Aldo Velardi, Fondazione Soleterre

La Fondazione Soleterre da quasi 20 anni si occupa delle disuguaglianze nell’accesso alle cure oncologiche tra Paesi del Nord e del Sud del mondo e ha rilevato come i tassi di sopravvivenza cambiano drasticamente a seconda di dove si nasce: se in Italia sopravvivono 8 bambini malati su 10, in molti paesi africani sono solo 2 su 10 i bambini che ce la fanno. Ma le disuguaglianze esistono anche all’interno del nostro Paese, dove ogni anno sono 71.000 i minori costretti a spostarsi fuori regione per curarsi (Fonte AIRTUM) e circa 3 bambini su 10 in cura nei reparti in cui Soleterre opera affrontano un “viaggio sanitario”, con enormi costi per i frequenti viaggi verso l’ospedale, l’alloggio, le spese mediche e quotidiane lontano da casa. Axa BeLive Polizza Cancro è il nuovo prodotto assicurativo distribuito da Altroconsumo Connect e Neosurance, che hanno unito le forze per una finalità benefica: parte del ricavato della vendita di ogni polizza verrà infatti destinata al sostegno del programma “Grande contro il cancro” di Fondazione Soleterre, che mette in rete 19 reparti pediatrici di 6 paesi: Italia, Ucraina, Uganda, Costa d’Avorio, Burkina Faso e Marocco e ogni anno assiste oltre 3.000 bambini e adolescenti malati di cancro con i loro genitori. Abbiamo intervistato Aldo Velardi, Referente aziende della Fondazione.

Buongiorno dott. Velardi, lei occupa la posizione di corporate fundraiser in Fondazione Soleterre, come si è sviluppato il progetto di cui stiamo parlando?

Assieme a due partners leader, Altroconsumo Connect e Neosurance. Il mio lavoro è coinvolgere aziende che sostengano le attività della Fondazione Soleterre.

Fondazione Soleterre come persegue la propria attività?

Fondazione Soleterre nasce nel 2002, compie quindi 20 anni in ottobre. La mission consiste nel provvedere e garantire l’accesso alla salute a tutti, soprattutto quelli che si trovano nelle condizioni di maggiore vulnerabilità. Il nostro motto recita “Salute e giustizia sociale” e sintetizza il problema che ammalarsi e curarsi non sia qualcosa che è uguale in ogni parte del mondo. Questo comporta che nel caso di malattie lunghe, come il tumore pediatrico al centro di questo progetto, non ce la si possa fare da soli, soprattutto se si parte da una situazione socio-economica non ottimale. Soleterre è nata come ONG, grazie a un gruppo di persone, di cui molte sono ancora nello staff. Siamo nati con attività all’estero, in particolare in Ucraina, dove agli inizi degli anni 2000 erano ancora manifesti gli effetti nefasti di Chernobyl. Questi sono ancora evidenti e i maggiori colpiti ancora oggi sono i bambini. Il nostro è un programma globale, che in Italia ha una collaborazione attiva con l’ospedale San Matteo di Pavia, e dal 2019 anche con il SS. Annunziata di Taranto dove con il problema ILVA si sa ha un’incidenza particolarmente alta. Il nostro programma arriva in Marocco e nell’Africa sub-sahariana, Costa d’Avorio, Uganda, Burkina Faso. A oggi il programma “Grande contro il cancro” ha un impatto globale che raggiunge e aiuta ogni anno 3.000 bambini e famiglie, perché questo tipo di malattia coinvolge tutta la famiglia completa.

Ho visto dai vostri dati come cambi la percentuale di sopravvivenza a seconda di dove si nasce, 8 su 10 in Europa, ma solo 2 su 10 nel terzo mondo riescono a guarire.

Assolutamente è così. Noi vorremmo raggiungere gli obiettivi dell’OMS, di aumentare, entro il 2030, dal 20% al 60% le percentuali di successo in caso di diagnosi di un tumore pediatrico negli ospedali dei Paesi a basso reddito con cui collaboriamo. Tutti gli anni produciamo un report con tutti i numeri che testimoniano l’evidenza del nostro lavoro.

Siamo abituati a pensare al problema della fame nel terzo mondo, ma anche l’aspetto malattie è una piaga sociale che evidenzia le differenze nel mondo. Si pensa all’Africa come un paradiso naturale, ma evidentemente le cose non sono proprio così.

Non capita spesso di sentire parlare di tumori in Africa, sembra quasi che sia una malattia esclusiva dei paesi evoluti. Ma, viceversa, l’alto tasso di decessi è dato soprattutto da diagnosi tardive, dalla mancata prevenzione. In generale, ovunque, il tumore ha una tossicità finanziaria che va a incidere fortemente sulle famiglie colpite da questo tipo di malattia. Partendo dall’abbattimento del reddito famigliare, immagini come questo possa essere penetrante in una situazione, già compromessa in partenza, nei Paesi a basso reddito. In Italia sono ben 1.700 i bambini che si ammalano di tumore pediatrico ogni anno. Un numero costante, ma in zone come Taranto è persino in peggioramento. D’altronde la zona dove la malattia colpisce di più e la pianura padana, probabilmente per gli effetti delle polveri sottili, non a caso abbiamo una collaborazione decennale con l’ospedale di Pavia, specializzato nella cura dei tumori del sangue. In relazione al discorso Africa e paradiso naturale, posso dire che le città in cui siamo presenti non hanno assolutamente questa connotazione, si passa da una condizione di benessere elitaria, che appartiene a pochi, a una povertà estrema e diffusa.

Leggevo che le spese incidenti, in realtà non sono quelle dirette che si possono presumere, viaggi o cure particolari, ma indirette, derivanti da disagio.

E’ corretto. Gli aspetti principali che sosteniamo con “Grande contro il cancro”, sono il supporto psicologico al minore e alla famiglia. Di solito il percorso oncologico dura dai 6 agli 8 mesi, ma può durare anche anni, con accessi diversificati all’ospedale. Riuscire a dare una stabilità psicologica alla famiglia garantisce una maggiore aderenza alle terapie e quindi una più alta efficacia in termini di successo. Questo fa emergere anche, come diceva, la necessità di un supporto finanziario, che serve nell’immediato e non dilatato nel tempo. Se non posso permettermi di portare mio figlio fuori regione, ho un primo problema. Posso avere necessità di alloggiare vicino all’ospedale fuori regione, può capitare di dovere ridurre il proprio orario lavorativo andando a ridurre il reddito famigliare. Oltra affrontare la malattia dal punto di vista della salute, ci sono questi aspetti collaterali su cui noi interveniamo con il Fondo Povertà Oncologico o con l’accoglienza nelle case di Soleterre nei paesi in cui siamo presenti. Quindi viene erogata una somma mensile o garantita l’accoglienza in una delle nostre case.

Venendo a questo prodotto nuovo che viene proposto, Axa BeLive, come funziona, a scopo preventivo? In seguito all’insorgere della malattia?

Altroconsumo Connect e Neosurance ci hanno scelto come beneficiari di questa polizza cancro, un prodotto etico diffuso da Altroconsumo con l’aiuto di Neosurance. Si rivolge a soggetti che vogliano tutelarsi preventivamente dall’insorgere di questo tipo di malattia che può colpire il sottoscrittore o i propri figli. In caso di necessità, l’assicurazione eroga subito il contributo, e non a distanza di mesi come accade di solito. Noi, come beneficiari, scelti per la vicinanza a questo problema, all’attivazione della polizza, solo nel periodo della campagna lancio, riceviamo € 15 che vanno a incrementare il Fondo per la Povertà Oncologica.

Quindi voi non intervenite direttamente in questo caso?
No, chi si rivolge a noi non lo fa direttamente, ma viene indirizzato a noi attraverso il San Matteo di Pavia o l’ospedale di Taranto. Questi due soggetti intercettano i beneficiari e ce li segnalano, questo perché noi siamo fisicamente presenti in queste due sedi, condizione necessaria per dare il supporto materiale. Da due anni il supporto psicologico viene in realtà attivato in tutte le regioni d’Italia, ma l’origine che attiva il servizio parte sempre dalla conoscenza in reparto, quindi Pavia o Taranto.

Vuole aggiungere qualcos’altro?

Che esiste anche una parte di ricerca scientifica che finanziamo, soprattutto con il San Matteo di Pavia, e si affianca alle attività di cui abbiamo parlato.

[NdR – Si ringrazia l’Ufficio Stampa Bovindo per la gentile disponibilità e assistenza]

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