Dellai (PI): ripartire da lavoro, territori e comunità

Un roadshow fittissimo di incontri e consultazioni, quello vissuto dalla politica italiana nelle ultime ore. Dopo la presentazione del nuovo Governo, il discorso alle Camere da lunedì, il voto di fiducia e poi il via. Obiettivi: Europa e 2018. Un nuovo Governo, con uno sguardo al Semestre europeo e alle necessità più vive del paese. Ne abbiamo parlato con l’onorevole Lorenzo Dellai, Presidente del Gruppo Popolari per l’Italia alla Camera dei Deputati, già Sindaco di Trento per due mandati e poi presidente della Provincia Autonoma di Trento, per tre mandati, sino al 2012.

On. Dellai, lei è fondatore del partito “Popolari per l’Italia” insieme al ministro Mario Mauro e ad altri parlamentari. Come state vivendo queste ore?

«Come sapete in questi giorni abbiamo preso parte alle consultazioni con il Capo dello Stato e con il Premier incaricato. Una serie di incontri in cui abbiamo condiviso con le istituzioni la nascita di un  quadro politico nuovo e l’attenzione che i Popolari pongono al Paese in questa fase delicata per l’assetto e la tenuta istituzionale. Per quel che ci riguarda, e proprio per il momento delicato in corso, abbiamo mantenuto un approccio molto costruttivo con le istituzioni e serio rispetto al senso di responsabilità che il Capo dello Stato ha chiesto a tutte le forze politiche. Allo stesso modo comprendiamo pienamente la straordinarietà del momento e le concitazioni per il nuovo Governo.»

Già, il nuovo Governo batte il tempo della scena pubblica. La staffetta, le maggioranze del PD…

«Il Paese attraversa un momento particolarmente difficile e delicato. L’impegno che i Popolari per l’Italia stanno mettendo al servizio del Paese è un impegno orientato alle riforme, a quel processo di ricostruzione del senso delle istituzioni e delle priorità politiche di cui l’Italia ha davvero bisogno. Così facendo, stiamo lavorando per portare al centro del dibattito una visione innovativa delle riforme, elevando il dibattito e concentrandolo proprio sulle categorie che più di tutte sentono il morso della crisi: le famiglie e le imprese.»

Infatti, se ne parla da tempo. Su che tipo di riforme sono impegnati i Popolari?

«Le riforme più importanti che i Popolari per l’Italia hanno in mente – e che abbiamo portato anche al tavolo con il Premier incaricato – sono quelle, come le dicevo, per la famiglia e le imprese. Sta montando nel Paese un bisogno di cambiamento e di cose concrete – e la protesta delle imprese a Roma non è che l’ultima puntata di una saga chiusa tra burocrazie, tributi e freni tirati. In Italia c’è bisogno di cambiare passo, ma non in senso individualista od orientati a interessi particolari. C’è bisogno di un’azione riformatrice che sia in grado di ristabilire la priorità della politica e che vada nella direzione delle comunità e dei territori, i veri asset del nostro Paese.»

Il territorio, appunto. Troppo spesso la politica si chiude nel Palazzo e si allontana dalla quotidianità. Quanto sono importanti il territorio e le comunità nella vostra mission?

«I territori – e più in generale le comunità locali e sociali – sono per noi il punto focale dell’impegno politico. Occorre ripartire dai bisogni delle comunità se si vuole riagganciare la crescita. Vede, l’Italia sta vivendo un aumento della solitudine e dell’impoverimento del ceto medio. In altri termini, il Paese vive uno sfilacciamento delle classi produttive e un impoverimento della vita nelle comunità. E allora, una volta rilevato il fenomeno, è proprio da qui che occorre partire con l’azione politica, intervenendo sulle comunità e sui ceti produttivi. Solo così si potrà ricostruire il tessuto italiano. In questo, una politica a supporto del lavoro credo che sia imprescindibile, soprattutto per i Popolari.»

On. Dellai, in tema di programmi, quali le linee guida dei Popolari per l’Italia?

«Come le dicevo, la nostra azione si muove nel solco dei territori, in prossimità delle famiglie e a sostegno del lavoro. Per noi la famiglia e l’impresa restano il centro di qualsiasi programma. E poi il supporto alle PMI, in special modo alle start up innovative e alle micro e piccole imprese, che sono la vera spina dorsale dei territori, oltre che luoghi di socialità e comunità. Non è pensabile un Governo che non si occupi di lavoro e di crescita, di ripresa della produzione industriale e di servizi. Il senso e l’orizzonte dell’azione dei Popolari per l’Italia si muoverà proprio in questa direzione. Su tempi e modi, poi, conveniamo con Matteo Renzi che l’urgenza e la delicatezza del momento ci impongono un realismo e una concretezza senza precedenti.»

l’Italia si appresta a guidare il Semestre di presidenza in Europa. Berlusconi sostiene che il Premier incaricato di turno “passa solo le carte” al Presidente del Consiglio Ue, oggi Van Rompuy. Lei cosa ne pensa?

«La visione di Berlusconi delle istituzioni comunitarie e dell’Europa la conosciamo, non ci stupisce e nemmeno ci preoccupa. Siamo piuttosto impegnati a promuovere e a valorizzare l’azione europea dei Popolari per l’Italia. In Italia serve una consapevolezza nuova dell’Europa e su questo, mi permetta, i Popolari possono dare da subito un contributo e una visione innovativa della politica europea. Così come, allo stesso modo, possono essere testimoni di una buona politica per l’Italia fatta in Europa.»

Intende dire che per stare in Europa serve molto di più della semplice rappresentanza?

«Intendo dire che i nostri padri – da De Gasperi a Spinelli – per anni hanno guidato il Paese in quella direzione, lì ci hanno portato ed è proprio lì che intendiamo mantenere l’Italia, con un ruolo forte – quale le spetta – e i piedi ben puntati nel popolarismo di natura europea. Non è un rigurgito nostalgico ma semplicemente una “visione calda” dell’Europa che, letta con la profondità dei nostri padri, è molto di più di quell’Europa che ci hanno dipinto fino ad oggi».

Presidente, il Governo Renzi è a pochi passi dai nastri di partenza; di che uomini ha bisogno per restare saldo nell’Europa della realpolitick? Ciò, specie in un periodo di vivacità come il Semestre, dove i ministri italiani saranno anche ministri della UE.

«Non vi è dubbio che la compagine di Governo che Renzi porterà al Colle dovrà essere di grande respiro e rappresentare al meglio le intelligenze politiche di cui il Paese dispone. Non vi è altrettanto dubbio, però, che il tratto europeo dell’esecutivo Renzi dovrà essere chiaro e riconoscibile. L’impegno del Semestre chiama le istituzioni ad uno sforzo qualitativo nella scelta dei membri di Governo che, come detto, dovrà nascere fortemente europeista. In questo, i Popolari possono esprimere uomini e donne di grande valore europeo, da sempre attenti al lavoro, alla sussidiarietà, alla crescita e ai territori. Il Governo Renzi dovrà avere sicuramente una marcia forte e tenere ferma la barra sui valori universali della famiglia e del lavoro. Solo così, allora, l’Italia in UE potrà davvero riaccendere i motori e tornare a crescere.»

©Futuro Europa®

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