La bambina che non voleva cantare (Film Tv, 2021)

Quando Nada cantava a Sanremo ero un bambino, lei non aveva molti anni più di me, appena sedici, proprio l’età di Tecla Insolia che la interpreta nei panni della cantante che si affaccia al successo da un palco dell’Ariston. Nada fa parte dei miei ricordi, da adolescente le sue canzoni hanno accompagnato la mia vita, poi è nata al Gabbro – due passi da casa mia, tra Livorno e Pisa, nelle campagne toscane – infine ha sempre avuto l’aspetto da brava ragazza fuori posto (ma di talento), come se fosse capitata in un luogo dove non avrebbe mai creduto di finire.

La fiction Rai sulla sua vita (per la regia di Costanza Quatriglio) risulta un ottimo espediente per raccontare l’Italia degli anni Sessanta e Settanta, partendo dal libro autobiografico di Nada (Il mio cuore umano) – diventato spettacolo teatrale – che narra la scoperta di un talento canoro, la malattia nervosa della madre, le vicissitudini di una povera famiglia contadina negli anni del dopo boom in un paesino dell’entroterra labronico. Ma che freddo fa l’abbiamo cantata tutti scendendo le scale di poveri condomini proletari, pure io che al tempo avevo nove anni, senza sapere che l’interprete era un’ex bambina ribelle che aveva fatto soffrire il maestro per la riluttanza a cantare. Nada diventa cantante per amore materno ma nel preciso istante in cui ottiene il successo, la madre si rende conto di averla perduta per sempre, perché non sarà più la sua bambina.

Quatriglio dirige una storia sceneggiata in maniera didascalica – da fiction televisiva, questi sono i limiti, purtroppo – poco drammatizzata e molto lineare, usando lo strumento del flashback con Nada che nel camerino di Sanremo incontra il futuro marito (Gerri) e ricorda il passato. Giulietta Rebeggiani interpreta Nada a sette anni, insolente e sbarazzina, molto spontanea, un vero talento di attrice in erba, da coltivare. Carolina Crescentini tiene sulle robuste spalle tutto l’impianto drammatico, è lei la vera protagonista, il carattere più complesso da riprodurre sul piccolo schermo, con gli alti e bassi umorali, la malattia nervosa che avanza, l’amore disperato per la figlia. Tecla Insolia è bravissima nel suo vero mestiere di cantante ed è l’interprete ideale per il personaggio, viste le molte similitudini con la sua vita artistica. Paga lo scotto del paragone con Rebeggiani che rappresenta un carattere più incisivo calandosi nei panni di Nada bambina; per fortuna la Nada di Tecla deve cantare molto, permettendo alla giovane attrice di mostrare tutto il suo talento.

La regista riesce a dare una confezione cinematografica a una fiction che lascia a desiderare come impianto narrativo e caratterizzazione dei personaggi (appena abbozzati) ma che è pregevole da un punto di vista scenografico. La ricostruzione di interni ed esterni d’epoca è perfetta. Un lavoro utile per le nuove generazioni, pur con tutti i suoi limiti, uno spaccato di realtà ben riprodotto, un ritaglio di provincia italiana che non esiste più da tempo. Se avete perso la Prima Tv fate in tempo a trovare il film su RaiPlay.

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Regia: Costanza Quatriglio. Soggetto: Nada Malanima (romanzo autobiografico Il mio cuore umano). Sceneggiatura: Monica Rametta, Costanza Quatriglio. Fotografia: Sabrina Varani. Montaggio: Simona Paggi. Musiche: Luca D’Alberto. Scenografia: Beatrice Scarpato (scenografa), Carolina Ferrara (arredamento). Costumi: Francesca Vecchi, Roberta Vecchi. Trucco: Marco Altieri, Daniela Altieri, Lorenza Pisani. Produttori: Marta Aceto, Leonardo Ferrara, Roberto Sessa. Produttore Esecutivo: Chiara Grassi. Case di Produzione: Rai Fiction, Picoledia. Genere: Film TV; biografico. Durata: 99’. Interpreti: Giulietta Rebeggiani (Nada a 7 anni),  Carolina Crescentini (Viviana, madre di Nada), Sergio Albelli (Nino, padre di Nada) Tecla Insolia (Nada a 15 anni), Massimo Poggio (Guido De Santis), Paolo Calabresi (Maestro Leonildo), Paola Minaccioni (Suor Margherita), Raffaella Panichi (Ersilia, madre di Leonildo), Daria Pascal Attolini (Nora), Giulia Battistini (Miria), Nunzia Schiano (Nonna Mora), Federico Calistri. Prima TV: Rai Uno, 10 marzo 2021.

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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