Cronache dai Palazzi

“L’unità è un forte valore aggiunto in questa fase decisiva per il futuro del Paese”: una sorta di monito che il premier Draghi ha voluto rivolgere a tutte le forze politiche affinché il timing delle riforme non venga rallentato, in quanto “vanno varate nei tempi stabiliti”. La riforma della Giustizia, in particolare, sta mettendo a dura prova gli equilibri all’interno della maggioranza di governo. Il nodo più difficile da sciogliere è la prescrizione: la proposta di emendamento prevede lo stop dopo la sentenza di primo grado per tutti gli imputati, 2 anni per l’appello e uno per la Cassazione. I pentastellati la ritengono “inaccettabile”. Lega e Radicali hanno proposto invece sei referendum, tra i quali quello per la responsabilità civile dei magistrati e la divisione delle carriere tra pm e giudici.

Sul fronte del lavoro il governo concede più cassa integrazione per le imprese in difficoltà mobilitando nuove risorse. Attraverso un decreto dal titolo emblematico “Misure urgenti a tutela dei lavoratori delle aziende in crisi”, varato volgendo uno sguardo particolare a l’ex Ilva e l’ex Embraco, l’esecutivo rende più sostanziosi gli ammortizzatori sociali. Nel frattempo aziende importanti come la Whirlpool a Napoli, procedono con i licenziamenti che si concretizzeranno a fine settembre. Nel frattempo i sindacati Cgil, Cisl e Uil annunciano manifestazioni di piazza come lo sciopero generale del 19 luglio a Firenze, sede della Gkn che rappresenta un altro fronte infuocato, e il 20 luglio in Brianza.

Il decreto varato dal Consiglio dei ministri prevede ulteriori 13 settimane di cassa integrazione Covid per le imprese con un numero di dipendenti non inferiore a mille. Per i grandi gruppi “strategici” le suddette tredici settimane di cassa integrazione si sommano alle altre tredici settimane di cassa di integrazione ordinaria senza addizionali previste dal decreto Sostegni e alle tredici settimane di cassa di integrazione straordinaria aggiuntiva per le imprese che hanno esaurito ogni forma di ammortizzatore. Il decreto varato da Palazzo Chigi prevede inoltre l’esonero del pagamento delle quote di tfr per le aziende con una procedura fallimentare in corso o in balìa di un’amministrazione straordinaria e che necessitano quindi di una cassa straordinaria.

Sul fronte Covid preoccupa la rapida diffusione della variante Delta e si discute per quanto riguarda il green pass per accedere a bar e ristoranti come è già stato decretato in Francia. Anche in Italia si prevede che sarà un decreto a rendere obbligatorio il green pass per entrare in tutti i luoghi in cui possono crearsi assembramenti. La cabina di regia è convocata per la prossima settimana. Nel mirino anche il prolungamento, a questo punto quasi scontato, dello stato di emergenza in scadenza al 31 luglio che dovrebbe essere prorogato almeno per altri due o tre mesi.

Il green pass sarà obbligatorio per partecipare a concerti, eventi pubblici, convegni, banchetti e relative cerimonie civili o religiose e per accedere allo stadio. I controlli, inoltre, saranno affidati alle forze dell’ordine che provvederanno ad applicare contravvenzioni adeguate nel caso in cui non si rispettino le regole. Certificazione verde obbligatoria anche per viaggiare in treno o in aereo mentre non sarà necessaria per il trasporto pubblico dove dovrebbe però essere rispettato il distanziamento di almeno un metro tra i passeggeri. Per quanto riguarda l’obbligo di green pass per i ristoranti al chiuso tale misura potrebbe entrare in vigore per eventuali zone arancioni o rosse per garantire comunque alle attività di continuare a lavorare. Al vaglio anche l’obbligo di quarantena (5 giorni) per chi arriva dall’estero, in particolare da Spagna e Portogallo. La Regione Sicilia ha ad esempio già firmato un’ordinanza per rendere il tampone “obbligatorio per chi arriva da Spagna e Portogallo e a coloro che nei 14 giorni precedenti vi hanno soggiornato o transitato”. Un provvedimento che potrebbe essere adottato anche da altre Regioni nei prossimi giorni.

Per mettere al sicuro gli ambienti scolastici e far tornare tutti i ragazzi in classe a settembre si mira infine a vaccinare la maggior parte degli insegnanti e degli studenti al più presto. In definitiva, “è assolutamente necessario dare priorità alla didattica in presenza”, sostiene il Cts, rispettando comunque il dovuto distanziamento e dove le condizioni “strutturali-logistiche esistenti” non lo consentono occorrerà indossare la mascherina. Green pass inoltre per  professori e personale ausiliario ma non test antigenici a scuola. Queste sono le misure fondamentali che il Comitato tecnico scientifico si appresta ad approvare per il rientro a scuola a settembre, privilegiando la didattica in presenza “come strumento essenziale per la formazione degli studenti, ma anche come momento imprescindibile e indispensabile nel loro percorso di sviluppo psicologico, di strutturazione della personalità e dell’abitudine alla socializzazione, la cui mancanza può negativamente tradursi in una situazione di deprivazione sociale e psico-affettiva delle future generazioni”.

A ridosso dei risultati deludenti dell’Invalsi dopo quasi due anni di didattica a distanza, si è convinti che occorre tornare in classe ma ovviamente in sicurezza e, come mette nero su bianco il Cts, la strada è una sola: “Promuovere la vaccinazione, tanto del personale scolastico, quanto degli studenti”. Per gli adulti non vaccinati, tra i docenti e il personale scolastico, il Cts potrebbe prevedere il tampone. Invariate infine le misure in caso di contagio: rientro obbligatorio a casa per coloro che mostrano sintomi da Covid e avvio della procedura di contact tracing con la Asl.

Gli esperti del Comitato tecnico scientifico puntualizzano la necessità di campagne di informazione e sensibilizzazione e di “fare ogni sforzo per raggiungere un’elevata copertura vaccinale”, anche ricorrendo ad eventuali misure legislative per assicurare “la più elevata soglia di soggetti vaccinati, in particolare nelle Regioni dove, ad oggi, si continuano a registrare livelli marcatamente inferiori” alla media. Il Cts ribadisce l’importanza che “tutto il personale sia vaccinato” e nello specifico gli insegnanti andrebbero reinseriti dalle Regioni nella categoria con priorità.

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