Industria 4.0, Forum italo-tedesco

“Con la Cancelliera Merkel abbiamo parlato del destino dell’Europa” così si esprime il Presidente del Consiglio Italiano, Paolo Gentiloni, a conclusione del Forum Economico Italo – Tedesco, proseguendo “…sappiamo che attraversa una fase difficile. Italia e Germania sono tra i Paesi convinti della straordinaria importanza del futuro europeo. Italia e Germania intendono lavorare insieme per rilanciare l’Unione Europea, pensando alle sfide che ha davanti su crescita, lavoro, investimenti, migranti, e difesa dei nostri principi. E’ un’opportunità avere una Agenda condivisa, questo incontro a responsabilità incrociate, fra Presidenze del G7 e del G20”.

I temi affrontati sono stati tanti, ma, trasversalmente a tutti, si distingue, per importanza, la questione della rigidità UE nei confronti dell’Italia, questione su cui il nostro Premier si è soffermato nella Conferenza Stampa a chiusura del Forum “…se c’è una questione su cui ci sentiamo in diritto di lamentarci è, che a volte, vediamo una flessibilità a corrente alternata. Si è paralato di Europa a due velocità, a volte sembra di avere un’Europa su due rigidità: troppo rigida su alcune questioni, troppo flessibile su altre”.

Dicevamo dei temi: tra immigrazione, conti pubblici, banche, l’elezione del Presidente Trump, la Brexit, rivoluzione industriale e Industria 4.0, il rilancio dell’Unione in un momento particolarmente delicato della sua storia e per il quale per far sì che si assiste a una ripresa di fiducia sulle sue sorti la sola soluzione e la risposta migliore “deve venire dall’Europa stessa, che deve risolvere le sfide che ha di fronte e rafforzarsi, in particolare, nella Difesa comune, senz’altro l’Industria 4.0 è tra quelli su cui a Berlino si sono intrattenuti più a lungo e sentito maggiormente.

L’Italia, in questo senso ha a cuore soprattutto alcuni ambiti: gli standard dell’industria 4.0, come rendere più competitive e ricettive le piccole e medie imprese alle nuove sfide, come affrontare il problema della formazione del personale, aspetti questi su cui la Germania con l’industria tedesca già ha avuto modo di cimentarsi.

La Merkel sulla rivoluzione digitale si sofferma a lungo, dichiarando che “Italia e Germania potrebbero essere precursori, pionieri e tirare altri Paesi europei – proseguendo – …se pensiamo di prolungare il Piano Juncker, la digitalizzazione potrebbe essere una priorità”, senza tralasciare di sottolineare la necessità di coordinare i differenti sistemi giuridici, stabilendo una stretta collaborazione tra i due Paesi e coinvolgendo anche la Francia, realizzando, anzi, una Conferenza comune a tre tra Germania, Francia e Italia.

Oramai ci troviamo nell’Era delle “accelerazioni”, così si esprime il nostro Presidente del Consiglio “…davanti alle nuove sfide si lavora insieme. In questa nuova Era la velocità dei cambiamenti sarà superiore rispetto al passato. L’incertezza deriva da fattori economici, ma anche politici, geopolitici, dai sistemi di relazioni tra i popoli. Ci troviamo in una fase delicata ma Italia e Germania sono convinte della straordinaria importanza della rivoluzione in corso per il futuro dell’Unione Europea”.

Industria 4.0 che non è solo tecnologia, anzi. La Società e il mondo del lavoro ne sono coinvolti non solo sia dal punto di vista sostanziale oltre che giuridico/normativo, ma anche, e si potrebbe dire in primo luogo da quello della ridefinizione delle competenze. Tema, quest’ultimo, a cui Accenture dedica il Report “Harnessing revolution”.

I punti cardine che traspaiono dal Report essenzialmente sono che: occorre accelerare sul fronte della definizione di nuovi skill e occorre ridisegnare il lavoro, sbloccando così il potenziale umano. L’apprendimento deve essere considerato la nuova “way of life”, e questo in primo luogo per le nuove generazioni, visto che le stime indicano che il 65% dei bambini di oggi svolgerà lavori che, attualmente, ancora non esistono. Cambiamento epocale che, necessariamente, deve essere supportato dalle nuove tecnologie. La digitalizzazione abbatte le frontiere e apre per tutti nuove possibilità, trasversalmente e indipendentemente da estrazione sociale e formazione culturale, richiedendo solo flessibilità e prontezza nel cogliere il cambiamento acquisendo nuove capacità e competenze nell’utilizzo di nuovi strumenti: implementazione di tecnologie innovative, piani di recruiting mirati per assicurarsi le risorse in possesso delle competenze necessarie, la collaborazione con altri “player” del Mercato.

La velocità, l’ampiezza e la profondità dei cambiamenti richiedono abilità precise e specifiche, tecnologie d’avanguardia e capacità “forward looking”.

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