Like a Rolling Stone, cinquantacinque anni

Era il 30 agosto del 1965; cinquantacinque anni fa nei negozi di dischi arrivava Highway 61 Revisited il Long Playing (LP) di Bob Dylan che ha probabilmente segnato la storia non solo del futuro premio Nobel per la letteratura, ma anche quella della musica e di un’epoca che a livello musicale, e forse non solo, è irripetibile. Nel disco si trova “Like a Rolling Stone”, nominata nel 2004 la più bella canzone di sempre da una giuria di esperti selezionati dalla rivista “Rolling Stone” che hanno votato anche l’album come quarto più bello di sempre. Solo un passo indietro sullo scalino che vede al primo e terzo posto i Beatles con Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band e Revolver, mentre al secondo posto troviamo Pet Sounds dei Beach Boys. Like a Rolling Stone, per confermarne l’importanza, è anche considerata la canzone più acclamata di tutti i tempi secondo il sito di statistiche www.acclaimedmusic.net.

In Highway 61 Revisited Dylan dedica solo uno dei pezzi al genere acustico usato fino ad allora, optando per una svolta decisamente più rock. Il brano Desolation Road, considerata una delle sue più belle composizioni anche per le immagini di favole che si amalgamo a scene bibliche, è di una lunghezza all’epoca inusuale, ed è su ritmi acustici più vicini agli esordi, gli altri pezzi hanno ritmi più rock. Il titolo del disco muove dalla Highway 61, strada di 1.400 miglia che, si estende tra Wyoming e Louisiana, attraversa le terre del blues, incluso il Tennessee; luoghi che per Dylan fanno parte del suo sangue.

Like a Rolling Stone precede sul podio delle migliori canzoni di sempre Satisfaction dei Rolling Stones e Image di John Lennon: un successo non da poco considerando che i brani successivi sono What’s Going On di Marvin Gaye, Respect di Aretha Franklin e si deve scalare all’ottavo posto per trovare i Beatles con Hey Jude. Il Quartetto di Liverpool fa comunque la parte del leone nella classifica delle 500 con altri 22 titoli tra cui Yesterday, Let it Be, I Want to Hold Your Hand. Il singolo di Dylan aveva di poco anticipato l’uscita dell’album e raggiunse i vertici delle classifiche dove rimase dodici settimane per vedersi scavalcata non da una meteora qualsiasi ma da Help dei Beatles, altro brano nella lista delle 500 canzoni più belle di sempre.

Se è vero che i gusti, specialmente quelli musicali o di cibo debbano essere messi in discussione, Like a Rolling Stone è la prova che un minimo di obiettività deve guidare le scelte. Il pezzo rispecchia una società in pieno mutamento ed in cui le colonne sonore dei nuovi stili musicali si stavano sviluppando e susseguendo ad un ritmo serrato, raggiungendo livelli inimmaginabili e che trovarono il loro apice nel concerto di Woodstock.

Like a Rolling Stone sembra sia ispirata da Edie Sedwgwich, una attrice con cui Dylan ebbe una relazione e che prima di morire a 28 anni di overdose nel 1971 divenne una delle muse di Andy Warhol. Era veramente lei la ragazza che si vestiva in maniera raffinata e lanciava monetine ai barboni mentre frequentava le migliori scuole? E’ un’immagine che riusciamo ad immaginare: una donna che pensava tutto le fosse dovuto e che gli altri fossero lì solo per fare ciò che piaceva a lei.

“Adesso che cosa proverà ad essere in un luogo dove nessuno conosce il suo nome? Cosa si prova ad essere da soli, senza una direzione per tornare verso una casa che non c’è più? Come una perfetta sconosciuta. Come una pietra che rotola. Like a Rolling Stone. E la chiamano Miss Lonely”.

E’ l’immagine di un’America che sta cambiando, dove nascono e si sviluppano nuove idee di cui i suoi movimenti, da quelli studenteschi a quelli per l’uguaglianza, se ne fanno portabandiera. L’America sta cambiando, passando da quell’immagine che in Italia ci è stata trasmessa da Happy Days, dove la famiglia Cunningham vive il quotidiano della borghesia, in un periodo senza guerre, ed anche Fonzie era assimilato. Era un’America tornata dalla seconda Guerra Mondiale con l’aura del vincitore ed uscita indenne da quella di Corea. Il Vietnam toccò una generazione che fu la prima, dal 1775 a non combattere o vedere guerre. Il brano di Dylan è anche un’immagine di tutto ciò, nata dalla beat generation, ed anche per questo il suo valore è indiscutibile. Forse non la più bella di sempre per chi è affezionato al melodico e vorrà considerare canzone più bella Volare, O sole mio, o Caruso di Dalla. Ma Like a Rolling Stone porta in maniera splendida i suoi 55 anni insieme al suo messaggio che, oggi, sembra essere tornato di importante attualità.

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