Il peso sottovalutato delle Fake News

I social sono invasi da Fake News, più o meno provocatorie; e questo è un dato di fatto con cui purtroppo ci dobbiamo confrontare quotidianamente. Ci imbattiamo in cugini e cognati di politici assunti in Senato per fare i portaborse a dodicimila euro al mese; in immagini di navi con un milione di migranti pronti ad invadere l’Italia, fino al famoso cantante nero Briano Maggio che non sarebbe più venuto in Italia fino a quando avremmo avuto Salvini come ministro. Ovviamente la prima notizia è assolutamente falsa; la seconda era una foto del concerto dei Pink Floyd a Venezia del 1989 e, in merito alla terza, stiamo aspettando che Brian May, il chitarrista dei Queen, ci regali le sue note e il ricordo di un’epoca irripetibile. Prima però aggiungiamo che queste immagini, come molte altre bufale, hanno invaso la rete ed erano accompagnate dall’invito a condividere “se sei indignato”. Centinaia di migliaia di utenti non hanno esitato a farlo e ad invadere anche i cellulari di amici e parenti. Un successo, niente da obiettare, per gli autori di queste (forse) provocazioni.

Un successo in tal senso lo ha avuto anche la notizia della proposta di adottare nelle nostre scuole i numeri arabi per favorire l’integrazione degli immigrati. Si è scoperto che molti non erano a conoscenza che in Italia, i numeri arabi, li usiamo da secoli, perlomeno da Leonardo Fibonacci, vissuto tra il 1170 e il 1214, e diventato famoso più per una citazione in un libro di Dan Brown che non per le sue opere matematiche. E’ comunque allarmante il numero delle condivisioni e l’assurdità dei commenti. In rete sono ancora presenti video che lasciano dubbi sull’effettività dell’insegnamento scolastico.

Le fake possiamo inventarcele anche noi stessi, magari in buona fede. Pensiamo a quando mezza America fuggì dalle grandi città durante la trasmissione sotto forma di sceneggiato radiofonico del libro “La guerra dei mondi. Il livello di realismo di Orson Welles e del suo staff, fece credere a molti americani che gli alieni realmente stessero per invadere la terra.

Meglio quindi i titoli veramente goliardici di Lercio che, in questo, mantiene la tradizione dissacrante de Il Male. Ma in quanti non hanno avuto almeno una volta un dubbio sulla veridicità di simili notizie? Oggi sulle Fake è possibile costruirsi un’immagine, una credibilità, una presenza televisiva, come nel caso di un personaggio dello spettacolo che, a fronte di un fisiologico calo di popolarità, si è inventata un falso marito e anche dei figli. Ma il pubblico ha dimostrato gradire.

Ma la regina delle Fake, che ancora oggi sviene usata per darsi visibilità e cavalcare lo spirito del credulone (nonostante internet darebbe la possibilità di informarsi), resta, purtroppo, uno dei più grandi falsi della storia che, periodicamente torna galla e viene strumentalizzata nel modo peggiore. Si tratta dei Protocolli dei Savi (o Anziani) di Sion. Un documento spudoratamente falso, che iniziò a circolare in Russia dopo l’assassinio dello Zar Alessandro II nel 1881 e venne divulgata al massimo dalla polizia segreta zarista, la Ochrana, durante la vicenda Dreyfuss. Nel testo si fa menzione di un piano sionista massonico per la conquista del mondo. La falsità del documento venne dimostrata già negli anni venti dal Times di Londra, ma i Protocolli vennero tradotti e diffusi; in Germania una versione venne curata dall’ideologo nazista Alfred Rosenberg, e Hitler non macò di inserirla nel suo Mein Kampf. Purtroppo il documento è ancora oggi in circolazione e gli effetti sono purtroppo devastanti ed evidenti.

In tempi recenti questo falso storico è stato ripreso non da qualche hater di professione su Facebook, bensì da un senatore grillino, Elio Lannutti che, verso l’inizio dell’anno, in un tweet, faceva proprio il testo dei Protocolli attribuendone la creazione ad un gruppo ebraico che controlla il sistema bancario internazionale. Male, anzi malissimo, possiamo dire. Ovviamente è seguita la cancellazione del post e scuse di circostanza, credibili quanto il campo di calcio rotondo dei cartoni di Holly e Benji. Ovvie le reazioni di indignazione e la protesta trasversale, tra tutte quella di Zingaretti, all’epoca candidato alla segreteria del PD che chiese a Di Maio di prendere le distanze. Cosa che puntualmente avvenne.

Oggi, però, lo stesso Lannutti è il candidato dei grillini alla presidenza della commissione d’inchiesta sulle banche. Lo stesso Lannutti già fondatore e presidente dell’Abusdef, associazione a tutela dei cittadini dalle banche. Un chiaro conflitto di interessi, al punto che speriamo almeno questa sia una Fake news.

In ogni caso il dato allarmante su cui è necessario focalizzarsi è di come in rete vi siano notizie talmente false che lasciano il dubbio se possano essere vere, e rimane difficile distinguere un video ironico da uno veritiero. Si parla di proposta di legge sulle Fake News; ben venga, ma che a scriverla non siano politici che le fake hanno contribuito a diffonderle e cavalcarle.

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