Parliamo d’altro?

Sono vari mesi che l’attenzione universale è purtroppo concentrata sulla pandemia che ha colpito tutti i paesi. Parlare d’altro appare quasi futile, ma d’altra parte, parlare, scrivere e leggere di Covid provoca una forma di scoraggiamento e di sconforto. Il resto dell’attualità, però, seppur meno tragico, è tutt’altro che confortante. Facciamo un rapido riepilogo.

La situazione negli Stati Uniti è senza dubbio preoccupante. Trump continua a impazzare e temo ci si debba attendere, da qui alle elezioni di novembre, nuove turbolenze. Il Presidente, che sa di essere in calo di consensi, farà quel che è possibile per recuperarne almeno parte, attraverso nuove iniziative in politica interna ed internazionale. Per l’interno, non avrà che inasprire ancora di più la repressione contro le proteste sociali. Non ci illudiamo, il pugno duro piace a una parte non indifferente dell’opinione pubblica, che chiede ordine e sicurezza e costituisce la base naturale del Presidente. Tanto più se la sinistra radicale insiste in attività provocatorie, come a Portland e se Joe Biden non prende chiaramente le distanze. Sulla scena internazionale, quello che potrà inventarsi Trump è meno prevedibile. Si può star certi che si tratterà comunque di iniziative destinate a piacere alla base nazionalista e penso che la Cina ne sia il destinatario ideale (assieme, forse, all’Iran). Non sono, però, misure a costo  zero o che riguardano solo gli USA. L’economia e la stabilità mondiali ne sarebbero danneggiati. Però c’è poco o nulla che gli Alleati possano fare.

L’Europa ha superato bene la crisi degli aiuti ai paesi membri, ma questo non vuol dire che i suoi problemi si siano dissolti. Pesano su di essa il continuo insistere dei movimenti sovranisti e di destra, l’indebolimento visibile di Macron e, in prospettiva, il previsto ritiro della Markel, che ha finora rappresentato per tutti un punto di forza e di equilibrio. Che succederà dopo di lei?

In Italia, il Governo è riuscito a mantenersi con le ossa meno rotte del prevedibile, con la popolarità del Premier Conte rafforzata. Ma si può dare fiducia ai nostri politici? In Italia, come nel resto d’Europa, i governi dovranno, alla fine dell’estate, affrontare un dilemma: allentare le restrizioni, correndo il rischio chiaro di un nuovo espandersi del virus o restringerle di nuovo, togliendo altro fiato all’economia già in affanno. Quale via sceglierà? Tenterà magari una via di compromesso? Vedremo. Intanto, buon mese di agosto a tutti e speriamo sempre nello stellone d’Italia.

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