Siamo donne, oltre le gambe c’è di più

«Sono state appena nominate in posizioni di prestigio tre donne: Luisa Todini presidente di Poste Italiane, Emma Marcegaglia presidente di ENI e Patrizia Grieco presidente di Enel.

Fermo restando che credo che si debba sempre valutare e premiare il merito e non valutare il genere, mi fa piacere che questo sia successo. Naturalmente si è scatenato l’inferno. Certo è che essere presidente di un ente è meno operativo che essere amministratore delegato e che le nomine più ghiotte le hanno prese gli uomini, ma a me francamente sembra un passo avanti.

Mi spiace molto aver letto e sentito commenti irriverenti sulle persone nominate, specie da parte del pubblico femminile. Ogni volta che questo accade mi pongo la solita domanda che prevede varie risposte: perché le donne non sono squadra? Perché non sono complici? Una volta, per aver dato la mia versione della cosa mi hanno scatenato addosso anatemi e diversi insulti che hanno avuto conseguenze importanti sulla mia vita lavorativa.

Comunque, a me fa piacere che queste signore siano state nominate e spero che questo succeda ancora più spesso, perché la presenza femminile in ruoli apicali è segno dei tempi,  un pieno riconoscimento anche da parte del settore pubblico.

Ma è una piccola buona notizia in un mare di dolore. Tutto quello che è riportato dai giornali è deprimente: e la televisione non è da meno. Ho assistito allo spettacolo penoso dei nostri deputati e senatori agitati da fiero sdegno, trasformare le aule in asili infantili durante la ricreazione. Gente che urlava agitando fogli, scalmanati ripresi dai commessi. Devo dire che da quando il partito Cinque Stelle è approdato in Parlamento, le sedute si sono fatte via via sempre più pittoresche. E se all’inizio le guardavo con curiosità, ora mi viene voglia di spegnere. Ma è possibile che non si possa più parlare senza urlare? Come si fa a non essere contestati a ogni sillaba? Non si dovrebbe dare l’opportunità a tutti di parlare senza essere aggrediti? Purtroppo, tutto questo è ormai la norma.

E allora mi chiedo, perché non chiudiamo questi luoghi di guerra e facciamo tutto online? Tipo: dissenso due click, rabbia tre click, incazzatura a mille bannato. Poi tag a non finire: e la possibilità di mettere “Mi piace” e anche “Mi fa schifo”. Ma tutto in rigoroso silenzio con un sottofondo di musiche celestiali. Fantascienza pura, lo so. Forse tutti, dico tutti, dovrebbero prendersi una pausa di riflessione, specie certi direttori di giornali che evocano a sé il verbo divino.

Farebbe bene rispolverare un po’ di sana educazione; sottolineare  la certezza delle proprie idee sussurrandola  e non sbandierandola, usando toni morbidi anziché acuti. E poi perché fare eco a non-notizie tralasciando importanti informazioni che sono reperibili solo sui quotidiani esteri? Per esempio, chi parla più dell’Egitto? Ma lo sapete che continuano a menarsi di brutto e che ancora si registrano uccisioni e imprigionamenti, specie di giornalisti?

Ma in effetti è più interessante parlare di Silvio e dei suoi servizi sociali. In fondo a noi checcefrega degli egiziani, noi abbiamo le nostre di mummie.»

©Futuro Europa®

Condividi
precedente

I Candidati NCD-UDC-PI alle Europee

successivo

Cronache britanniche

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *