Arancia meccanica (Film, 1971)

Arancia meccanica di Stanley Kubrick è uno dei primi film che esibiscono una violenza viscerale e gratuita, generata da noia e cattiveria, persino da pura idiozia, anticipatore delle ancor più crude pellicole di stupro e vendetta, puro genere che si limita a rappresentare la violenza e le sue conseguenze. La fontana della vergine (1960) di Ingmar Bergman e Cane di paglia (1971) di Sam Packinpah (con Dustin Hoffman) sono precursori di Arancia meccanica, che esce nel 1971.

Kubrick conosce bene gli esempi classici, soprattutto il cinema di Bergman di cui è grande estimatore, inoltre si basa sul soggetto fantapolitico di Anthony Burgess (scritto nel 1962), autore del romanzo omonimo, e vuol realizzare un film sulla violenza del Potere. Nella pellicola tutti i personaggi sono violenti, perversi, idioti – siano adolescenti, adulti, politici – infine il carnefice diventa vittima perché il mondo è persino più brutale di lui. Tutto si svolge in un’ipotetica società del futuro, violenta e amorale, condizionata da un Potere politico capace di incidere sulle volontà dei singoli. Kubrick è geniale nella scelta scenografica (John Barry è il curatore tecnico) e nella elaborazione di una fotografia surreale (merito di John Alcott), coloratissimi ambienti pop e psichedelici, inoltre usa a piene mani una colonna sonora classica composta di pezzi di Rossini e Beethoven (Walter Carlos è il responsabile delle musiche). Il montaggio di Bill Butler è straordinario, i ralenti di certe sequenze violente sono talmente ben fatti da restare impressi nella memoria, gli effetti speciali artigianali sono più che credibili.

Attori ben individuati, soprattutto il protagonista Malcolm McDowell, un perfetto cattivo che ricordiamo interprete del Caligola di Brass. McDowell recita il ruolo della sua vita e resta segnato dal personaggio di Alex; il pubblico lo vuole cattivo e perverso, proprio come l’ha visto nel suo film più importante. Kubrick lo fa recitare in maniera più che realistica, sia quando viene picchiato che quando è immerso a lungo nell’acqua, ma soprattutto nelle lunghe sequenze dove gli vengono applicati dei veri dilatatori oculari. McDowell deve curarsi gli occhi con la morfina per tornare a vedere bene, inoltre si fa venire l’idea della canzoncina da intonare durante la scena dello stupro in casa dello scrittore (Cantando sotto la pioggia).

Arancia meccanica si trascina la fama di film maledetto e viene messo all’indice da parte di certa critica benpensante, così come è ricercato da chi cerca sensazioni estreme. Tutta la prima parte è una discesa negli inferi della più insensata violenza condotta da una banda di giovinastri che stuprano, percuotono e derubano persone inermi. La seconda parte, invece, vede la vendetta del Potere nei confronti del cittadino che non segue le regole, prima con la carcerazione e la tortura, quindi con una perversa rieducazione che trasforma e rende docile chi era stato un lupo malefico. Il Potere politico può essere persino peggiore di un suo prodotto feroce e amorale, che una volta ridotto allo stato di larva subirà la vendetta dei vecchi perseguitati.

Finale surreale e grottesco, come gran parte del film, con il Potere (rappresentato da un sorridente Ministro) che si prende a cuore il destino del ragazzo perverso, che va reso inoffensivo, con un buon lavoro e un’ottima paga, per il bene del partito dominante. Il messaggio non è certo consolatorio, come in ogni film di Kubrick abbiamo una riproduzione spietata della realtà e una condanna sociale delle aberrazioni politiche. Tra i film migliori di sempre.

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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