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Italia delle Regioni

“I Comuni svolgono un ruolo fondamentale nel garantire che le imprese di servizi pubblici operino nell’interesse della collettività, promuovendo lo sviluppo locale e assicurando la fornitura di servizi di qualità. Oggi il tema del miglioramento dei servizi locali diventa la vera sfida che abbiamo davanti per assicurare maggiore vivibilità delle nostre città e dei nostri comuni, ma anche per garantire maggiore equilibrio economico all’interno dei bilanci degli stessi comuni, e ottimizzare il bilancio delle famiglie, che spesso si trovano ad affrontare costi estremamente alti. L’esempio della TARI è rappresentativo”. Lo ha detto il presidente dell’Anci e sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, nel suo indirizzo di saluto al convegno “Costruiamo insieme i prossimi anni di futuro” organizzato a Roma da Utilitalia.

“Più che sull’emergenza – ha spiegato Manfredi intervenuto in video collegamento – occorre quindi investire sulla qualità del mercato e su una visione di medio-lungo periodo che garantisca sostenibilità e qualità del servizio, considerando un aspetto assolutamente prioritario per gli amministratori locali, ovvero la ricaduta sociale delle tariffe che devono sì garantire la copertura dei costi ma anche essere compatibili con il potere d’acquisto dei cittadini”.

Per il presidente dell’Anci “si pone innanzitutto un tema di investimenti. Noi oggi, ad esempio, al ciclo dei rifiuti, registriamo, soprattutto nel centro-sud, che l’impiantistica è insufficiente rispetto alle necessità. Il primo punto è quindi lavorare per ottenere una gestione dell’impiantistica in Italia che sia uniforme, e lavorare sul management affinché la gestione degli impianti esistenti sia più efficiente. Utile, in tal senso, investire anche nella formazione degli enti locali e dei loro dipendenti, per migliorare le competenze e le capacità gestionali”.

Altro tassello importante per Manfredi “è semplificare le procedure per l’affidamento dei servizi, e la governance, stabilendo in modo chiaro le competenze e le responsabilità, evitando ritardi decisionali e inefficienze, spesso causati da sovrapposizioni, anche in materia regolatoria”.

Per il sindaco di Napoli è poi “importante far capire ai cittadini che gli impianti non rappresentano un danno ma un’opportunità, sia dal punto di vista industriale o tecnologico, che dal punto di vista economico e di sostenibilità. Lo stesso ragionamento va fatto sul futuro idrico del nostro Paese, facendo scelte che guardino alla sostenibilità economica, ambientale, ma anche alla capacità di resilienza rispetto ai cambiamenti”, ha concluso il presidente dell’Anci.

In merito all’ Assegno di inclusione, Matilde Celentano, delegata Anci a Welfare e politiche sociali e sindaco di Latina: “I Comuni pronti per il rinnovo, sia garantita la continuità”, in riferimento alla misura implementata un anno fa in collaborazione con il Ministero e l’Inps.

“Questa dei rinnovi dell’assegno di inclusione è una fase delicatissima e i Comuni sono pronti: riteniamo importantissimo favorire la massima continuità, per alleggerire gli oneri per il rinnovo a carico dei cittadini, che, ricordiamolo, spesso hanno forti fragilità, e gli oneri a carico dei servizi sociali”. Così la sindaca di Latina Matilde Celentano, delegata Anci a Welfare e politiche sociali. “A giugno 2025 i beneficiari che hanno ricevuto l’Assegno di inclusione (Adi) dalla mensilità di gennaio 2024 hanno percepito l’ultimo pagamento. Siamo dunque ad un giro di boa molto importante: la legge prevede la possibilità di ripresentare la domanda per un rinnovo a 12 mesi e i rinnovi interesseranno circa 360 mila nuclei, con particolare concentrazione in alcune aree metropolitane”.

“Ricordiamo che i Comuni svolgono un ruolo importantissimo – sottolinea la delegata Anci – nel sostegno concreto ai beneficiari dell’ Assegno di Inclusione: una volta accolta la domanda, spetta ai servizi sociali del Comune incontrare il nucleo beneficiario, capirne i bisogni e definire per quel nucleo familiare un Progetto fatto di servizi e sostegni per migliorare concretamente la condizione sociale e lavorativa delle persone. Nel corso del primo anno di implementazione della misura, in collaborazione con il Ministero e l’Inps, abbiamo fatto un lavoro straordinario per garantire la percezione del beneficio a chi ne ha diritto, per definire Patti di inclusione di qualità e nei termini previsti dalla legge. Proprio perché si tratta di nuclei già conosciuti dai servizi sociali, nella gestione del rapporto con i beneficiari bisogna assicurare massima continuità e flessibilità, semplificando gli oneri che rischiano – conclude Celentano – di ingessare i servizi territoriali e aggravare chi ripresenta la domanda. Stiamo lavorando con il Ministero in questo senso, per aiutare concretamente chi è più indietro”.

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