
UE, Relazione sullo Stato di diritto
Nell’attuale contesto politico dell’Unione Europea, la discussione sullo stato di diritto assume un’importanza crescente. Il Parlamento Europeo, in quanto organo legislativo e di controllo democratico, svolge un ruolo cruciale nella valutazione annuale di questo principio fondamentale, e dal 2020, attraverso la sua Commissione per le Libertà Civili, la Giustizia e gli Affari Interni (LIBE), il PE pubblica una relazione annuale approfondita sullo stato di diritto nell’Unione Europea. Il Parlamento ha esaminato la relazione della Commissione sullo Stato di diritto per il 2024, evidenziando una serie di minacce ai valori dell’UE negli Stati membri. La risoluzione non legislativa, adottata mercoledì 18 giugno u.s. con 405 voti a favore, 210 contrari e 36 astensioni, rappresenta la valutazione annuale dei deputati basata sulla più recente relazione della Commissione sullo Stato di diritto. Il Parlamento Europeo, in virtù del suo mandato di controllo democratico, si è affermato come un attore chiave nel monitoraggio e nella valutazione dello stato di diritto all’interno degli Stati membri. Questa attività non è solo una formalità, ma un esercizio di accountability che mira a identificare le sfide, promuovere le buone pratiche e, quando necessario, sollecitare azioni correttive.
Lo stato di diritto è il fondamento su cui poggia l’intera impalcatura dell’Unione Europea. Non è semplicemente un concetto astratto, ma un principio operativo che garantisce il rispetto dei diritti fondamentali, l’uguaglianza di fronte alla legge, la separazione dei poteri e l’efficacia della giustizia. In un’Unione che si basa sulla fiducia reciproca tra gli Stati membri e le loro istituzioni, la salvaguardia dello stato di diritto è una condizione imprescindibile per il buon funzionamento del mercato unico, la cooperazione giudiziaria e, in ultima analisi, la democrazia stessa. Negli ultimi anni, il Parlamento Europeo ha intensificato i suoi sforzi per dare maggiore concretezza alla valutazione dello stato di diritto. Sebbene la Commissione Europea svolga un ruolo primario attraverso il suo “Rapporto annuale sullo stato di diritto”, il Parlamento opera in parallelo e in complemento, spesso spingendo per meccanismi più robusti e per una maggiore trasparenza.
Il processo di valutazione annuale del Parlamento si articola attraverso diverse fasi partendo dalle Risoluzioni Parlamentari che il Parlamento adotta regolarmente e che esprimono la sua posizione su specifiche questioni relative allo stato di diritto in singoli Stati membri o sull’approccio generale dell’UE. Queste risoluzioni sono il frutto di dibattiti approfonditi, audizioni pubbliche e analisi condotte dalle commissioni parlamentari competenti (in particolare la Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, LIBE). I Dibattiti Plenari, ovvero le problematiche relative allo stato di diritto, queste sono frequentemente oggetto di dibattiti nella sessione plenaria, offrendo ai deputati l’opportunità di esprimere le proprie preoccupazioni e di sollecitare risposte da parte della Commissione e del Consiglio. Vengono inserite quali Audizioni ed Esperti dato che il Parlamento organizza audizioni con esperti, rappresentanti della società civile, giudici e accademici per raccogliere informazioni e approfondire la comprensione delle sfide specifiche. Troviamo poi le Missioni di Inchiesta che si attivano in casi particolarmente gravi, quando si verificano questi casi il Parlamento può inviare missioni di inchiesta nei paesi interessati per valutare direttamente la situazione sul campo. E’ importante la Cooperazione Interistituzionale, perché, comunque, nonostante il Parlamento abbia un proprio approccio, esiste una costante interazione con la Commissione e il Consiglio. Il Parlamento spesso chiede alla Commissione di agire in base alle sue raccomandazioni e esercita pressione sul Consiglio affinché assuma posizioni più decise.
Nonostante gli sforzi, la valutazione dello stato di diritto da parte del Parlamento Europeo non è priva di sfide. Una delle principali è la delicatezza politica della questione: le accuse di violazione dello stato di diritto possono essere percepite come ingerenze negli affari interni degli Stati membri. Tuttavia, il Parlamento ha sempre sostenuto che la difesa dello stato di diritto è una responsabilità comune e non una questione esclusivamente nazionale. Un’altra sfida è la necessità di garantire l’obiettività e l’imparzialità delle valutazioni, evitando strumentalizzazioni politiche. Per questo, il Parlamento si basa su metodologie rigorose e sul contributo di esperti indipendenti. Guardando al futuro, il Parlamento Europeo continuerà a svolgere un ruolo di primo piano nel rafforzamento dello stato di diritto nell’UE.
Nonostante il suo ruolo cruciale, il PE deve affrontare sfide importanti e difficili, avendo un limitato Potere Sanzionatorio: Le sanzioni definitive spettano al Consiglio (Articolo 7) o alla Commissione (infrazioni, condizionalità). Si deve affrontare la resistenza degli Stati Membri, spesso i governi criticati respingono le conclusioni del PE come “ingerenza” o “pregiudizio politico”. L’UE nel suo complesso (Commissione, Consiglio, PE) deve mantenere una posizione unitaria e coerente per essere efficace. Vi è una spinta costante per lo sviluppo di meccanismi più efficaci per affrontare le violazioni gravi e persistenti dello stato di diritto, che possano includere sanzioni finanziarie più dirette o la sospensione di determinati diritti. Il Parlamento si impegnerà a sensibilizzare maggiormente i cittadini europei sull’importanza dello stato di diritto, promuovendo una cultura della legalità e dei diritti fondamentali. Il Parlamento monitora attentamente l’operato della Corte di Giustizia dell’UE, che svolge un ruolo cruciale nell’interpretazione e nell’applicazione delle norme sullo stato di diritto. Il Parlamento ha ribadito l’importanza di sistemi giudiziari autonomi ed efficienti, con personale qualificato e propone di rafforzare il legame tra rispetto dello stato di diritto e l’erogazione dei fondi europei, pur mettendo in guardia contro possibili abusi che penalizzino la società civile. I deputati chiedono una normativa europea che renda penalmente perseguibili i discorsi d’odio. La risoluzione menziona esplicitamente le violazioni sistemiche da parte dell’Ungheria, tra cui l’influenza politica sulla magistratura e l’uso improprio dei fondi UE. Il Parlamento invita il Consiglio a sbloccare la procedura dell’articolo 7, rimasta in sospeso.
La relazione annuale del Parlamento Europeo sullo stato di diritto è diventata un punto di riferimento indispensabile nella lotta per la difesa dei valori fondamentali dell’UE. Attraverso un’analisi rigorosa e una forte advocacy politica, il PE svolge un ruolo insostituibile nel tenere alta l’attenzione sulle minacce allo stato di diritto, nel denunciare le violazioni e nel spingere per un’azione concreta a livello europeo. In un momento in cui le fondamenta democratiche sono sotto pressione sia dentro che fuori l’Unione, questo lavoro di monitoraggio e denuncia non è solo prezioso, ma essenziale per il futuro stesso del progetto europeo. La continua vigilanza del Parlamento resta una garanzia cruciale che lo “stato di diritto” non rimanga solo un principio scritto nei trattati, ma una realtà vissuta da tutti i cittadini dell’Unione.
Ana Catarina Mendes (S&D, Portogallo) ha affermato: “La democrazia si fonda sulla separazione dei poteri, sulla libertà di stampa, sull’accesso alla giustizia e sul rispetto delle libertà fondamentali. Senza questi elementi, lo Stato di diritto diventa una formalità vuota – e si apre la strada all’autoritarismo. Questo Parlamento non può ignorare le minacce ai nostri valori, quando i giornalisti sono spiati in Italia, le libertà civili fondamentali delle persone LGBTIQ+ sono sotto attacco in Ungheria, e la libertà riproduttiva è minacciata da un nuovo presidente nazionalista in Polonia. Il silenzio dei democratici è il regalo più grande per gli estremisti”.
Nicola Zingaretti (capodelegazione PD al Parlamento Europeo, Italia) ha dichiarato: “Dal Parlamento europeo un ottimo segnale: approvata la relazione annuale sullo Stato di diritto 2024, rispondendo alle richieste della Commissione europea con un documento forte, ambizioso e ricco di contenuti a difesa della democrazia. […] Denuncia, inoltre, l’uso illecito di spyware contro i giornalisti, un pericolo reale per la libertà di stampa. Continuiamo a difendere, ogni giorno, i valori di un’Europa democratica. La nostra Europa”.
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