Il buono, il brutto, il cattivo (Film, 1966)

Come si fa a recensire ancora Il buono, il brutto, il cattivo di Sergio Leone e dire qualcosa di nuovo? Impossibile, ché ne hanno parlato tutti e il film è stato sviscerato fotogramma dopo fotogramma. E allora, tanto per cominciare, non vi raccontiamo la trama, universalmente nota, ma vi diciamo che Sergio Leone calò l’asso sin dalla scelta degli attori, ché non esiste terzetto più ben assortito di Clint Eastwood (Il Buono), Eli Wallach (Il Brutto) e Lee Van Cleef (Il Cattivo), interpreti di una caccia al tesoro senza esclusioni di colpi che si conclude con un indimenticabile triello. Pure se il buon vecchio Clint non gradì il fatto che il vero protagonista della pellicola fosse il bravissimo Eli, ma questa è una storia che non ci riguarda.

Rai Tre è benemerita – come tutte le estati – visto che per riempire il palinsesto programma capolavori, ché ci siamo visti la trilogia di Leone, gli indimenticabili Per un pugno di dollari e Per qualche dollaro in più, prima di arrivare a questa gemma western, in attesa di rivedere Giù la testa (minore ma non disprezzabile) e il fondamentale C’era una volta il west. Tutto su Raiplay tra l’altro, quindi a portata di mano, se soltanto esistesse la voglia di grande cinema tra i nostri utenti telematici, che navigano in un mare di cose inutili e solo incidentalmente possono imbattersi in capolavori.

Tra gli infiniti pregi de Il buono, il brutto, il cattivo c’è la colonna sonora di Ennio Morricone, indimenticabile e iconica per tutto il genere, non dimentichiamo costumi e scenografie, davvero imponenti e rendono bene il senso di un’operazione epocale. Lo stile di Leone è ai massimi livelli: primissimi piani, taglio degli occhi, panoramiche, spazi sconfinati, accompagnati da una fotografia western mirabile curata da Tonino Delli Colli (Pasolini docet!). Molte comparse e tanto realismo, in un’atmosfera tipica del cinema nordamericano resa più vera da vento, polvere, mosche, cadaveri e violenza dispensata senza temere eccessi. Il regista presenta la guerra tra nordisti e sudisti in un quadro desolante e malinconico, facendo trapelare da personaggi come il capitano ubriacone impersonato da Aldo Giuffré il giudizio negativo sul conflitto. Tra gli interpreti di ruoli minori un buon Luigi Pistilli (il frate) e Mario Brega (nordista picchiatore), sottoutilizzati – specie il primo – rispetto alle loro potenzialità. Eli Wallach è personaggio da commedia – forse scritto da Vincenzoni – che ben si sposa con le turpi caratteristiche di Van Cleef e con la flemma guascone di Eastwood, stemperando a dovere la tensione.

Un piccolo capolavoro, c’è poco da fare. Da conservare a futura memoria. A noi piace così tanto da consigliare anche la parodia Il bello, il brutto, il cretino (1967) di Gianni Grimaldi, interpretata dai fantastici Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Se poi volete sapere tutto – ma proprio tutto! – del film, consiglio Spaghetti Western di Matteo Mancini (Ed. Il Foglio, 2012, vol. I, pp. 364-375).

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Regia: Sergio Leone. Soggetto: Luciano Vincenzoni, Sergio Leone. Sceneggiatura: Age, Scarpelli, Luciano Vincenzoni, Sergio Donati. Fotografia: Tonino Delli Colli. Musiche: Ennio Morricone. Scenografie e Costumi: Carlo Simi. Durata: 182’. Genere: Western. Produzione: Alberto Grimaldi (Pea), United Artist Studios. Interpreti: Clint Eastwood, Eli Wallach, Lee Van Cleef, Luigi Pistilli, Mario Brega, Aldo Guiuffré, Alfredo Sanchez Brell (Aldo Sambrell), Romano Puppo, Rada Rassimov, Antonio Casale.

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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