Signore & signori (Film, 1965)

Signore & signori (1966) completa la cosiddetta trilogia barocca (dopo Divorzio all’italiana e Sedotta e abbandonata) di Pietro Germi ed è il modello di riferimento per la futura commedia sexy. Il film è un attacco ironico alle ipocrisie, stigmatizzazione feroce di un Veneto cattolico e perbenista che nasconde  molti scheletri negli armadi. Deriva da un’idea del regista che per la sceneggiatura collabora con Age, Scarpelli e Luciano Vincenzoni. Interpreti di lusso: Alberto Lionello, Gigi Ballista, Gastone Moschin, Virna Lisi, Olga Villi, Franco Fabrizi, Nora Ricci, Quinto Parmeggiani, Beba Loncar, Giulio Questi, Gia Sandri, Alberto Rabagliati, Gustavo D’Arpe, Moira Orfei, Elia Guiotto, Patrizia Valturri, Carlo Bagno, Aldo Puglisi, Virgilio Gazzolo, Antonio Acqua, Sergio Fincato e Virgilio Scapin.

Il film è ambientato a Treviso e si compone di tre storie parallele che vedono protagonisti alcuni amici dediti a feste, incontri conviviali, notti brave e soprattutto avventure galanti. Alberto Lionello è un finto impotente che cerca di portarsi a letto Beba Loncar, moglie dell’amico medico Gigi Ballista, confidando proprio a lui la finta patologia. Gastone Moschin è un marito che non sopporta più la moglie bisbetica e intreccia una relazione tempestosa con Virna Lisi, chiacchierata cassiera di un bar del paese. Carlo Bagno è un contadino che accetta una cospicua somma di denaro per non denunciare alcuni ricchi borghesi (Fabrizi, Lionello, Parmeggiani, Guiotto, Questi) che hanno approfittato della figlia (Patrizia Valturri). Ipocrisia, corna, tradimenti, reato di adulterio e di abbandono del tetto coniugale, assenza di una legge sul divorzio, sono soltanto alcuni temi che il registra tratta con tono comico-satirico. Pietro Germi distrugge il mito del Veneto cattolico e baciapile, democristiano e perbenista, mettendo in piazza scandali di paese e vita quotidiana, con taglio grottesco e impietoso. Forse l’unico personaggio positivo del film è interpretato da Gastone Moschin, perché prova un reale sentimento d’amore per la cassiera, ma è troppo pauroso e rientra nelle righe di una monotonia familiare di fronte alle vere difficoltà. Tutti gli altri personaggi sono un coacervo di difetti morali senza speranza di redenzione, persino il contadino che vende la figlia per denaro e la stessa ragazza che si concede agli uomini facoltosi per ottenere in cambio costosi regali.

L’accusa al mondo piccolo borghese è più che evidente in numerose frecciate intrise di veleno, persino nei personaggi di contorno che rappresentano l’ordine e la religione, intenti a consigliare comportamenti ipocriti per salvare le apparenze. Il sistema di potere veneto che ruota attorno ai meccanismi democristiani collegati alla chiesa cattolica è ben evidente, tra le righe di una commedia sarcastica. Il film è ispirato a fatti reali, come il caso del processo ad alcuni borghesi che si approfittano di una contadinella, episodio di cronaca provinciale che gli sceneggiatori rielaborano in salsa comica sfruttando le armi della commedia all’italiana. Il film fa scandalo e suscita la reazione furente degli abitanti di Treviso, perfettamente riconoscibile, anche se Germi non la nomina mai e fa in modo di nascondere le targhe delle poche auto.

Gli interpreti sono tutti molti bravi e fa piacere vedere come certi personaggi resteranno indelebili nella futura commedia sexy. Gigi Ballista sarà chiamato a replicare la sua interpretazione da ricco borghese vizioso con mille sfaccettature, così come Alberto Lionello interpreterà per tutta la vita il marito a caccia di avventure e Gastone Moschin avrà occasione di reinventare il marito frustrato dalla presenza di una moglie bisbetica. Bene anche le donne, su tutte una Virna Lisi dal taglio drammatico e Beba Loncar, tipica svampita da commedia che frequenterà la futura produzione erotica di baso livello. La pellicola contiene in nuce tutti i temi della commedia sexy che imperverserà sui nostri schermi degli anni Settanta – Ottanta. È una dolce vita ironico – scanzonata che vede protagonisti amici in cerca di avventure tra bar di paese dove si spettegola sul conto degli altri e dancing di periferia. Ricordiamo il tema della gonna che si alza in auto per colpa di una mano furtiva, qui appena accennato, ma che diventerà una costante nella produzione minore.

I personaggi sono grotteschi ma non rischiano di diventare macchiette caricaturali: la commessa romantica legge Bolero e sogna, il marito stressato si rifugia in bagno e si mette i tappi nelle orecchie, la moglie cattolica che cerca di riprendersi il marito per sistemare le cose di fronte alla gente, la madre integerrima che rifiuta un figlio fedifrago, i carabinieri che consigliano di tornare a casa e di farsi l’amante senza darlo a vedere, la ragazza di campagna che usa le sue grazie per ottenere favori e i borghesi che si approfittano ma non si prendono mai le loro responsabilità. In definitiva un atto di accusa ironico nei confronti della provincia e dei suoi vizi nascosti, un modo per mettere in piazza l’ipocrisia cattolica e piccolo-borghese con una carrellata di personaggi realistici.

Lo schema narrativo di Signore & signori fa da canovaccio per moltissime commedie sexy degli anni Settanta e Ottanta, che si limiteranno a volgarizzare il discorso di base inserendo riferimenti erotici espliciti e abbondanza di epidermide. Ricordiamo molti lavori di Sergio Martino con protagonista Alberto Lionello in un ruolo simile a quello del finto impotente che vuol farsi la moglie dell’amico. Ma non solo Martino farà riferimento al modello Germi, perché i temi della commedia erotica per oltre quindici anni saranno quelli indicati da Signore & signori. Mariano Laurenti, Michele Massimo Tarantini, Nando Cicero, Sergio Martino e chi più ne ha più ne metta seguiranno il solco tracciato dal grande Pietro Germi, interessandosi più alle bellezze di Gloria Guida, Edwige Fenech, Nadia Cassini che alle problematiche sociali. La commedia sexy modificherà l’oggetto dello scandalo: non più la borghesia cattolica di provincia, ma un eccesso di nudi femminili in primo piano. Nessuno si sognerà mai di contestare i registi della commedia sexy per aver messo alla berlina i vizi della borghesia, al massimo dovranno fronteggiare sit-in di femministe in difesa della donna.

Signore & signori vince la Palma d’Oro al Festival di Cannes, ex aequo con Un uomo, una donna (1966) di Claude Lelouch. Signore & signori fa intuire molte problematiche comiche presenti in Amici miei, soprattutto nel ritratto impietoso di un gruppo di amici vitelloni e dei vizi privati nascosti da pubbliche virtù.

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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