
Automotive, modifica della normativa UE
Il Parlamento Europeo ha approvato, con 458 voti a favore, 101 contrari e 14 astensioni, la proposta della Commissione volta a sostenere il settore automobilistico europeo, che si trova ad affrontare rapidi cambiamenti tecnologici e una crescente concorrenza. una serie di misure che introducono maggiore flessibilità per l’industria automobilistica nel percorso verso la neutralità climatica. Le nuove disposizioni, parte di una revisione più ampia del quadro normativo per le emissioni di CO₂ dei veicoli, intendono bilanciare l’ambizione ambientale dell’Unione con le difficoltà economiche e industriali del settore automotive.
L’UE ha fissato obiettivi ambiziosi per la riduzione delle emissioni di gas serra, con il Green Deal europeo che punta alla neutralità climatica entro il 2050. Nel settore dei trasporti, ciò si traduce in limiti stringenti alle emissioni di CO₂ per auto e furgoni nuovi. La normativa vigente prevede una riduzione del 100% delle emissioni per le auto nuove entro il 2035, di fatto segnando la fine dei motori a combustione interna. Con il voto di oggi, il Parlamento ha approvato alcune modifiche chiave per sostenere l’industria in questa transizione, decidendo proroghe mirate per piccole case automobilistiche: Le aziende che producono meno di 10.000 veicoli all’anno beneficeranno di una proroga fino al 2036 per adeguarsi agli obiettivi, riconoscendo le difficoltà strutturali dei piccoli produttori. Incentivi temporanei per carburanti a basse emissioni: Sarà consentito un margine di utilizzo di carburanti sintetici e biocarburanti avanzati, purché dimostrino una reale riduzione della CO₂ sull’intero ciclo di vita. Quote di emissione differenziate in base alla tecnologia: I costruttori che investono in tecnologie a zero emissioni (come elettrico e idrogeno) potranno beneficiare di quote compensative per modelli con emissioni più alte nella stessa flotta.
È stato inserito un meccanismo di revisione intermedia, che valuterà i progressi tecnologici, la situazione industriale e gli sviluppi del mercato globale. Le nuove misure hanno suscitato reazioni contrastanti. Le associazioni industriali, come ACEA (Associazione dei costruttori europei di automobili), hanno accolto positivamente la maggiore flessibilità, definendola “necessaria per salvaguardare competitività e occupazione in un momento di trasformazione profonda”. Le ONG ambientaliste, invece, temono che le deroghe rallentino la transizione verde e chiedono controlli rigorosi sull’effettiva riduzione delle emissioni.
La transizione dell’automotive europeo verso un modello a zero emissioni resta una delle sfide più complesse per l’industria e le istituzioni. Il voto del Parlamento riflette la volontà di mantenere saldo l’obiettivo ambientale, ma anche di evitare una crisi economica in uno dei settori chiave dell’Unione. La partita si gioca ora nei triloghi tra Parlamento, Commissione e Consiglio, che dovranno definire il testo finale della riforma. La proposta fa parte del piano d’azione industriale della Commissione per il settore automobilistico europeo, annunciato il 5 marzo 2025. Essa fa seguito al dialogo strategico sul futuro dell’industria automobilistica lanciato dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen il 30 gennaio 2025, che ha compreso una consultazione pubblica con l’industria e le parti interessate per affrontare le sfide più urgenti del settore. Per accelerarne l’adozione, martedì il Parlamento ha deciso di trattare la proposta secondo la procedura d’urgenza. Per entrare in vigore, il progetto di legge necessita ora dell’approvazione formale del Consiglio, che ha adottato lo stesso testo il 7 maggio 2025.
Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, ha annunciato che le case automobilistiche avranno tre anni, anziché uno, per conformarsi agli obiettivi UE sulle emissioni di CO₂. Ha sottolineato che gli obiettivi restano invariati, ma la tempistica estesa fornisce “più respiro all’industria”. Sigrid de Vries, Direttrice Generale dell’Associazione Europea dei Costruttori di Automobili (ACEA), ha accolto positivamente la proposta, definendola una “soluzione ottima” per evitare sanzioni dovute alla non conformità dei furgoni. Ha inoltre affermato che le soluzioni proposte rappresentano flessibilità e non un’inversione di rotta nella politica di decarbonizzazione. William Todts, Direttore Esecutivo di Transport & Environment, ha criticato la mossa, sostenendo che “la chiave per la competitività è produrre veicoli elettrici a un prezzo accessibile per i consumatori di massa” e che rinviare questo in Europa non rende più competitivi. Adolfo Urso, Ministro italiano delle Imprese e del Made in Italy, ha dichiarato che con queste misure è stata “salvata l’industria automobilistica europea” e che la Commissione ha dato ragione all’Italia. Ha aggiunto che è stata eliminata la minaccia delle multe che avrebbe potuto determinare il collasso del settore.
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