Non ci si può credere…

Le stime ACI-ISTAT relative ai primi sei mesi del 2023 evidenziano, rispetto allo stesso periodo del 2022, una diminuzione molto limitata del numero degli incidenti stradali con lesioni a persone (79.124; -1,0%) e dei feriti (106.493; -0,9%), e una diminuzione più significativa delle vittime entro il trentesimo anno di età.

Poca roba purtroppo; i giovani specie il sabato sera, pigiano sull’acceleratore e magari un po’ brilli si sfrantumano contro qualche palo. Una vera piaga. Allora succede che le Istituzioni lanciano una campagna pubblicitaria per porre rimedio a queste sciagure. Ma il filmato ha un problema; nello spot girato all’interno di una vettura nessuno degli attori indossa una cintura di sicurezza.

Mi domando: l’hanno girata alcuni indigeni della Nuova Paupasia che non hanno mai visto una macchina? In una troupe non c’era un tipo, una tipa, un essere qualunque che si sia interrogato su cosa mancava? Avete presente quelli che caricano le pistole a salve nelle scene di film genere pim pum palline e polvere? Oddio, forse non è l’esempio migliore. Ma insomma, possibile che nessuno – dico proprio nessuno – della troupe che ha girato lo spot utilizzi le cinture in macchina?

E poi altra domandona: ma chi lo ha commissionato e quindi visionato non ha sollevato il problema? Boh, credo siamo proprio a un passo dall’estinzione dell’homo sapiens che lascerà spazio a generazioni di laureati in Intelligenza artificiale e il suo impatto sul moscerino della mela e sul monscerì. Il regista, poverino, si è detto dispiaciuto. E lì non commento.

Mi piacerebbe però sapere quanto è stato pagato. Fossi io il presidente dell’ACI lo sfiderei a duello. Devo dire che ultimamente ne abbiamo visti di spresempi; mi ricordo una bella Venere in giro per le più belle città italiane a promuovere posti conosciutissimi in tutto l’universo.

Dice il regista che lo rifaranno. Stavolta potrebbero chiedere una consulenza a qualche bambino dell’asilo; loro sicuramente conoscono meglio il Codice della strada.

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