L’incredibile storia dell’Isola delle rose (Film, 2020)

Sidney Sibilia non mi aveva del tutto convinto con i tre film della serie Smetto quando voglio, pur dimostrando capacità tecnica e inventiva, ma con L’incredibile storia dell’Isola delle rose coglie nel segno, approfondendo aspetti poco noti di un fatto storico dimenticato. L’Isola delle rose, ideata dall’ingegnere bolognese Giorgio Rosa, era una piattaforma marina costruita fuori dalle acque territoriali italiane che a un certo punto (1968) proclamò la sua indipendenza, si dette una lingua (l’esperanto), una moneta, una bandiera, un micro governo e un ufficio postale. Non fu riconosciuta da nessun Paese, nonostante un appello alle Nazioni Unite, ma il governo italiano represse il tentativo di insubordinazione inviando carabinieri e polizia, infine distruggendo la piattaforma. Per evitare il ripetersi di casi simili, l’ONU spostò il confine delle acque territoriali da 6 a 12 miglia.

Sibilia romanza appena la vicenda, incentrata su un protagonista eccellente come Elio Germano – straordinario ingegnere bislacco e anarchico che vuole vivere fuori dalle regole – e su un coprotagonista altrettanto valido come Leonardo Lidi (l’amico Maurizio che odia i calabresi e il lavoro paterno). Matilda De Angelis è la bella fidanzata che dopo alcune peripezie sentimentali lascia la vita sicura e un compagno più ordinario per sposare il folle ingegnere. Sibilia punta il dito con cognizione di causa sul governo democristiano degli anni Sessanta (straordinario per lui che è nato nel 1981), sulle connivenze con il Vaticano e sugli oscuri giochi di potere. Luca Zingaretti è uno straordinario Giovanni Leone, mentre Fabrizio Bentivoglio è l’arrogante quanto credibile ministro Restivo, che risolve il problema dell’isola indipendente con metodi sbrigativi.

Film girato tra Bologna, Rimini, Riccione, Malta (le scene dell’isola), Roma e Valle d’Aosta, con un buon budget e una perfetta ricostruzione storica, che va dai mezzi di trasporto agli elettrodomestici, passando per il modo di vestire e per le abitudini dei giovani del tempo. Notevole la colonna sonora a base di pezzi d’epoca, soprattutto balneari, musica da ballo da balera romagnola, che hanno segnato la stagione del Bandiera Gialla di Rimini. Gli attori principali recitano con ottima cadenza romagnola.

Una commedia realistica, a tratti grottesca e scanzonata, sentimentale e drammatica, sceneggiata con ritmo e montata con i tempi giusti. Consulenza storica di Walter Veltroni, che sulla storia ha scritto un romanzo (L’isola e le rose). Ottima la fotografia curata da Valerio Azzali, colorazione anticata della riviera romagnola, realistiche sequenze bolognesi, tutto color pastello, caldo e avvolgente, in sintonia con il mondo degli anni Sessanta. Prodotto da Matteo Rovere. Distribuito da Netflix.

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Regia: Sidney Sibilia. Lingua Originale: Italiano, Francese. Durata: 117’. Genere: Commedia. Soggetto e Sceneggiatura: Sidney Sibilia, Francesca Manieri. Fotografia: Valerio Azzali. Montaggio: Gianni Vezzosi. Effetti Speciali: Stefano Leoni, Elisabetta Rocca. Musiche: Michele Braga. Scenografia: Tonino Zera. Costumi: Nicoletta Taranta. Trucco: Luigi Rocchetti. Consulenza storica: Walter Veltroni. Produttore: Matteo Rovere. Casa di Produzione: Groenlandia. Distribuzione: Netflix. Interpreti: Elio Germano (Giorgio Rosa), Matilda De Angelis (Gabriella), Leonardo Lidi (Maurizio Orlandini), Fabrizio Bentivoglio (Franco Restivo), Luca Zingaretti (Giovanni Leone), François Cluzet (Jean Baptiste Toma), Tom Wlaschiha (W. R. Neumann), Alberto Astorri (Pietro Bernardini), Violetta Zironi (Franca), Ascanio Balbo (Carlo), Marco Pancrazi (Bruno Spaggiari), Fabrizio Rongione (monsieur Carlozzi), Andrea Pennacchi (Ulisse Rosa), Federico Pacifici (ammiraglio), Christian Ginepro (poliziotto a Bologna), Luca Della Bianca (Francesco Cossiga).

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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