Inquisición (Film, 1976)

Inquisición è il debutto alla regia di Jacinto Molina, che si riserva il ruolo del protagonista, il perfido inquisitore Bernard de Fossey, che verso la fine del 1600 dà la caccia alle streghe in un paesino della campagna francese coadiuvato da una squadra di magistrati torturatori. Il piccolo drappello di inquisitori viaggia da una località all’altra, vede passare processioni, lebbrosi e malati di peste coperti di orride piaghe, combatte il culto del demonio e il diffondersi della stregoneria.

Catherine (Giordano) è innamorata di Jean (Galiardo) ma il vecchio padre non ha ancora dato il consenso per le nozze quando il fidanzato parte per far visita a un parente e viene ucciso da alcuni manigoldi in un’imboscata. Bernard viene ospitato a casa del padre di Catherine, sindaco del villaggio, e lì comincia la sua opera di sterminio delle donne accusate di stregoneria. Si mette in luce un perfido personaggio, orbo da un occhio, misogino al punto di accusare di patto con il diavolo le ragazze che non vogliono giacere con lui. Bernard s’innamora di Catherine, che intanto si avvicina alla stregoneria grazie a una vecchia che promette di farle conoscere il nome e il volto di chi ha ucciso il suo Jean. Tra realtà e fantasia, realismo e parti oniriche, sembra che Catherine accetti di farsi possedere dal diavolo e finisca per scendere a patti con lui. La fede nel demonio le dovrebbe servire a scoprire il colpevole della morte del fidanzato e tutto sembra vero perché crede di vedere il volto dell’inquisitore mentre paga i sicari. Catherine asseconda le voglie di Bernard ma viene scoperta dal collega dell’inquisitore come partecipante ai riti magici e finisce sul rogo insieme al suo amante che lei stessa accusa davanti ai magistrati.

Molina dimostra tutto il suo amore per l’horror gotico italiano e per Mario Bava in particolare citando a più riprese la sua fotografia dai toni accesi, usando spesso il giallo e rosso, ma anche foschi notturni e cupi interni. Mano ferma, nonostante sia il primo film, ottima direzione di attori, molto zoom e tanti primissimi piani, ottime panoramiche della campagna spagnola, descritta come se fosse la Francia. Ambientazione e scenografia curate nei minimi particolari fanno perdonare un eccesso di compiacimento nelle torture (capezzoli divelti, arti spezzati…) e in alcuni nudi femminili, abbastanza gratuiti (le ragazze che fanno il bagno). A un certo punto Molina sembra dar credito alla stregoneria quando presenta Catherine davanti al diavolo mentre chiede di firmare il patto satanico.

Il finale rocambolesco spiega tutto come un sogno malato della ragazza, sconvolta dalla perdita del suo amore, che muore bruciata dalle fiamme del rogo come il tormentato inquisitore. Ottime le parti oniriche, sia il sogno che ricostruisce al ralenti la morte del fidanzato come le varie congreghe demoniache prima del patto satanico. Gatti neri, corvi, vecchie streghe, adoratori del demonio e danze infernali completano il clima da horror gotico. Buona la musica spagnola, soprattutto chitarra e corde, mentre le note del piano si fanno più intense nelle parti drammatiche. Tutte le sequenze horror a base di torture sono molto realistiche, ai limiti del sadico, tra donne marchiate a fuoco, tormentate con tenaglie e attrezzi di ferro rovente per indurle a confessare. La ruota dentata che stira le articolazioni e lo strumento per schiantare le ossa sono ben ricostruiti in studio. Erotismo quanto basta, secondo tradizione italo-ispanica per una simile tipologia di film, con molti nudi femminili, non sempre giustificati.

Molina nei panni di Naschy è molto bravo a dare sostanza a una figura di magistrato innamorato, roso dai dubbi e per niente sicuro del compito che deve portare a termine. Daniela Giordano recita in spagnolo e interpreta il ruolo drammatico più convincente della sua carriera, prima donna innamorata che perde il compagno, poi perfida strega che scende a patti con il demonio e si vendica dell’inquisitore. Bellissima vestita di rosso – colore della tentazione – quando si concede al diavolo e subito dopo fa innamorare l’inquisitore. Un vero peccato che Inquisición non esca sul mercato italiano, ancora adesso si può vedere solo in castigliano, con tutti i problemi del doppiaggio iberico, altisonante e pomposo. Daniela Giordano non ottiene alcun beneficio per la futura carriera italiana, la sua interpretazione viene poco vista, se non dagli appassionati e spesso in data successiva all’uscita in sala.

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Regia: Jacinto Molina. Soggetto e Sceneggiatura: Jacinto Molina. Direttore Artistico: Augusto Fenollar. Fotografia: Miguel F. Mila. Montaggio: Soledad López. Scenografia e Ambientazione: Gumersindo Andrés. Arredamenti: Juan García. Musica: Máximo Baratas. Edizioni Musicali: Phonorecord. Effetti Sonori: Luis Castro. Organizzatore di Produzione: Angel Quintana. Direttore di Produzione: Roberto P. Moreno. Trucco: Fernando Florido. Aiuto Regista: Andrés Vich. Operatore alla Macchina: Julio Burgos. Fotografo di Scena: José Salvador. Teatri di Posa: Estudios Cinematograficos Arganda y Abadia de Talamanca. Sonorizzazione: Cinearte SA. Tecnico del Suono: Enrique Molinero. Pellicola Girata: Eastmancolor – Pantalla Panoramica. Laboratori: Fotofilm Madrid SA. Effetti Speciali: Pablo Pérez. Case di Produzione: Ancla Century Films, Anubis Films. Produttori: Rafael Adz. e Martinez de Azcoitia. Interpreti: Paul Maschy, Daniela Giordano, Monica Randall, Ricardo Merino, Tony Isbert, Iulia Saly, Antonio Iranzo, Juan Luis Galiardo, Eduardo Calvo, Tota Alba, Maria Salerno, Eva León, Loretta Tovar, Jenny O’ Neill, Isabel Luque, Belen Cristino, Antonio Casas.

©Futuro Europa®

 [NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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