La Bulgaria di nuovo al voto

La Bulgaria si è presentata alle urne per eleggere i suoi 17 rappresentanti al Parlamento Europeo, evento programmato e atteso; quello che non ci si aspetterebbe è che si debbano tenere per la sesta volta in tre anni le Elezioni politiche. Nel frattempo, sarà il presidente della Corte dei Conti di Sofia, Dimităr Glavčev, a svolgere le funzioni di primo ministro ad interim per guidare il Paese alle urne. La nomina di Glavčev e l’annuncio delle elezioni anticipate da parte del presidente Radev è arrivato dopo il rifiuto del mandato da parte della vicepremier e ministra degli Esteri uscente, Mariya Gabriel, per GERB-Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria, e successivamente del premier uscente, Nikolai Denkov, per i liberali di Continuiamo il cambiamento – Bulgaria Democratica e di Slavi Trifonov per il movimento populista C’è un popolo come questo.

Tutto nasce da una maggioranza formatasi tra formazioni decisamente diverse, la crisi è iniziata con le dimissioni da parte del premier Denkov il 5 marzo per onorare il patto di governo del maggio 2023 tra i conservatori e i liberali, che aveva sancito la rotazione di nove mesi tra Gabriel e Denkov alla carica di premier e vicepremier (e ministro degli Esteri). Ai problemi istituzionali si sono aggiunte le accuse di corruzione a Boyko Borisov, leader del partito di maggioranza relativa GERB. Ad inizio aprile il presidente Rumen Radev ha svolto una serie di consultazioni che non hanno avuto esito positivo, confermando la rottura del patto di maggioranza tra il GERB (Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria) e la formazione di Prodalzhavame Promyanata.

Per le elezioni parlamentari, la legge elettorale bulgara prevede l’applicazione di un sistema proporzionale a lista aperta, con la possibilità di esprimere voti di preferenza, in 32 collegi elettorali plurinominali (compreso uno, denominato “Estero”, per i cittadini all’estero), il cui peso politico può variare da 4 a 19 seggi. In aggiunta, è prevista una soglia di sbarramento al 4%, sebbene quest’ultima sia calcolata utilizzando solo i voti validi per i partiti e i candidati indipendenti, e dunque non il totale dei voti validi (che includerebbero le preferenze per “Nessuno dei voti di cui sopra”, scelta ammissibile nel paese), portando così alla possibilità che un partito vinca seggi anche se nominalmente al di sotto di tale soglia. Il dibattito interno ha fatto scalare in secondo piano l’importanza delle elezioni europee, dando voce ai partiti euroscettici come Vazrazhdane (Rinascimento), con le solite frasi fatte di stampo populista, “sottrarre il potere ai burocrati di Bruxelles e restituire spazi di sovranità agli stati membri.”.

Temi europei importanti per la Bulgaria non mancano, l’adesione alla moneta comune per il 2025 non pare per nulla certo a causa dei problemi economici del paese e dell’inflazione. Come ancora da completare è il processo che dovrebbe portare al completamento dell’ingresso di Sofia nell’area Schengen. attualmente, la Bulgaria è stata ammessa allo spazio di libera circolazione dallo scorso marzo, ma solamente per quanto attiene i confini aerei e marittimi, non per quelli terrestri. Un problema non da poco, tenendo conto che il 97% dei prodotti bulgari vengono trasportati via terra, e al momento non esistono date precise per il completamento del processo.

Le prospettive seguenti il risultato del voto prevedono la maggioranza relativa alla formazione di Borisov, ma senza che questo basti per potere governare da soli, si potrebbe ripresentare la stessa situazione precedente la consultazione elettorale. Mentre il partito socialista resta ai margini e quello euroscettico, sperabilmente, non sfonderà.

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