Rassegna stampa

In un Paese fermo da ormai troppo tempo, qualsiasi “evento collaterale” che ne rallenti ulteriormente la ripresa diventa un danno incalcolabile. Il blocco del Parlamento, chiesto dal PDL per la piega presa dal caso Mediaset, può essere annoverato fra quegli “eventi collaterali” che inesorabilmente allontanano la risoluzione dei nostri problemi. La decisione della Cassazione, che vuole emettere la sentenza definitiva sul processo che coinvolge Silvio Berlusconi  entro il 30 Luglio, ha fatto indubbiamente rumore. Di questo fatto si è parlato molto sulla stampa nazionale, ma anche su quella internazionale che, come troppo spesso accade quando la notizia coinvolge Silvio Berlusconi, si accanisce su di noi con malcelato “piacere”.  La Stampa titola il suo pezzo Il caso Mediaset blocca il Parlamento. Via libera del PD, ma il Partito è diviso. Il PdL sceglie la linea soft: niente crisi”. Come si legge nell’articolo, “l’accelerazione della Cassazione sul processo Mediaset terremota la maggioranza a fa tremare, per la prima volta, sul serio, il Governo”. I problemi non sembrano essere tanto nel PdL che Berlusconi riesce con il suo carisma di leader a tener compatto nonostante i “falchi” e le “colombe” che vi si trovano al suo interno, ma nel PD, che non ha ancora trovato “pace”  e soprattutto una “guida” che gli restituisca una credibilità oggi compromessa. Nel pezzo de Il Sole 24 Ore Processo Mediaset: il PdL blocca le Camere per un giorno, PD diviso.  Protesta M5S si parla di un “PdL all’arrembaggio dopo l’accelerazione imposta dalla Cassazione al processo per i diritti TV Mediaset (…)il voto dell’Aula suscita l’immediata reazione dei deputati grillini (…) il malumore serpeggia anche nelle fila del PD, che infatti si divide.” Anche qui lo spaccato di una situazione di stallo che non sembra portare a nulla di positivo, nonostante gli sforzi del paziente Primo Ministro, Enrico Letta. La sua “Montagna di Sisifo” sembra ogni giorno più insormontabile. Fabrizio De Feo su Il Giornale parla di “Aventino” del PdL, “ore di fuoco” scrive, “in cui la liturgia del dibattito interno viene sconvolta insieme alla consueta divisione tra estremisti e pontieri, tra falchi e colombe. La decisone della Cassazione sul caso Mediaset semina rabbia, indignazione, stupore. E ventiquattro ore  dopo i sentimenti sono, se possibile, ancora più inaspriti”. Viene da chiedersi, perché non mettere la stessa energia e forza sulle decisioni positive per rilanciare il Paese?  Carmine Saviano su La Repubblica titola il suo pezzo Berlusconi, la giornata più nera del PD. In rete: “Ma quando lo molliamo?  “Da un lato gli out out del PdL. Dall’altro il fuoco incrociato del Movimento Cinque Stelle, di Sinistra e Libertà e di una parte consistente del proprio elettorato. La sentenza della Cassazione prevista per fine Luglio e l’eventuale interdizione di Silvio Berlusconi dai pubblici uffici, rischiano di mettere in difficoltà non solo il Governo Letta, ma la tenuta del Partito Democratico”. Sembra che, come sempre, Berlusconi, in qualsiasi modo cada, cada in piedi…

Per quanto riguarda la stampa estera Gaia Pianigiani su The New York Times scrive nel suo articolo Italian Party of Berlusconi Stops Activity in Parliament,  “Come prova della fragilità politica dell’Italia, la coalizione del Governo del Primo  Ministro Enrico Letta ha vissuto momenti di grave tensione mercoledì, quando il maggiore Partito di centrodestra a cui capo c’è l’ex Primo  Ministro, Silvio Berlusconi, ha chiesto una sospensione del Parlamento per discutere un’imminente decisione del Tribunale che coinvolgerebbe Silvio Berlusconi e potrebbe serie conseguenze politiche”,  e prosegue con un commento del Professor Gianfranco Pasquino (Università John Hopkins di Bolgna) che dichiara “ questo Governo è consapevole di essere molto esposto – è uno dei rischi di qualsiasi Governo di coalizione, e questo fatto non lo rende certamente più forte, sarà più forte solo quando le sue politiche abbatteranno i numeri della disoccupazione e rilanceranno l’economia”, e, ricorda la Pianginini, che S&P ha già pensato a declassare l’Italia. La grande Agenzia di Stampa cinese Xinhua lo dice nel titolo stesso del suo articolo: Berlusconi’s lega troubles slow Italian government action, è la drammatica verità: da 20 anni i guai giudiziari di Berlusconi frenano i Governi e le loro iniziative. Quando potrà mai ripartire il Paese se il freno viene tenuto tirato?  Philippe Ridet titola il suo pezzo per Le Monde  Les partisans de Silvio Berlusconi décident la grève du Parlement, e scrive “salvare l’Italia o Berlusconi? All’indomani di una giornata contraddistinta dalla decisione della Corte di cassazione di emettere il prossimo 30 Luglio la sentenza sulla condanna in appello di Silvio Berlusconi (…) i parlamentari del PdL hanno deciso di boicottare, mercoledì 10 Luglio, i lavori di Camera e Senato nonostante il peggioramento della situazione economica (…) Se i due eventi – il calendario giudiziario e l’aggravarsi della recessione – non hanno niente a che vedere tra loro, portano una forte tensione in seno al Governo di coalizione diretto da Enrico Letta, vedi una minaccia (…) Gli analisti temono che l’Italia ripiombi nell’instabilità politica e non possa tener  fede ai suoi impegni di bilancio.”

© Futuro Europa

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