Capitale Europea della Cultura 2019

Sono state recentemente (tra l’11 e il 15 novembre scorso) preselezionate le 6 città italiane aspiranti al titolo di Capitale Europea della Cultura 2019. Dalle 21 iniziali il cerchio si è decisamente ristretto, dopo la presentazione dei rispettivi dossier di candidatura davanti alla giuria. Le 6 città in questione sono: Cagliari, Lecce, Matera, Perugia-Assisi, Ravenna, Siena.

I vari dossier presentati sono inerenti alla programmazione di eventi culturali nell’anno 2019. Si parte dalla storia e dal patrimonio permanente della città per proiettarsi verso il futuro, attraverso prodotti culturali innovativi. L’approccio al contesto europeo è di dialogo tra differenze e caratteristiche simili in comune.

La capitale europea deve divenire attrattiva per i turisti stranieri, partecipativa tra cittadini residenti e all’estero, ma in particolare sostenibile economicamente e dal punto di vista organizzativo. Sostenibile significa che dalle manifestazioni, motore di sviluppo locale, si deve approdare a effetti durevoli, attraverso una visione complessiva e una governance territoriale attenta. Sono numerosi i vantaggi derivanti alla Capitale eletta: il migliore posizionamento internazionale, l’aumento dei flussi turistici e degli investimenti da parte di privati stranieri.

Cagliari non si presenta al meglio in partenza: non c’è nessuna pagina internet ufficiale che ne presenti il programma. Sappiamo però che la città si candida assieme al territorio circostante del sud Sardegna, che comprende quindi anche la delicata area del Sulcis. Così punta a ripensare il territorio su base culturale, in una zona in cui già da 2 anni sono in corso ingenti processi di modificazione urbana.

Lecce, Tacco d’Europa, Ponte sul Mediterraneo, si candida con l’intero Salento. Conferisce grande importanza ai cittadini che hanno avvertito diffusamente la candidatura e attende ancora che la Regione le accordi l’appoggio con deliberazioni di impegni di spesa, senza il quale ha le mani legate.

Matera, probabilmente la favorita per il forte impulso ideale e la sua peculiarità ad alta densità, punta al Sud come valore, a dispetto del fardello della “questione meridionale”, di cui si sente parlare dalla comparsa di Giolitti. Si concentra sul vivere e produrre cultura a Matera, soprattutto rivalutando i Sassi, da rendere concretamente luoghi abitabili. La sua è una metodologia aperta a progetti paralleli, start-up e progetti pilota, che punta alla comunicazione dell’immagine di una nuova Matera.

Passiamo poi a Perugia-Assisi, con i luoghi di Francesco d’Assisi e dell’Umbria, Fabbricare Luoghi, mette al centro l’idea di città come luogo di dialogo, socialità e accoglienza. Il piano risulta essere un po’ insipido e incentrato molto a livello economico con la cooperazione speciale con Confindustria e l’intento di instaurare industrie culturali-creative.

Lo slogan di Ravenna, con l’intera Romagna, è Mosaici di Cultura, mosaici come pluralità di realtà da conciliare, diversità aperta e infinita. Il riuscire a conciliare il rapporto tra antico e contemporaneo sarà decisamente arduo: come trovare un equilibrio e slegarsi dal patrimonio ravennate alla base? È stata la prima città a candidarsi, già nel lontano 2007, mettendosi con arguzia in contatto con le precedenti Capitali della Cultura e munendosi di una fitta governance per il sistematico e continuo monitoraggio e confronto. La pecca è che aver mirato alla mera partecipazione dei cittadini alla stesura del dossier ha reso la visione autoreferenziale.

Non c’è molto da dire su Siena e provincia, il cui progetto è troppo generale e fallisce nel tentativo di impiegare la retorica. Il patrimonio intangibile, con esempio il passato, nell’accezione di cultura da vivere, è il concetto principale. Ri-creare le condizioni del passato per i suoi migliori talenti (è così scontato che ne abbia?) è il fine. Emergono tra i punti proposti la nuova occupazione sostenibile per i giovani, l’accessibilità a disabili anche nel campo della vista e dell’udito a luoghi di culturali e commerciali e il volere aumentare la permanenza dei turisti a favore di un turismo meno irregolare e transitorio.

Città come Venezia, Urbino, Bergamo e Mantova sono state eliminate dai giochi. La giuria, composta da 13 membri, di cui 6 italiani nominati dal MiBACT, si riunirà durante l’ultimo trimestre 2014 per valutare i progetti modificati sulla base delle raccomandazioni ricevute dalla giuria stessa e per dunque selezionare definitivamente la città da raccomandare per la candidatura. Intanto si aspetta l’estate prossima, quando le candidature verranno formalizzate.

©Futuro Europa®

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