Cronache dai Palazzi

“La nostra democrazia è forte dobbiamo avere fiducia”. Il premier Draghi è alla sua ultima settimana di governo e, tirando un sospiro di sollievo, guarda con fiducioso al futuro dell’Italia nonostante gli ultimi veleni provenienti da oltreoceano. Dopo aver parlato con il segretario di Stato americano – il quale lo ha oltremodo ringraziato “per la sua guida esemplare in uno dei periodi più difficili della storia recente e per il forte sostegno dell’Italia all’Ucraina” – Mario Draghi ha comunque ribadito che nel dossier sui 300 milioni di dollari distribuiti dalla Russia a venti Stati non c’è l’Italia. Si sarebbe trattato oltremodo di “un’allerta globale”. Nel report non sarebbero indicati specifici Paesi, né forze politiche o singoli leader. Nella email inviata dal Dipartimento di Stato americano ai governi viene chiarito: “Noi non entriamo nelle informazioni specifiche di intelligence, ma siamo stati molto chiari nell’esporre la nostra preoccupazione sulle interferenze della Russia nel processo democratico in diversi Paesi del mondo, compreso il nostro. A questo proposito non concentriamo il nostro allarme nei confronti di nessuno Stato in particolare, ma sul piano globale, poiché dobbiamo fronteggiare le sfide contro le società democratiche. Continueremo a lavorare con i nostri alleati e partner per mettere in luce i tentativi di influenza pericolosa della Russia, aiutando gli altri Paesi a difendersi contro tali attività”.

La Camera ha approvato il decreto aiuti bis, 17 miliardi di aiuti per famiglie e imprese, e tra le misure la proroga del lavoro agile fino al 31 dicembre 2022 per i lavoratori fragili e i genitori con figli fino a 14 anni. Mentre prima di lasciare Palazzo Chigi, quasi come un testamento, il Cdm uscente ha approvato all’unanimità il decreto aiuti ter, che prevede ulteriori nuovi sostegni per famiglie e imprese e tra le tante cose anche una norma per prorogare il Copasir per garantire continuità in un frangente così delicato. Nello specifico dopo le elezioni del 25 settembre “fino alla nomina dei nuovi componenti dello stesso Copasir le relative funzioni sono esercitate da un comitato provvisorio costituito dai membri del comitato della precedente legislatura che siano stati rieletti in una delle Camere”. Non è escluso che nelle prossime settimane possano venire alla luce altri documenti che coinvolgano partiti o imprese, da qui lo stato di “allerta”.

Un decreto, il decreto aiuti ter, con una dote di circa 14 miliardi che il premier ha illustrato in conferenza stampa insieme al ministro dell’Economia Daniele Franco, il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani e il sottosegretario Garofoli. Circa 6,2 miliardi derivano da maggiori entrate che si potranno utilizzare dopo l’autorizzazione del Parlamento.

Previsti circa 40 milioni per fronteggiare il caro bollette in cinema e teatri. Come viene specificato nella bozza del decreto Aiuti ter, per “mitigare gli effetti” dell’incremento dei costi delle forniture di energia elettrica e di gas “è autorizzata la spesa di 40 milioni di euro per l’anno 2022. Con decreto del Ministero della cultura, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono definite le modalità di ripartizione e assegnazione delle risorse di cui al primo periodo”. Tra le misure un bonus una tantum di 150 euro per coloro che percepiscono un reddito inferiore a 20.000 euro lordi annui: “Un contributo sociale di 150 euro per 22 milioni di italiani circa che guadagnano meno di 20 mila euro, inclusi gli incapienti”, ha spiegato il premier Draghi. Un bonus in cima alle “Disposizioni urgenti in materia di politiche sociali”. Ed ancora aliquote del 40% per gli energivori e del 30% per le imprese più piccole. Bonus anche per i pensionati (1,245 miliardi) e una indennità una tantum per i lavoratori autonomi sempre con reddito complessivo entro i 20 mila euro.

Nuovi stanziamenti sono inoltre destinati ad alimentare il bonus trasporti, 60 euro per poter acquistare abbonamenti ai trasporti pubblici. Nello specifico il Fondo appartenente al primo decreto Aiuti è stato incrementato di 10 milioni di euro per l’anno 2022. Il voucher è destinato alle persone con reddito annuo al di sotto dei 35 mila euro e potrà essere richiesto fino a dicembre. Secondo i dati registrati dal ministero del Lavoro sarebbero circa 730.000 i bonus emessi fino ad ora.

Istituito anche un “Fondo per l’housing universitario”, del valore di circa 660 milioni di euro che è una delle “nuove misure di attuazione del Piano Nazione di Ripresa e Resilienza in materia di alloggi e residenze per studenti universitari”. I nuovi posti letto “sono destinati agli studenti fuori sede individuati sulla base delle graduatorie del diritto allo studio, o di quelle di merito”.

Prevista una multa anti-delocalizzazioni, per cui il datore di lavoro che vuole delocalizzare o cessare la propria attività pur non attraversando un periodo di crisi ha 90 giorni (e non più 30) per elaborare un piano per limitare le ricadute occupazionali ed economiche. “In caso di mancata sottoscrizione del piano da parte delle organizzazioni sindacali” il contributo che l’imprenditore dovrà pagare risulta “innalzato del 500 per cento”. Al servizio sanitario nazionale sarebbero destinati circa 400 milioni, risorse suddivise tra regioni e province autonome per fronteggiare i rincari che investono ospedali, Rsa e strutture private. Un nuovo decreto dovrebbe invece confermare la riduzione delle accise su gasolio e benzina fino a tutto novembre.

Per sostenere le aziende agricole sono stati stanziati circa 190 milioni, e sono previsti interventi per ridurre i costi del gasolio agricolo, dei trasporti e dell’alimentazione delle serre. Ed infine circa 10 milioni per il rifinanziamento delle scuole paritarie.

Confermato l’attuale meccanismo di credito di imposta (25% per le imprese energivore e al 15% per le altre imprese con consumo maggiore di 16,5 MW) fino al 30 settembre. Per ottobre e novembre la soglia verrà potenziata raggiungendo il 25% per le imprese energivore e gasivore e al 40% per tutte le aziende che consumano gas. Garanzie statati sui prestiti dovrebbero infine essere garantite alle imprese assediati da crisi di liquidità per affrontare il caro bollette, attraverso accordi con le banche per garantire dei prestiti ad un tasso più basso in linea con il Btp. Esaminati anche i primi decreti attuativi della legge sulla concorrenza, la riforma dei servizi pubblici locali ed inoltre il decreto legislativo che esplica le regole per la mappatura delle concessioni pubbliche, compresi i balneari.

In conferenza stampa il premier Draghi ha ribadito l’importanza dell’esperienza europea ed atlantica e la necessità di scegliere dei partner affidabili, un monito rivolto forse ai protagonisti di una campagna elettorale alquanto su di giri. In effetti dopo il 25 settembre oltre ad un nuovo governo sarà necessario preservare il rapporto con l’Europa e con l’Ue e con serietà occorrerà difendere la credibilità che il nostro Paese ha acquisito nel corso degli ultimi mesi rimanendo ancorata ai principi europei fondamentali, dimostrando coerenza e in virtù di quest’ultima conquistando rispetto. La coerenza, nello specifico, rappresenta – come ha sottolineato il premier Draghi – un valore fondamentale sul quale un Paese costruisce la propria credibilità interna ed esterna.

L’esperienza di Mario Draghi a Palazzo Chigi è ormai agli sgoccioli, con una breve parentesi di stand by in occasione delle elezioni per il Quirinale, un frangente da non ricordare di certo con il sorriso sulle labbra per il premier uscente. Ferite non rimarginate aggravano un’esperienza di governo non facile, alla guida di un esecutivo di unità nazionale che sembrava promettere tutto ma che in definitiva si è rivelato una barca non in grado di mantenere la rotta fino alla fine. L’unico partito all’opposizione durante il governo Draghi, Fratelli d’Italia, è oggi il partito che promette di raggiungere il miglior successo elettorale, una strana coincidenza che dimostra la natura volubile e altalenante della politica e delle squadre di governo. In questo contesto Mario Draghi esce (o meglio è stato invitato ad uscire) dai Palazzi, dichiara a chiare lettere di non voler rientrare e conclude la sua esperienza di governo tecnico-politica raccomandando agli italiani di andare a votare perché il futuro del Paese è nelle mani dei cittadini.

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