Cronache dai Palazzi

“Una società attraversata da lacerazioni profonde corre un grave pericolo”, ha affermato il presidente Sergio Mattarella ricevendo al Quirinale le alte cariche dello Stato. “Sappiamo che la politica comporta anche scontri” ma, come affermava Aldo Moro, “non è importante che pensiamo le stesse cose, mentre è di straordinaria importanza la comune accettazione delle ragioni di libertà, rispetto, dialogo”, in pratica “chi riveste ruoli istituzionali deve avvertire la responsabilità di farlo per conto di tutti i cittadini. Il bene comune è, appunto, il bene di tutti, nessuno escluso”. Ed ancora, “chi amministra la cosa pubblica, chi è chiamato al compito di governare esprime certo gli orientamenti della maggioranza ma con il dovere di rispettare e garantire la libertà e i diritti degli altri, delle minoranze. Questa è l’essenza della democrazia, che richiede rispetto reciproco”.

Il capo dello Stato ha usato parole nette e precise per indicare le emergenze del Paese. La prima emergenza è la disoccupazione. “La prolungata fase di debolezza dell’economia – ha affermato Mattarella – ha inciso pesantemente sull’apparato produttivo del nostro Paese, con pesanti conseguenze occupazionali e gravi fenomeni di disgregazione sociale. Ecco la missione per cui combattere e il nemico da sconfiggere insieme: il lavoro che manca, quel lavoro indicato come fondamento della nostra Repubblica”.

Da qui il richiamo al mondo della politica affinché “risolva i problemi e non cerchi unicamente il consenso”. Occorre concentrare le energie invece di disperderle, “stabilendo priorità e concentrando le risorse per il futuro, tenendo conto degli effetti non solo immediati di quanto deciso”.

Il bilancio duro del 2019 impone un veloce recupero del senso di “responsabilità” nei confronti dei cittadini. In sostanza invece che azzuffamenti continui occorrerebbe tornare a progettare il futuro. “Non è un domani lontano – avverte Mattarella – cui non dedicare grande attenzione, ma è già cominciato e ci riguarda già oggi”.

Il presidente della Repubblica concentra il pensiero sui giovani, molto spesso “costretti all’emigrazione forzata”, una situazione “frutto di questa situazione di stallo”. Nel contempo Mattarella sottolinea, tra coloro che scelgono di rimanere in Italia, “l’emergere di energie nuove, con domande a far valere il loro diritto e futuro”. Tra i disastri del nostro tempo ci sono anche i mutamenti climatici “che fanno apparire fragili i nostri territori e rendono insicure le popolazioni”, ma si affermano anche fattori di crescita della società civile e democratica come “la presenza delle donne ai vertici delle istituzioni e delle imprese”.

Per quanto riguarda la contingente situazione politica, il capo dello Stato ha ribadito la legittimità politica del presente esecutivo, subentrato perché “si è formata una nuova e diversa coalizione, secondo i meccanismi previsti dalla Costituzione”. Schivando quindi l’argomento elezioni anticipate, che spunta di tanto in tanto dai discorsi di diversi esponenti politici, il presidente tutela la stabilità dell’interno sistema e del Paese, richiamando le forze che amministrano e che governano alla “responsabilità” nella gestione del “bene comune”, in pratica il principio su cui fondare la rappresentanza al servizio dei cittadini.

“Dopo la caduta di questo governo, che abbiamo fatto bene a far nascere, sarebbero inevitabili le elezioni”, ipotizza Nicola Zingaretti intervistato dal Corriere della Sera. “Sono convinto – aggiunge però il segretario dem – che ci siano tutte le condizioni per andare avanti. Ma ci vuole una comune volontà politica”. Per ora è stato evitato “l’aumento delle tasse e la bancarotta; avviata l’approvazione di una buona manovra di bilancio; garantito più giustizia e investimenti in settori strategici, pur nelle difficili situazioni date”. Sulla stessa linea del presidente della Repubblica, Zingaretti sottolinea la necessità di “definire meglio le priorità, un piano di azione concordato e di più ampio respiro”. In definitiva “la priorità assoluta è riaccendere l’economia”, concretizzare lo “sviluppo green” e la “rivoluzione digitale”, ed ancora “investire nella scuola e la conoscenza, accelerare sugli investimenti semplificando l’Italia, impostare e lanciare nuove strategie di politica industriale, mettere cioè al centro l’impegno per il lavoro e la giustizia sociale e ambientale”. I giovani rappresentano l’orizzonte al quale mirare: lo spirito che dovrebbe unire tutti è mettere al centro il futuro delle nuove generazioni che è “il futuro dell’Italia”.

L’ultima vicenda del referendum sul taglio dei parlamentari sembra non destabilizzare inoltre le forze della maggioranza; per Zingaretti “non influisce sulla data del voto” e anche i promotori del provvedimento escludono “un nesso tra referendum e durata della legislatura”. “Abbiamo tante cose da fare”, ha affermato a sua volta il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, quindi la richiesta di referendum confermativo sulla legge costituzionale che riduce il numero dei parlamentari (raccolta firme di 64 senatori, 41 dei quali di Forza Italia) “non influenza e non può influenzare l’agenda di governo”. Di fatto si “congela” la riforma che non potrà quindi entrare in vigore a gennaio, in attesa che si svolga il referendum (tra il 15 aprile e il 15 giugno). L’ultimo referendum il cui oggetto era la riduzione dei parlamentari si è tenuto il 4 dicembre 2016, quando il 60 per cento bocciò la riforma strutturata dal governo Renzi.

Nelle condizioni attuali, se si dovesse tornare alle urne in tempi brevi a causa di un’eventuale crisi di governo, si voterebbe con le vecchie regole, il cosiddetto “Rosatellum”, per eleggere gli attuali 945 parlamentari e la norma verrebbe modificata in seguito. La Cassazione dovrà esaminare il quesito per un primo via libera e il secondo passaggio spetterà alla Corte costituzionale, la quale definirà i termini temporali della consultazione elettorale referendaria per un eventuale ritorno alle urne in primavera.

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