Cronache dai Palazzi

Priorità ai più anziani e alle persone fragili per quanto riguarda i vaccini. Nella sua terza conferenza stampa da Palazzo Chigi, il premier Draghi bacchetta chi salta la fila non rispettando il proprio turno per fare il vaccino. Priorità alle persone anziane anche alla luce del rilevante tasso di mortalità; negli ultimi giorni i decessi sono aumentati e il tasso di positività è salito al 5,2%.

Rispettare le priorità dettate dal piano vaccinale, dando la precedenza alle cosiddette categorie a rischio, “è importante – ha chiarito Draghi – per la riapertura delle scuole, soprattutto. Una delle ragioni usate per chiudere fu che i ragazzi contagiano i genitori e i nonni, se mettiamo a riparo queste categorie possiamo riaprire”. Nel frattempo l’Italia conquista quasi per intera l’arancione. Rimangono in zona rossa Campania, Puglia e Valle d’Aosta, mentre diventa rossa anche la Sardegna che fino a tre settimane fa era addirittura in zona bianca.

A proposito di ripresa economica il premier Draghi ha inoltre specificato che il miglior sostegno all’economia sono le riaperture. Il presidente del Consiglio ha prefigurato il ritorno alla normalità nel più breve tempo possibile ma non ha annunciato date precise, pur dimostrando di comprendere il disagio e addirittura “l’alienazione” generata da questa crisi, le “proteste” e la “disperazione” dei lavoratori.

“Voglio riaprire presto, ma in sicurezza”, ha affermato Mario Draghi aggiungendo: “Parliamo di settimane, di un obiettivo che è a portata di mano, si riapre quando si riusciranno a vaccinare le categorie fragili, gli over 80 e gli over 75 e non ho dubbi che ci riusciremo. È venuto il momento di prendere decisioni” per quanto riguarda le fasce di età per le vaccinazioni, una questione  che “è al centro delle riaperture. Se riduciamo il rischio di morte nelle classi più esposte al rischio è chiaro che si riapre con più tranquillità”.

Confermato “l’obiettivo di 500 mila vaccini al giorno” entro il mese di aprile. Draghi assicura che “la disponibilità di vaccini non è calata, si lavora a spron battuto, i numeri sono come prima di Pasqua, si sta risalendo secondo il trend previsto”.

A proposito di scuola, invece, il premier auspica la riapertura in sicurezza anche delle scuole superiori garantendo “almeno un mese di presenza”. Però “tutto questo lo faremo solo se riusciremo a proteggere con i vaccini gli over 80 e la stragrande maggioranza degli over 75, un obiettivo a portata di mano entro la fine del mese”. Sicurezza confermata per il vaccino AstraZeneca, mentre per il vaccino russo Sputnik “le capacità produttive attualmente sono molto limitate”. In definitiva, se i produttori degli altri vaccini rispetteranno gli accordi sulle consegne, “l’Italia ha tutti i vaccini che servono per quest’anno”.

Per quanto riguarda le prossime vacanze estive non sono state annunciate delle date precise per la ripartenza, forse nel mese di giugno, come ha previsto il ministro del Turismo Massimo Garavaglia. “Non diamo per abbandonata la stagione – ha affermato Draghi -. Dobbiamo lavorare subito all’accoglienza dei turisti con il passaporto vaccinale”. Si pensa anche ad “un piano di riapertura delle fiere e degli eventi che di solito nel nostro Paese sono programmati da maggio a novembre, è il migliore messaggio di fiducia al Paese”.

La pandemia rappresenta una sfida collettiva quindi anche il rapporto con le Regioni deve esser fluido e franco. “Non esistono Regioni o Stato: esistiamo noi! – ha affermato il premier -. È chiaro che ci sono Regioni più avanzate nelle vaccinazioni, molte diversità abbastanza insospettabili. Questo dovrà influenzare le riaperture: per le Regioni che sono molto avanti con fragili e i più vulnerabili sarà più facile riaprire”. Il presidente del Consiglio si dichiara comunque “molto ottimista sull’andamento del piano vaccinale e soprattutto sul clima di collaborazione che c’è oggi tra Regioni e Stato”. Il generale Figliuolo “visita un numero di Regioni straordinario ogni giorno”. Più vaccini verranno somministrati prima si tornerà alla normalità.

Secondo la ministra per gli Affari regionali e le Autonomie, Mariastella Gelmini “non dobbiamo abbandonare la linea della prudenza, ma grazie ai vaccini possiamo abbracciare quella della speranza. Gli esempi che arrivano dai Paesi che sono riusciti a vaccinare ci dicono che è possibile programmare di riprenderci il futuro”.

Per mettere in pratica il Recovery Plan, e poter investire i fondi europei, occorrerà infine “cambiare tutto”. “In fondo noi non abbiamo credibilità come capacità di investire, l’abbiamo persa tantissimi anni fa, ma non perché non si volesse investire”, ha affermato Draghi ammonendo: “Bisogna cambiare tutto per diventare credibili. E bisogna cambiare tutto per superare gli ostacoli a livello politico, istituzionale, amministrativo, contabile e anche giudiziario”.

Si prevede un sistema di gestione delle risorse del Recovery fund a più livelli con un ruolo attivo delle autonomie locali. Incontrando Regioni, Anci (comuni) e Upi (provincie), Palazzo Chigi ha definito i meccanismi di governance del Next generation Eu. Come ha dichiarato il ministro dell’Economia, Daniele Franco, “gli interventi più strutturali verranno indicati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza che verrà presentato alla Commissione europea entro la fine di aprile”, e da cui l’Italia dovrebbe ricavare circa 200 miliardi.

“Un piano in forte discontinuità in molte aree rispetto al piano precedente e in continuità in altre aree dove non aveva nessun motivo di essere in discontinuità”, come ha spiegato il presidente del Consiglio. Il modello di gestione prevede due livelli. Un primo livello dedicato a supervisionare l’attuazione del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, con il relativo invio delle richieste di pagamento alla Commissione europea man mano che gli investimenti vengono messi in pratica. A livello di governance saranno attivate due strutture, una di valutazione e una di controllo del Piano. Palazzo Chigi si occuperà a sua volta della supervisione politica del Pnrr, attraverso un comitato formato dai ministri competenti. Il secondo livello del modello di gestione si occuperà invece di amministrare i singoli investimenti. Regioni e enti locali dovranno inviare i diversi rendiconti al coordinamento centrale. Le singole Regioni dovranno, nello specifico, supervisionare i progetti presi in carico da comuni e province. Task force locali supporteranno le amministrazioni territoriali per migliorare la propria capacità di spesa.

“Credo che siano state poste le basi di un’alleanza istituzionale del sistema Paese per l’attuazione sinergica del Pnrr”, ha dichiarato Stefano Bonaccini che passa il testimone al governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che è il nuovo presidente della Conferenza delle Regioni. “Abbiamo poco tempo e sono necessari interventi robusti sul piano degli snellimenti procedurali e delle semplificazioni, e penso in particolare al codice degli appalti”, ha affermato Bonaccini.

Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, presenterà a breve il Documento di Economia e Finanza (Def) con cui si definirà un “nuovo scostamento di bilancio che verrà utilizzato per un altro decreto Sostegni”, del valore di circa 11 miliardi per sostenere le imprese. Nel Def, il documento che struttura le politiche che il governo intende mettere in pratica sulla base di determinate previsioni di crescita, le stime di crescita del Pil per il 2021 verranno aggiornate molto probabilmente tra il 4 e il 4,5%, invece del 6 % come previsto precedentemente. “Il primo trimestre di quest’anno – ha spiegato il ministro Franco – sarà in leggera flessione. Poi ci aspettiamo una ripresa nel secondo che dovrebbe accentuarsi nel terzo e  nel quarto, in relazione alla graduale riapertura delle attività economiche”.

A proposito di blocco dei licenziamenti, inoltre, “la posizione del governo è quella espressa in passato e prevede lo sblocco dei licenziamenti a giugno a seconda dei due tipi di ammortizzatore sociale di cui dispongono i lavoratori, e poi ad ottobre per gli altri”.

Secondo il Rapporto sulla competitività dell’Istat, quasi la metà delle imprese italiane sono “strutturalmente a rischio” e un’attività su tre pensa di non riuscire a superare la pandemia. Franco ha infine annunciato che nel corso del meeting del G20 di luglio a Venezia potrebbe essere raggiunto un accordo sulla tassazione internazionale.

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