Pensieri di Ferro

L’economia al tempo del nuovo Colera – Lasciando ai virologi gli aspetti prettamente sanitari, forse potrebbe essere utile fare qualche riflessione sui contraccolpi che il Covid 19 potrebbe causare all’economia in generale e all’economia italiana in particolare. E poiché il Coronavirus, come tutti i virus, diventa aggressivo in presenza di situazioni con patologie pregresse o con debolezze immunitarie conclamate, diventa fondamentale capire lo scenario economico nel quale il virus si va muovendo.

La prima considerazione riguarda l’Europa. A livello di Eurozona, il Covid 19 ha trovato una situazione economica decisamente debilitata e quindi facilmente aggredibile. La produzione industriale dell’Eurozona è scesa, a dicembre 2019, dell’1,7% rispetto al 2018, generando così un effetto trascinamento che ha indotto la Commissione a prevedere un incremento del PIL 2020 dell’1,2%.  FMI, OCSE e BCE sono sostanzialmente concordi su questa previsione.

Anche qui il problema sta nelle locomotive: la Germania, secondo la Commissione, non riuscirà a crescere nel 2020 oltre l’1,1% a causa di una produzione industriale 2019 calata del 7% rispetto all’anno precedente per le tensioni nel settore autow. Analogamente la Francia scossa dai durissimi contrasti interni: crescita prevista per il 2020 +1,1% come conseguenza del deludente andamento dell’ultimo trimestre 2019 (- 0,1%) e del calo della produzione industriale scesa del 3,2% rispetto al 2018.

La seconda considerazione riguarda l’Italia. Qui la situazione appare ancora più delicata perché il Covid 19 si è abbattuto su una situazione economica immunodepressa proprio nel momento in cui forse si iniziava a vedere qualche accenno di miglioramento. A questo proposito non è certo una novità il fatto che l’Italia continui a crescere a ritmi asfittici: Commissione UE, FMI, Governo, Ufficio parlamentare del Bilancio, Istat e Banca d’Italia prevedono una crescita del PIL italiano nel 2020 relegata nell’ambito di una forchetta compresa tra lo 0,2% e lo 0,6%.

Il punto è che, purtroppo, tutte le previsioni sin qui esposte non tengono conto degli effetti negativi del Coronavirus sullo scenario economico. E quantificare oggi il possibile impatto del Covid 19 sulla nostra economia è particolarmente complesso perché correlato alla durata temporale dell’emergenza oggi non determinabile. Rimane il fatto che le conseguenze appaiono inevitabili e pesanti. Nomura ipotizza per il 2020 un Pil negativo dell’1,1%; il Governatore della Banca d’Italia ed il ministro Gualtieri ipotizzano una perdita di PIL compresa tra lo 0,25 e lo 0,4% qualora l’emergenza si protraesse a tutta la primavera.

In tutti i casi, è del tutto evidente che la partita si vincerà o si perderà a Bruxelles.

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[NdR – Andrea Ferretti è economista bancario e giornalista economico]

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