C’è voluto un anno perché la Corte Penale Internazionale dell’Aia incriminasse Vladimir Putin, emettendo contro di lui un ordine di arresto per delitti contro l’umanità. Va chiarito che l’accusa non riguarda i massacri di civili ucraini, documentati dalle fosse di Bucha e Irpin, ma per la deportazione in Russia di migliaia di bambini.
È facile capire che l’ordine non avrà effetti immediati, ma significa un tremendo stigma morale. Che diranno i “Putin lovers”? Che dirà il Papa? Che anche questo è un sordido complotto dei biechi occidentali?
La Corte dell’Aia (organo dell’ONU) procede sempre con cautela e non agisce se non ha sufficienti prove dei fatti. Tra i criminali giudicati in passato ci sono i genocidi serbi, Milosevic, Mladic, Karazoc. Ora Putin si aggiunge a questa galleria degli orrori. E per un crimine senza perdono: la tratta di bambini innocenti.
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