Letterina al Sindaco di Roma

«Caro Marino Ignazio, devo dirti che mi stai antipatico a pelle e quindi tutto quello che scriverò sarà anti democratico a prescindere. Intanto mi faceva tremare gli aggettivi sentirti dire “Daje” con quell’accento da emigrante emigrato; eppure sono mille anni che vivi nella Città eterna! Un po’ come Dan Peterson, lo ricordate? Il cronista di sport che nonostante fosse in Italia dai tempi dell’inizio della guerra dei cent’anni, ancora parlava tutto dilatato tipo: tiu sei il meliore giocatore ti tuti i tempi….

Vabbè, a parte questo, spiegami un po’ questa storia dei Fori imperiali. Intanto sei ridicolo a viaggiare in bici con la scorta in bici; un pochino solleticando qualche bontempone a costruire finti sanpietrini esplosivi nel tragitto tra casa e bottega. “Fai ride” direbbe qualcuno. E poi sei pure caduto, quindi come ciclista sei pure scarso.

E poi vi chiedo, Signor Giudice, Signori della Corte, ma a voi sembra che a Roma il problema prioritario sia la pedonalizzazione di una via, a monte di tanti tanti tanti – e aiutami a dire – tanti problemi. Forse la pedonalizzazione è seconda solo allo Jus Soli, visto che ormai qui si mangia pane e sociale e il popolo nemmeno chiede più sesterzi. Io – come cittadina di questa povera città, ormai somigliante a una vecchia signora troppo imbellettata – sono in attesa di qualcosa. Magari di rendere pedonale sul serio il tridente: quelle vie e viuzze dove i ristoranti con i tavoli fuori mettono sul menù robe tipo: bucatini alla matriciana al sapore di scarico, oppure rigatoni ora di punta. Insomma, questa bella donna ha bisogno di un bravo ortopedico. Va bene che sei pure chirurgo, ma operare è l’ultima soluzione, prova prima con la fisioterapia. Intanto faranno le prove, adesso che il traffico è un po’ dimesso causa periodo estivo; vedremo cosa succederà verso il 15 o 16 settembre con l’apertura della scuole.

Io comunque esprimo le mie perplessità tenendo aperta la possibilità di ricredermi e poi scrivere una lettera di elogi; l’unica cosa che mi fa essere scettica è che a fare bene il Sindaco avendo un bel bilancio sarebbero buoni tutti. Far quadrare i conti è più difficile e ancora di più è non dare la colpa ai soldi, tipo: se avessimo fondi potremmo. se avessimo da spendere potremmo ecc. Insomma, vorrei non leggere dichiarazioni di questo tenore.

Sarebbe bello che Marino Ignazio facesse un pochino d’ordine tra i tanti impiegati comunali portatori sani di fotocopie e visitasse a sorpresa, magari andandoci in tram, alcuni uffici rimasti ancora all’epoca di Fantozzi. Insomma Signor Sindaco, scenda dalla bici e guardi bene i problemi della città; abbia il coraggio di mandare a casa chi è un costoso di più, faccia un’ordinanza che obblighi i cittadini a un comportamento decoroso sempre, impedendo a colpi di scudiscio patetiche visioni dei monumenti più belli del mondo usurpati da sederi con cellulite e sandali francescani con calzini grigi. Sindaco facce sognà, noi ormai per farlo ricorriamo agli psicofarmaci!»

© Futuro Europa

Print Friendly, PDF & Email
Condividi

Sii il primo a commentare su "Letterina al Sindaco di Roma"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non sarà pubblicato


*