Lavoro e BYOD, lo stato dell’arte

In un contesto dove siamo costantemente connessi, la naturale evoluzione del lavoro è il cosiddetto Bring Your Own Device, anche conosciuto con la sigla BYOD. Con questo concetto, s’indica la possibilità per i dipendenti di una data azienda di poter utilizzare le proprie strumentazioni tecnologiche (smartphone, tablet e personal computer) per lavorare. Si tratta di una tendenza in rapida crescita nel mondo imprenditoriale, non solo all’estero ma anche in Italia, dove si sta pensando ad una legge ad hoc per regolamentare lo smart working e differenziarlo, attraverso un contratto dedicato, dall’attuale telelavoro.

Fino ad ora il BYOD non è mai stato applicato perché considerato poco “complaint” con le norme di sicurezza imposte dalle aziende – soprattutto di grandi dimensioni – ma nell’ultimo periodo ne sono stati messi in luce i benefici che, secondo gli esperti IT, avrebbero addirittura superato i rischi e i possibili problemi d’interoperabilità tra device mobili, sistemi e applicazioni. A richiedere di poter utilizzare i propri strumenti e dispositivi informatici sono in primis i lavoratori: una recente ricerca condotta dal Politecnico di Milano rivela che il oltre il 60% dei dipendenti ritiene di essere in possesso di strumenti migliori e più performanti rispetto a quelli forniti in dotazione dall’azienda.

Il BYOD è un paradigma che sottende ad un nuovo modo di lavorare. I vantaggi includono maggiori opportunità di collaborazione per i dipendenti (è, per esempio, consentito l’accesso ai social networks), ma anche l’aumento della produttività (+60%) unita al miglioramento del clima sul posto di lavoro e il beneficio ambientale determinato dal minor utilizzo di automobili e mezzi inquinanti. I dipendenti sono più motivati e possono gestire in completa autonomia le loro attività, scegliendo come, quando e quali strumenti utilizzare, senza doversi necessariamente recare in ufficio. Ma come si traducono in concreto questi benefici? Un’infografica realizzata da Cisco in collaborazione VEM stima un risparmio medio di almeno 81 minuti a settimana per dipendente (il 36% riesce a ricavare almeno due ore a settimana), quelli che altrimenti verrebbero impiegati per gli spostamenti casa-ufficio. Queste evidenze trovano conferma nei risultati del sondaggio condotto fra le 104 aziende di Milano e dintorni, che lo scorso 6 febbraio 2014 hanno aderito alla prima Giornata italiana del Lavoro Agile.

Il BYOD rende, dunque, lavoratori mobili, flessibili e rientra assieme al lavoro agile sotto il cappello dello smart working. Smart working significa reinventare il concetto di ufficio e parte dal presupposto che si possa lavorare in maniera efficiente anche al parco, in palestra e perché no sul divano di casa.

I dati raccolti dal Politecnico di Milano evidenziano una crescita degli investimenti verso questa direzione. Già da quest’anno il 73% circa delle grandi organizzazioni dovrebbero garantire l’accesso alle applicazioni corporate in modalità cloud, disponibili sempre e dovunque i loro dipendenti si trovino. L’apertura verso queste nuove modalità di lavoro, però, non basta, ma deve essere accompagnata da policy esaustive, che ne definiscano i termini di utilizzo.

©Futuro Europa®

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