Articolo 575 Codice penale: omicidio

L’articolo del nostro Codice penale è chiarissimo: chiunque cagiona la morte di un uomo è punito con la reclusione non inferiore ad anni ventuno. Promulgato nel 1930 porta le firme del re, Vittorio Emanuele Terzo, di Mussolini e dell’allora Guardasigilli Alfredo Rocco. È stato modificato, integrato e molti articoli, frutto dell’ideologia dell’epoca, non sono più contemplati nel nostro ordinamento. Non troviamo più le norme sul duello, abrogate nel 1999, e la massima pena non è più quella di morte, ripristinata dal fascismo, ma l’ergastolo fino a quando non sarà probabilmente abrogato. Nel 1981 erano stati abrogati delitti di onore e, prima ancora, il delitto di adulterio era stato dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale nel 1968. Del tutto fuori luogo, infatti, prevedere che ad una moglie adultera si potesse applicare, a querela del marito, la reclusione fino ad un anno che raddoppiava in caso di relazione adulterina.

Il delitto di omicidio è rimasto invece invariato nella sua formulazione; segno evidente della scelta felice della formula che può adattarsi a diverse situazioni e non dare adito a dubbi ricomprendendo nel termine “uomo” ogni essere umano, indipendentemente dalle condizioni e vi ricomprende anche il feto nascente, il neonato, la persona gravemente ammalata o terminale, salvo il caso della volontà di quest’ultima come emerge dal dibattito che, specialmente in questi anni, vi si è sviluppato intorno.

Potranno applicarsi attenuanti e aggravanti per valutare le circostanze del caso per la pena oppure le cause di giustificazione (scriminanti) per una pronuncia di assoluzione. La legittima difesa resta una causa di non punibilità, laddove effettiva, così come l’esercizio di un dovere nell’uso legittimo delle armi. In ogni altro caso cagionare la morte di un uomo configura omicidio.

Il termine “cagionare” non è scelto a caso; sarebbe stato diverso usare “uccidere” o altre parole più dirette. Cagionare comprende ogni causa che concorre a determinare l’evento mortale laddove il suo autore agisca con dolo (volontà di uccidere), colpa (intenzione e volontà di tenere quel comportamento ma non di causare una morte e, infine, preterintenzione (quando si intenda causare lesioni alla vittima ma, per qualsiasi ragione, interviene la morte).

Ci si perdoni la disgressione tecnica, ma era necessaria per giungere al punto, vale a dire che l’omicidio si commette anche omettendo azioni dovute (omissione di soccorso) ma anche dando consigli e suggerimenti che, laddove seguiti, portano alla morte di una persona.

È il caso, ad esempio, di una condanna emessa in Australia nei confronti dei genitori di una bambina che è stata costretta ad una dieta vegana che ha portato la una paralisi cerebrale. Altri genitori hanno dovuto rispondere in sede penale di questa scelta.  È anche il caso di un medico condannato per omicidio (stavolta colposo) per aver curato un paziente affetto da cancro, con il bicarbonato.

In Rete si trovano non solo notizie di medici (o sedicenti tali) che curano cancro e altre gravi patologie con clisteri di caffè o limonate. È ancora in uso il Metodo Hamer secondo il quale ogni patologia, in quanto frutto di problemi psichici, va curata risolvendo conflitti interiori senza farmaci.

Dove vogliamo arrivare? Dare un consiglio sbagliato che porta alla morte di una persona, vuol dire ucciderla. Vuol dire violare l’articolo 575 del Codice penale. Anche se viene fatto con un consiglio. Sono purtroppo frequenti e quotidiane non solo le notizie di pseudo cure che causano decessi ma anche, specialmente in questo periodo, storie di chi rifiuta terapie o magari vaccini perché crede ai propalatori di notizie false o non controllate.

È la vicenda di chi entra in ospedale in gravissime condizioni a causa del Covid e hanno voluto seguire il consiglio di non vaccinarsi che in molti danno e anche di chi, dopo essere stato intubato, si strappa l’apparecchiatura negando la malattia in base alle “informazioni” ricevute da qualcuno.

È di questi giorni la notizia di un ragazzo di Latina che si è strappato di testa il casco dell’ossigeno che poteva tenerlo in vita negando il covid. Chi lo ha convinto? Un medico è stato posto agli arresti domiciliari perché curava, a suo dire, il Covid con cure alternative e il suo paziente è deceduto. Quale manuale (vero) di medicina prevede tale cura?

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