
Ma cosa mangiamo?
Ormai sono tutti medici nutrizionisti. Sui social impazzano uomini e donne in camice e no che ci danno la ricetta della dieta perfetta. E fin qui va bene. La cosa inquietante sono invece quelle pagine web che fanno lo screening ai vari prodotti in vendita nei supermercati. Seguendoli, ci rendiamo conto che, secondo il loro esame, abbiamo mangiato spazzatura nociva fino ad ora.
Nei supermercati si trovano moltissimi alimenti poco salutari. I motivi principali sono diversi; sicuramente uno è la domanda dei consumatori. Molte persone preferiscono prodotti comodi, gustosi e a lunga conservazione, anche se meno sani. L’industria alimentare risponde a questa richiesta. In più, gli alimenti ultraprocessati (snack, bevande zuccherate, cibi pronti) spesso costano meno da produrre e da conservare rispetto a frutta, verdura o prodotti freschi. Poi c’è la pubblicità: le aziende investono enormemente per promuovere cibi ricchi di zuccheri, grassi e sale, che creano una forte attrattiva soprattutto nei bambini e nei giovani.
I prodotti confezionati durano di più sugli scaffali e sono più facili da trasportare, riducendo sprechi e aumentando i margini di guadagno per le catene di supermercati. In molte società moderne si è consolidata l’abitudine al “fast food” e agli snack veloci, che rinforza il ciclo di consumo.
Quindi si può dedurre che le aziende propongono prodotti che facilmente possono incontrare il gusto della massa, che aiutano a non perdere tempo in cucina e poi chissenefrega se ci si ammala. Insomma, scegliamo noi come vivere. È sufficiente verificare zuccheri, grassi saturi, sale e ingredienti: se la lista è lunga e complessa, il prodotto è probabilmente molto lavorato e da evitare.
E magari sarebbe saggio se – invece di un prodotto a base di (forse) pollo e formaggio e panatura, sicuramente attraente ma pieno di veleni – si acquistasse una fettina di carne, roba dell’altro secolo, semplice, liscia, da scottare velocemente in padella e senza zuccheri aggiunti.
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