
Il Nibbio (Film, 2025)
Il secondo lungometraggio di Alessandro Tonda – dopo The Shift che dobbiamo recuperare – continua sulla strada del thriller e dell’action-movie narrando una storia vera, unendo il gusto nordamericano per effetti speciali e spettacolo alla profondità del cinema europeo.
La storia risale al 2005 (si tratta del racconto partecipe dei 28 giorni di prigionia di Giuliana Sgrena, corrispondente di guerra in Iraq per conto di Il Manifesto) dal punto di vita di Nicola Calipari, fino alla sua uccisione per un tragico errore da parte di una pattuglia statunitense. Il 4 marzo del 2005 è il compleanno del figlio di Nicola e il generale del SISMI viene ammazzato dopo aver portato a termine la sua più difficile missione.
Il regista e gli sceneggiatori (Petraglia e Bagnatori sono bravissimi) compongono un mix di vita quotidiana e affetti personali che si fonde con la vita politica dell’alto funzionario in un complesso intricarsi di eventi. Nicola Calipari è un uomo con i suoi problemi e la sua vita privata, ha una moglie con la quale va a vedere i film di azione, sopportando le pellicole impegnate che tanto piacciono alla compagna. La figlia vorrebbe andare più spesso in vacanza con lui, il figlio vorrebbe avere accanto un padre per le feste, magari per vederlo giocare a calcio. Nicola muore proprio quando aveva deciso che sarebbe stata la sua ultima missione, per tornare a fare una vita diversa, in polizia, dedicando più tempo alla famiglia.
Tonda non costruisce il santino di Calipari, non celebra un eroe, non indugia sulla retorica patriottica, ma racconta la vita di un servitore dello Stato che crede nel suo lavoro e nella missione affidata. La sceneggiatura non perde un colpo, compone, sequenza dopo sequenza, grazie a un ottimo montaggio alternato, un film emozionante, entrando in punta di piedi nella vita di Calipari. Tutti i protagonisti sono persone e non personaggi, come dice il regista, che come prima scelta per il ruolo di Calipari pensa a Lo Cascio (più simile fisicamente), ma Santamaria dimostra grandi doti da interprete calandosi nel ruolo con partecipazione. L’attore perde 12 chili, la sua figura deve rappresentare un uomo che lavora con il pensiero e non con il fisico, Il Nibbio non è un James Bond all’italiana, cosa lontana anni luce dalla volontà del regista. Sonia Bergamasco è una credibile Giuliana Sgrena, macerata da tormenti e paure durante la prigionia, così come è bravissima Anna Ferzetti nel ruolo della moglie innamorata e comprensiva.
Il film è una spy-story girata tra Roma e il Marocco del Nord (tra Rabat e Tangeri, con la finzione che sia Baghdad), che racconta l’ultima missione di un uomo diventato famoso dopo la morte, perché come funzionario dei servizi segreti doveva restare nell’ombra. Non è facile costruire un film di genere partendo da una storia vera, perché il pubblico conosce il finale, ma il regista è così bravo da inserire la giusta suspense e lo spettatore potrebbe anche convincersi che le cose andranno diversamente. Grande cinema italiano, come si vorrebbe vedere più spesso, capace di coniugare impegno civile e spettacolo, composto da una fotografia marocchina solare e viva, girato con movimenti di macchina rapidi e convulsi nelle scene di pura azione. Colonna sonora suggestiva che diventa più dolce e suadente quando si avvicina il tragico epilogo. La scena finale, quando la moglie riceve la notizia della morte di Nicola, vale da sola il prezzo del biglietto per quanto è ben confezionata, in un crescendo di silenzi e tensione, fino al pianto liberatorio tra madre e figlia.
Il Nibbio (soprannome di Calipari negli ambienti dei servizi) è un film di genere capace di andare oltre i confini del thriller e del cinema d’azione. Non è facile riuscire in una simile impresa. Da vedere!
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Regia: Alessandro Tonda. Soggetto: Davide Cosco, Sandro Petraglia, Lorenzo Bagnatori. Sceneggiatura: Sandro Petraglia, Lorenzo Bagnatori. Fotografia: Bruno Degrave, Paola Roberti. Montaggio: Chiara Vullo. Musiche: Paolo Vivaldi. Scenografia: Sabrina Balestra. Costumi: Ginevra De Carolis. Trucco: Lucia Patullo. Produttori: Stefano Bethlen, Meryem Hamdi, Guglielmo Marchetti, Daniele Mazzocca, Joseph Rouschop. Produttori Esecutivi: Andrea Borellas, Said Hamich, Mario Mazzarotto. Case di Produzione: Notorious Pictures, Raio Cinema, Tarantula, Netflix, Alvon Communications, Ministero della Cultura, Regione Lazio, Shelter Prod, Taxshelter. Be, Tax Shelter du Gouvernement Fédéral Belge, Wallimage. Distribuzione (Italia): Notorious Pictures. Lingua Originale: Italiano, Inglese, Arabo (sottotitolati). Paesi di Produzione: Italia, Belgio. Anno: 2025. Durata: 92’. Genere: Action, Storico, Biografico. Interpreti: Claudio Santamaria (Nicola Calipari), Sonia Bergamasco (Giuliana Sgrena), Anna Ferzetti (Rosa Maria Villeco), Antonio Zavattieri (Nicolò Pollari), Davy Eduard King (Lieutenant Acosta), Mirco Tahoun (Mario Lozano), Diego Verdegiglio, Biagio Forestieri, Andrea Giannini, Beniamino Marcone, Maurizio Tesei, Jerry Mastrodomenico, Massimiliano Rossi, Vanni Bramati, Hossein Taheri, Alessandro Coccioli, Beatrice De Mei, Silvia Degrandi, Marta Giovannozzi, Yonov Joseph, Walter Lippa, Robert Madison, Fethi Nouri, Alessandro Pacioni, Lorenzo Pozzan, Tommaso Riccucci, Paola Roberti.
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