Di che taglia sei

Non mi piace per niente questa nuova tendenza del Body positivity cioè di grasso è bello o brutto è bello. Sono d’accordo che generazioni di ragazze hanno rasentato l’anoressia per cercare di essere simili a idoli come Shrimpy gamberetto, icona inglese degli anni 70 oppure una serie di magrissime altissime e biondissime modelle che ci trovavamo in ogni luogo e ogni lago. Oppure per seguire i consigli di riviste femminili (secondo me scritte da gay che odiano le donne) che per anni ci hanno voluto massimo taglia 44. In questo modo nei negozi bastava fossi 46 per essere guardata come un fenomeno da baraccone.

Però ora si esagera perché il buon senso non esiste più. Va bene anzi benissimo non avere complessi e va bene anzi benissimo essere in carne; ma essere grassi è un’altra cosa, è pericoloso. E non è bello. È un esempio bruttissimo e non aiuta ad avere una vita equilibrata. Eppure, vedo tante ragazze obese in giro. Non credo che tutte stiano sotto cure che fanno ingrassare (molti farmaci purtroppo hanno questo effetto collaterale); penso che si sentano a posto scofanandosi hamburger conditissimi e bevendo bibite gassate. Perché adesso c’è la Body positivity.

Un po’ come quella scellerata moda – che durò per fortuna poco – di non usare assorbenti durante il ciclo. Ma che schifo direte voi. Eppure, molte adolescenti si sentivano libere di farlo. Sono d’accordo di fare quello che ci si sente di fare ma ci sono limiti alla decenza.

Quindi, ragazze mettetevi a dieta, amatevi tanto e smettete di mangiare monnezza. Non perché sarete belle solo indossando una taglia 44, ma perché sarete belle perché sarete sane.

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