Questo è un uomo (Docufilm, 2021)

La docufiction è un genere che Rai Fiction sa fare molto bene, da sempre, ma che in tempi recenti è diventata una vera e propria specializzazione, una branca del cinema di genere da gustare nel salotto di casa.

Questo è un uomo di Marco Turco racconta la vita di Primo Levi – interpretato benissimo da un ottimo Thomas Trabacchi – grazie a brevi flashback narrativi, sequenze di vecchie interviste, momenti di vita (la vittoria al Campiello, il lavoro come chimico, gli incontri con gli alunni), confidenze di amici intellettuali e giudizi critici (Marco Belpoliti). L’alternanza tra racconto e documento è perfetta, nucleo centrale dell’opera un’intensa parte onirica (ai limiti del fantastico) che vede Primo Levi invecchiato alla ricerca di un amico scomparso, con i dialoghi, le discussioni, i ricordi, fino alla scoperta – tramite lettera – della morte del compagno ad Auschwitz.

Primo Levi per tutta la vita si porta dentro la consapevolezza della non esistenza di Dio, è stato un ebreo atipico, non praticante, incapace di odiare ma anche impossibilitato a perdonare. Lo scrittore sapeva soltanto che doveva testimoniare, per questo ha scritto Se questo è uomo (il diario del campo), La tregua (il ritorno a casa), Se non ora quando (la sola opera di fiction), I sommersi e i salvati (testo definitivo), l’ha compreso in campo di concentramento, quando salvarsi o morire dipendeva soltanto dal caso. I sopravvissuti avevano il dovere morale di testimoniare, perché non prendesse campo il negazionismo, la ferita più grande, un’offesa irrimediabile per milioni di ebrei. Il destino dello scrittore – da uomo non ideologico – è stato quello di subire attacchi sia da destra che da sinistra, perché difendeva il diritto di Israele ad avere uno Stato sovrano, ma condannava le guerre e gli eccidi conto il popolo Palestinese.

Il ritratto compiuto da Marco Turco è completo ed emozionante, un ricordo partecipe che fa capire lo stile e gli scritti di un autore fondamentale della letteratura italiana, capace di consegnare ai posteri un testamento spirituale importante sui fatti atroci che ha vissuto nei campi di sterminio nazisti. Il dramma di Primo Levi, nella parte finale della sua vita è stato una progressiva perdita della memoria, cosa che proprio non poteva accettare, perché la sua stessa vita era composta di ricordo, memoria storica di fatti atroci vissuti sulla sua pelle. Questo è un uomo è un lavoro importante, che contribuisce a ricordare l’opera di uno scrittore per non dimenticare gli orrori e per non ripetere identici errori.

Un errore imperdonabile, invece, è stato quello di trasmettere la docufiction in seconda serata, alle 22 e 45, perdendo una buona fetta di pubblico. Per fortuna che c’è RaiPlay. Importanti le testimonianze di chi ha conosciuto Primo Levi: Marco Belpoliti (studioso della sua opera), Edith Bruck (scrittrice, pure lei deportata, amica di Primo Levi), Noemi Di Segni (Presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane), Anna Foa (storica), David Meghnagi (psicanalista), Moni Ovadia (uomo di teatro) e Giovanni Tesio (docente e critico letterario). Un lavoro da recuperare, se avete perso la Prima Visione TV passata su Rai Uno.

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Regia: Marco Turco. Interpreti: Thomas Trabacchi (Primo Levi), Sandra Toffolatti (Lucia Levi), Werner Waas (l’uomo del Maso). Produzione: Red Film in collaborazione con Rai Fiction. Produttore: Mario Rossini. Prima Visione TV: sabato 30 gennaio, Rai Uno, 22.45. Genere: docufiction.

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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