Papa Francesco, tempi che cambiano

Con una media di 1.730.000 ricerche mensili su Google e oltre 49 milioni menzioni, Papa Francesco è stato recentemente eletto a personaggio più popolare del web, inteso a livello globale, tanto da aver superato leader politici del calibro di Obama e della cancelliera tedesca Angela Merkel. Time gli ha dedicato una copertina, raccontando la sua parabola di vita fino all’ascesa come leader della Chiesa cattolica, mentre la rivista Rolling Stone lo ha accostato alla strofa “The times they are a-changin” (in italiano “I tempi che cambiano”, tratta da una nota canzone di Bob Dylan) in riferimento alla ventata di rinnovamento che si è respirata in seguito al suo insediamento.

Nel messaggio di lancio della 48esima “Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali”, un evento molto seguito che si terrà a giugno, il Pontefice ha stupito tutti per aver mostrato un’apertura senza precedenti per il mondo ecclesiastico verso il mondo tecnologico e, in particolare, internet, definito come “dono di Dio”. Secondo Papa Francesco, è importante superare le barriere pregiudiziali, che hanno sempre portato la Chiesa a vedere la rete come una minaccia da cui fuggire, incompatibile per definizione con l’esercizio del ministero religioso.

Non abbiate timore di farvi cittadini dell’ambiente digitale. È importante l’attenzione e la presenza della Chiesa nel mondo della comunicazione, per dialogare con l’uomo d’oggi e portarlo all’incontro con Cristo” – ha detto Bergoglio, consapevole che, per arrivare al cuore dei credenti e dialogare con loro (la parola non è casuale ma sottende ad una comunicazione bidirezionale e non più autoreferenziale), non è più possibile prescindere dai nuovi mezzi di comunicazione digitale, social networks inclusi. Secondo il Papa, internet offre nuove possibilità d’incontro e solidarietà, favorisce la diffusione del credo religioso (“grazie alla rete, la testimonianza cristiana può raggiungere le periferie esistenziali”) e svecchia l’immagine della Chiesa, percepita da una larga fetta di fedeli come un’istituzione distante e poco incline ad abbandonare la tradizione ultracentenaria su cui fonda la sua legittimazione, a mettersi in discussione.

La tecnologia è “una conquista più umana che tecnologica”: può avvicinare il fedele purché la connessione, l’essere presenti online sia accompagnata dall’incontro vero. Una tecnologia più umana, un luogo ricco di umanità fatto di persone perché, come ricorda Francesco, non possiamo vivere da soli ma “abbiamo bisogno di amore e tenerezza”.

La strada imboccata dal Papa continua a collezionare successi, confermandosi una strategia vincente (c’è chi parla addirittura di “migliore strategia marketing” – religioso ovviamente, ma sempre marketing è – del millennio). Il pensiero va inevitabilmente a @Pontifex_it, l’account Twitter del Papa che, con una frequenza media di pubblicazione non particolarmente alta (0,79 tweet al giorno), vanta più di un milione di followers e un livello di engagement pari a 6.637 (dati 3rdPlace).

Il prossimo step potrebbe essere la creazione di un profilo ad hoc su Facebook, dove nonostante ciò il Papa risulta essere il “topic” più discusso del 2013, e perché no su altri social networks emergenti come ad esempio Google+. Le premesse ci sono tutte.

©Futuro Europa®

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2 Commenti per "Papa Francesco, tempi che cambiano"

  1. 3 milioni e passa, i follower di Francesco sul social dei cinguettii, il mondo sarà migliore quando diventeranno di più degli oltre 40 di Obama

    • La ringrazio per il commento.
      Di questo passo credo proprio che aumenteranno. I follower di Obama sono numericamente più numerosi anche in virtù del fatto che l’account del Presidente USA è stato creato molto tempo prima rispetto a quello di Papa Francesco e con finalità completamente diverse: Obama ha utilizzato Twitter e altri canali social a fini di marketing politico, una novità assoluta per gli elettori americani che seguono sempre con molta partecipazione le presidenziali (in molti casi anche contribuendo attivamente, dal punto di vista economico); mentre la Chiesa persegue un intento più “intimista” e per certi versi anche più ambizioso.

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