasparenti per facilitare la ricerca di alloggi accessibili.

L’abitare non può essere separato dagli altri aspetti della vita quotidiana: accesso al trasporto pubblico, servizi di prossimità, aree verdi e opportunità lavorative. Per questo, le strategie europee pongono l’accento su una visione integrata dello sviluppo urbano, che considera la casa come parte di un ecosistema più ampio e sostenibile. Garantire un alloggio dignitoso e accessibile a tutti non è solo un obiettivo sociale, ma anche un investimento sul futuro dell’Europa. Una politica abitativa equa rafforza la coesione sociale, promuove l’inclusione e contribuisce a creare una società più giusta e resiliente. Affrontare la sfida abitativa significa, in definitiva, costruire un’Europa davvero al servizio delle persone, delle famiglie e delle giovani generazioni.

Alcuni modelli messi in atto nel recente passato hanno fornito ottimi risultati: nei Paesi Bassi le cooperative edilizie, spesso senza scopo di lucro, gestiscono questi alloggi con criteri di equità e sostenibilità. Questo modello ha garantito per decenni un accesso equo alla casa, soprattutto nelle aree urbane. Vienna è spesso citata come esempio virtuoso: oltre il 60% dei residenti vive in alloggi pubblici o sovvenzionati. La città investe costantemente in nuove costruzioni e nella manutenzione del patrimonio esistente, mantenendo affitti accessibili e qualità elevata. Il sistema è finanziato da fondi pubblici e da un’imposta sugli stipendi destinata all’edilizia abitativa. La Francia ha adottato il programma “Logement d’abord”, un approccio “Housing First” per affrontare il problema dei senzatetto, offrendo alloggi stabili come primo passo per l’inclusione sociale. Questo modello ha mostrato risultati positivi in termini di reinserimento e riduzione della marginalità. In Italia, grazie ai fondi di coesione europei, sono stati finanziati oltre 100 progetti per l’edilizia abitativa tra il 2021 e il 2027, con un focus su efficienza energetica e alloggi per famiglie vulnerabili. Alcuni esempi includono la riqualificazione di quartieri popolari e la creazione di alloggi per migranti e rifugiati. La Svezia ha integrato le politiche abitative con i servizi sociali, offrendo supporto personalizzato a famiglie in difficoltà. Questo approccio olistico ha migliorato la stabilità abitativa e ridotto la dipendenza da sussidi.

Teresa Ribera, vicepresidente esecutiva con delega alla Transizione (Commissione UE), l’8 giugno 2025 ha dichiarato: “In tutta Europa, troppe famiglie e troppi giovani non riescono a permettersi una casa dignitosa. Non si tratta solo di un problema abitativo, è un’emergenza sociale. La revisione odierna delle norme sugli aiuti di Stato è uno degli strumenti che stiamo utilizzando per aiutare gli Stati membri ad agire più rapidamente e in modo più intelligente sull’edilizia abitativa a prezzi accessibili”.

Mario Nava, Direttore Generale della DG EMPL (Commissione UE), durante il Summit europeo sul finanziamento responsabile dell’abitazione ha aggiunto: “Il diritto all’abitazione sociale e all’assistenza abitativa è al centro della ‘Europa sociale’ che vogliamo rafforzare. Come UE, possiamo svolgere un ruolo cruciale attraverso il supporto finanziario e le iniziative politiche. Con la rinnovata ambizione promossa dalla Presidente von der Leyen e con un Commissario con un portafoglio dedicato all’abitazione, avremo strumenti ancora più potenti a livello europeo per aiutare i milioni di giovani e famiglie che faticano a trovare abitazioni accessibili in tutta Europa”.

Nicolas Schmit, Commissario per Occupazione e Diritti Sociali, al 9° Forum sulla coesione (11–12 aprile 2024): “Cohesion Policy deve giocare un ruolo maggiore nell’affrontare la crisi abitativa, così come i livelli persistenti di disoccupazione giovanile e povertà infantile”.

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