Cronache dai Palazzi

Un piano da 221 miliardi “per ricostruire l’economia italiana devastata dalla recessione” – come ha titolato il Finacial Times – un piano per la ripresa che il governo italiano presenterà la prossima settimana a Bruxelles. l quotidiano britannico sottolinea che il piano mira a “una radicale riforma dell’economia italiana” in virtù dei grandi investimenti del Recovery Fund. Piano vaccinale e Pnrr sono gli obiettivi principali dell’esecutivo in questo frangente.

I pilastri del piano di ricostruzione sono i seguenti: digitalizzazione, transizione ecologica, infrastrutture, istruzione e ricerca, sanità territoriale e digitale, inclusione sociale. “È importante che emerga il disegno di ripartenza e crescita del Paese”, ha affermato il premier Mario Draghi. La prossima settimana le Aule di Camera e Senato esamineranno il Pnrr che sarà quindi aperto ad eventuali implementazioni. Occorre combinare “capacità progettuale e concretezza” per un “Paese più moderno” ed efficiente, in “un’Europa più forte e solidale”.

Le Regioni hanno chiesto a Palazzo Chigi una serie di modifiche al decreto appena approvato: riaprire i servizi di ristorazione anche al chiuso ed eventualmente prorogare “l’orario di inizio del coprifuoco dalle 22 alle 23”, anche in relazione alla proposta del governo di aprire i ristoranti la sera seppure solo all’aperto; ed ancora, aprire “fin dal 26 aprile, le palestre al chiuso per le lezioni individuali” e strutturare “un’apposita previsione per la riapertura delle piscine al chiuso; si richiede poi “la ripartenza del settore wedding”; “anticipare l’apertura dei parchi tematici e dei mercati” e “uniformare le date di riapertura degli spettacoli all’aperto e degli eventi sportivi all’aperto”.

Le Regioni hanno contestato anche il cambio della percentuale dei ragazzi delle superiori che da lunedì 26 aprile potranno tornare in presenza: in un primo momento era stato deciso il 60% mentre con il decreto del 21 aprile la soglia è stata portata al 70%. “Sulla scuola c’è un problema politico e istituzionale importante. Aver cambiato un accordo siglato con la Conferenza delle Regioni, Anci e Upi in Consiglio dei ministri è un precedente molto grave che non credo ci sia mai stato – ha dichiarato il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga -. Si è incrinata la leale collaborazione tra Stato e Regioni”.

L’esecutivo ha effettivamente stabilito una didattica in presenza al 70 per cento nelle zone gialle e arancioni, mentre nelle zone rosse la percentuale oscilla tra il 50 e il 75 per cento. Per le Regioni il metodo utilizzato “non ha privilegiato il raccordo tra le diverse competenze che la Costituzione riconosce ai diversi livelli di governo”.

In una prospettiva di costruttiva collaborazione “vorremmo portare il nostro apporto nelle scelte che sta compiendo il governo su questa fase, molto delicata, sul processo delle riaperture”, ribadisce la Conferenza delle Regioni.

“Condivido che ci debbano essere riaperture graduali per non perdere gli sforzi fatti fino ad oggi”, ha sottolineato Fedriga, però sul territorio appare abbastanza “evidente che i divieti assoluti stiano funzionando molto poco. È meglio forse avere delle regole rispettate che dei divieti elusi, anche per combattere la pandemia”, ha affermato il presidente della Conferenza sottolineando che “le Regioni, di qualsiasi colore politico, stanno lavorando insieme, mostrando una grande maturità”. In sostanza “gli accordi si possono cambiare ma riconvocando chi quegli accordi li ha presi”.

A proposito dell’orario stabilito per il coprifuoco ha risposto alle Regioni la ministra degli Affari Regionali, Mariastella Gelmini. “Il fatto che nel testo del decreto appena varato non sia stato riprogrammato il coprifuoco non significa che durerà fino al 31 luglio”, ha affermato Gelmini definendola “una lettura distorta del provvedimento”. Le regole saranno aggiornate in base alla curva epidemiologica e all’andamento dell’epidemia, che di certo è in miglioramento. Di conseguenza “il Consiglio dei ministri potrà intervenire nelle prossime settimane con tagliandi periodici al dl, modificando sia le regole per le riaperture che gli orari per il coprifuoco”.

Da lunedì 26 aprile quasi tutte le Regioni passeranno in zona gialla. Rimarrà in zona rossa solo la Sardegna; zona arancione per Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Valle d’Aosta, mentre per tutte le altre Regioni e Provincie autonome è stata decretata zona gialla. “Il passaggio in zona gialla è una conquista degli italiani, abbiamo recuperato spazi di libertà che dobbiamo però gestire con molta prudenza”, ha ammonito la ministra Gelmini. “Il virus circola tra di noi, adesso non c’è solo una responsabilità del governo ma anche collettiva”. Sono oltre 16 milioni le vaccinazioni somministrate fino ad oggi e sono in arrivo oltre 2,5 milioni di dosi dal 27 al 29 aprile a cui se ne aggiungeranno altre 2,6 milioni in arrivo tra il 30 aprile e il 5 maggio. “Con l’Rt a 0,85 possiamo dare un messaggio di ragionata fiducia”, ha affermato il ministro della Salute, Roberto Speranza.

Nel momento in cui Bruxelles approverà il piano italiano per la ripresa i primi 24 miliardi dovrebbero arrivare per fine luglio. Il Pnrr punta su mobilità (25 miliardi), scuola (19,4 miliardi) e sanità digitale (15,6 miliardi). Per quanto riguarda il primo punto si mira a potenziare le ferrovie anche per poter ridurre il traffico su strada che genera “significative emissioni di gas clima alteranti”.

Come si legge nel piano, al Nord “si potenzieranno le tratte ferroviarie Milano-Venezia, Verona-Brennero e Liguria-Alpi”, migliorando anche i collegamenti con  i porti di Genova e Trieste. Nel Centro “si rafforzeranno due assi Est-Ovest (Roma-Pescara e Orte-Falconara) riducendo significativamente i tempi di percorrenza ed aumentando le capacità; verrà potenziata altresì la velocizzazione della linea tirrenica e adriatica da Nord a Sud”. Per quanto riguarda il Sud, infine, verrà potenziata l’Alta velocità “con la conclusione della direttrice Napoli-Bari, l’avanzamento ulteriore della Palermo-Catania-Messina e i primi lotti funzionali delle direttrici Salerno-Reggio Calabria e Taranto-Potenza-Battipaglia”.

Rivoluzioni anche nella scuola sia per quanto riguarda gli edifici sia per ciò che concerne i posti disponibili. Il governo mira infatti alla “creazione di circa 228 mila posti, di cui 152 mila per i bambini 0-3 anni e circa 76 mila per le fascia 3-6 anni”. Il piano prevede inoltre “l’attuazione graduale del tempo pieno, anche attraverso la costruzione o la ristrutturazione degli spazi delle mense per un totale di circa 1.000 edifici entro il 2026”. Quindi più tempo trascorso a scuola e più palestre, dato che “l’obiettivo è quello di potenziare le infrastrutture per lo sport e favorire le attività sportive a cominciare dalle prime classi delle scuole primarie”. È previsto anche il cablaggio di 40 mila edifici per una scuola più digitale. Per gli studenti universitari fuorisede gli alloggi saliranno “da 40 mila a 120 mila entro il 2026”, mentre le borse di studio (in media 4 mila euro a studente) da 220 mila saliranno a 400 mila.

Per quanto riguarda la situazione sanitaria occorre realizzare una sanità digitale e più diffusa sul territorio. Si prevede quindi “l’attivazione di circa 1.288 Case della Comunità entro la metà del 2026”. Saranno inoltre attivate “602 Centrali Operative Territoriali (COT), una in ogni distretto, con la funzione di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari, assicurando l’interfaccia con gli ospedali e la rete di emergenza-urgenza”. È prevista inoltre la costruzione di 381 Ospedali di comunità, ossia strutture per “pazienti che necessitano interventi a media/bassa intensità clinica e per degenze di breve durata, di norma dotato di 20 posti letto, massimo 40”. Si prevede anche un ammodernamento digitale delle strutture ospedaliere con l’acquisto di “3.133 nuove grandi apparecchiature ad alto contenuto tecnologico” come tac, Risonanze, Acceleratori lineari, sistemi radiologici, angiografi, mammografi, ecotomografi.

Per rendere più fluido l’accesso ai servizi sanitari tutti i cittadini saranno infine muniti di Fascicolo sanitario elettronico, come “unica fonte di informazioni strutturata per analisi sanitarie approfondite che siano funzionali al miglioramento delle prestazioni”.

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