L’agenda verde del Governo

E’ del 15 novembre l’annuncio del Ministero dell’Ambiente del “collegato ambientale alla legge di stabilità”, definito come “l’agenda verde del governo”. Il disegno di legge è in sostanza un pacchetto di norme volto all’attivazione di politiche ambientali virtuose, che attraverso la semplificazione delle normative dovrà creare e facilitare le condizioni per investimenti e crescita economica nel campo della green economy.

All’interno del pacchetto di norme si introduce, doverosamente, anche il finanziamento degli interventi di demolizione di immobili abusivi realizzati in aree ad elevato rischio idrogeologico. Il meccanismo predisposto dal Ministero rende più agevole la rimozione e la demolizione di opere ed immobili realizzati abusivamente nelle aree classificate a rischio idrologico elevato. E’ un provvedimento necessario per quelle zone in cui le condizioni di fragilità del territorio rendono urgente la necessità di realizzare interventi di messa in sicurezza, ma che abbisogna di essere accompagnato da misure di prevenzione e di informazione, oltre che di forti investimenti per raggiungere risultati ottimali.

Le misure sono tutte volte ad orientare uno sviluppo sostenibile e tracciano una linea di tendenza che può e deve rappresentare la svolta dal punto di vista delle politiche industriali del nostro Paese, ma non solo. Gli elementi che fanno propendere per una necessaria “svolta green” non solo italiana, ma addirittura europea, sono dati dagli esempi che provengono dal tipo d’investimenti che colossi come la Corea del Sud, (che destina una quota del 98% alle misure varate per il proprio sviluppo futuro), gli USA e la Cina hanno già predisposto nel segno della green economy.

Un esempio paradigmatico dei margini di crescita della green economy, è dato dal processo di trattamento dei rifiuti, che vede l’Italia, insieme al Regno Unito e alla Spagna, tra i paesi che destinano gran parte dello smaltimento dei propri rifiuti in discarica, a fronte di paesi come la Germania o il Belgio che sono quasi a “discarica zero”. Tali risultati sono stati raggiunti grazie a percentuali di compostaggio, riciclo e recupero materiali superiori al 60% dei propri rifiuti urbani, oltre ad una quota d’incenerimento degli stessi che consente uno straordinario recupero energetico. Recenti studi, eseguiti per conto della Commissione europea, stimano in duemilioni di persone la quota di possibili occupati nell’UE solo attraverso il ciclo integrato di riciclaggio dei materiali e il suo indotto. L’Italia si caratterizza, su questo fronte, non solo per essere in ritardo per la gestione e recupero dei materiali e per avere un bassissimo numero di occupati nel settore, ma, dato a dir poco paradossale, addirittura per una crescita esponenziale della produzione di rifiuti in un momento di contrazione del PIL e quindi del reddito e dei consumi.

La spiegazione è semplice, il nostro Paese è poco capace di “prevenire” la produzione di rifiuti (soprattutto imballaggi) le cui dirette conseguenze sono, una maggiore dipendenza dall’estero per l’importazione dei materiali per confezionamenti,  e una crescita di fatto “insostenibile”.

Pertanto, i provvedimenti governativi, che pure vanno nella giusta direzione, costituiscono solo un indirizzo, o meglio una linea di tendenza da seguire per una “rivoluzione verde”, che non è solo possibile, grazie all’eco-innovazione, l’efficienza e il risparmio energetico, lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, il ciclo integrato dei rifiuti, la mobilità sostenibile, le filiere agricole, ma ormai irrinunciabile, per sviluppare un’economia davvero sostenibile e inclusiva.

©Futuro Europa®

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2 Commenti per "L’agenda verde del Governo"

  1. Interessanti i dati sulle prospettive occupazionali ma è possibile attivare questo tipo di leve, con i vincoli che la stessa UE pone? Ho molti dubbi…

  2. Angelo Di Pietro | 28 Novembre 2013 a 11:15:27 | Rispondi

    Gentile Federica,
    Capisco le sue perplessità, ma mi preme sottolineare come tra i principi ispiratori dell’UE vi sia lo sviluppo sostenibile e la crescita. Non a caso anche il patto di stabilità, ad esempio, è siglato come PSC, in C sta per crescita.
    La ringrazio per il commento. Saluti

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