Ama il tuo nemico (Film TV, 1999)

Prima TV nel 1999 su Rai Due. La Miniserie ha avuto un sequel nel 2001 (Ama il tuo nemico 2), sempre diretta da Damiano Damiani.

Fabrizio Canepa, un giovane capobanda nel quartiere più malfamato di Gaeta, riceve dal suo boss, l’ordine di uccidere Don Paolo, un prete scomodo che combatte in prima persona camorra e usura. Il ragazzo viene arrestato prima di poter compiere il delitto, mentre il suo boss viene trovato ucciso al termine di uno scontro tra bande malavitose.  Fabrizio finisce in galera, accusato di estorsioni, racket di quartiere, spaccio di droga e violenze ai danni di commercianti. In carcere conosce meglio Don Paolo, cappellano dei detenuti, entra in confidenza con lui e nasce un rapporto di reciproca stima e comprensione. Fabrizio cambia, dopo la morte della madre, quando esce dal carcere è un uomo nuovo, che si avvicina alla chiesa e alla parrocchia di Don Paolo. La malavita tende un agguato per uccidere sia il prete che Fabrizio, subito fuori dalla chiesa, ma muore solo Don Paolo, dopo aver salvato la vita al ragazzo. Fabrizio decide farsi prete e di entrare in seminario. Passano sei anni, il ragazzo si diploma, diventa viceparroco nella chiesa di Don Paolo, dove continua l’opera del predecessore, combattendo spacciatori e taglieggiatori che operano nel quartiere. Un giorno il figlio del boss Nisticò fa saltare in aria la sua auto accanto alla quale si trova un bambino che il prete aveva preso in affidamento. La morte del bambino getta nello sconforto Don Fabrizio, che soffre pure per Rachele, una sua vecchia fiamma, perduta in un giro di droga e prostituzione. Rachele, convinta da Nisticò, accusa Fabrizio di violenza carnale e di sfruttamento. Calunniato e abbandonato da quasi tutti i parrocchiani, Don Fabrizio resiste, convinto dalla forza del perdono e della comprensione, dimostrerà che si può riuscire ad amare anche il proprio nemico.

Damiano Damiani (1922-2013) è un regista importante nel nostro cinema di genere che ha sempre ondeggiato tra alti e bassi nella sua produzione, basti pensare che ha girato capolavori come Quién sabe (1967) e Il giorno della civetta (1968) ma anche cose dimenticabili come L’angelo con la pistola (1992) e orribili cult del trash come Alex l’ariete (2000), interpretato da un duo assurdo come Tomba e Hunziker. In televisione aveva già fatto La piovra e il genere gangster movie gli era congeniale, pure se al tempo in cui guidò il set di Ama il tuo nemico aveva quasi compiuto ottanta primavere. Il film mostra le cose migliori del suo stile nelle sequenze di pura azione, che siano attentati a bordo di autoambulanze lanciate in corsa nei vicoli, come autobombe che prendo fuoco, devastano e uccidono nella deflagrazione. La storia è ben sceneggiata, forse la morale è un po’ troppo semplice e i contenuti rischiano di essere didascalici, ma siamo pur sempre di fronte a un prodotto televisivo. Damiani illustra il percorso di redenzione di un piccolo gangster di Gaeta che dopo essere finito in galera abbraccia la fede, diventa prete e combatte la malavita a fianco degli umili e dei diseredati.

Un buon cast. Andrea Di Stefano è un inesperto protagonista, al debutto assoluto, adesso lo conosciamo come buon attore, persino regista di felici intuizioni (Escobar con Benicio Del Toro), ma in questo lavoro ancora dimostra di dover maturare. Cecilia Dazzi è più esperta, lo affianca come figlia di un commerciante taglieggiato che diventa sua parrocchiana, così come sono ottimi Massimo Ranieri (un sofferto Don Paolo), Mario Adorf (doppiato da Sergio Fiorentini), un giovane Claudio Santamaria e un caratterista come Angelo Infanti. Nino D’Angelo per la prima volta è alle prese con un ruolo drammatico, da compagno di cella di Fabrizio, come carcerato condannato all’ergastolo per aver ucciso la moglie tossicodipendente, in un eccesso di follia. D’Angelo presta la sua maschera sofferente a un ruolo insolito, fuori dai registri comici, interpretando un personaggio con problemi psicologici, capace di eccessi collerici e di slanci altruistici. Damiano Damiani è capace di far venire fuori il lato migliore del cantante napoletano che dimostra buone doti drammatiche, cosa che apprezzeremo con piacere anche nel crepuscolare Il cuore altrove (2003) di Pupi Avati.  Da riscoprire.

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Regia: Damiano Damiani. Soggetto: Damiano Damiani, Sibilla Damiani. Sceneggiatura: Damiano Damiani, Graziano Diana.  Fotografia: Sandro Grossi. Montaggio: Caludio Cutrj. Scenografia: Umberto Turco. Costumi: Enrica Barbano. Produttore: Tommaso Dazzi per Nauta Film srl. Casa di Produzione: Rai Cinemafiction, SDF. Musiche: Riz Ortolani. Durata: 101’ (due puntate). Genere: Miniserie televisiva drammatica. Interpreti: Andrea Di Stefano (Fabrizio Canepa), Cecilia Dazzi (Cecilia), Mario Adorf (Nisticò), Massimo Ranieri (Don Paolo), Romina Mondello (Rachele), Angelo Infanti (Remondino), Nino D’Angelo (Ivano), Massimo Poggio (Mauro), Gianna Giachetti (madre di Fabrizio), Franco Castellano (vescovo Ribaudo), Lea Gramsdorff (Valeria Nisticò), Tullio Sorrentino (Ombrino), Stefano Abbati (Monsignor Rea), Claudio Santamaria (Ernesto), Bruno Bilotta (Malvolti), Mafredi Aliquò (direttore del carcere minorile).

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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