Wonder Woman (Film, 2017)

Wonder Woman di Patty Jenkins è un film che ho visto per puro caso ma è uno di quei casi in cui è il caso di ringraziare il caso. Bello il gioco di parole. Mi è venuto proprio bene. Ringrazio mia figlia che ha insistito tanto per farsi portare al cinema pure se suo padre stava già rimpiangendo i soldi del biglietto non appena partiti i titoli di testa. Senza di lei non lo avrei mai visto perché non amo l’universo dei supereroi DC Comics, quasi sempre privi di superproblemi, e sin da bambino parteggio per i rivali targati Marvel, ideati dal sorridente Stan Lee. Inoltre diffido del cinema d’azione e di tutto il fantastico che esce nel mese di giugno, quasi sempre prodotto per coprire buchi di mercato.

Wonder Woman è l’eccezione che conferma la regola, perché è un buon film, sorretto da una solida sceneggiatura che inizia come un peplum per toccare toni da fantastico supereroistico, senza disdegnare le convenzioni del cinema bellico. Poche divagazioni rispetto al fumetto, con Wonder Woman amazzone figlia di Zeus designata come colei che dovrà sconfiggere Ares, il dio della guerra. Teatro della battaglia tra le divinità è la Prima Guerra Mondiale – nel fumetto Wonder Woman debutta nel secondo conflitto come arma segreta statunitense – con relativo contorno di scienziati pazzi e di generali tedeschi assetati di potere. Il film è un lungo flashback di Wonder Woman che nel presente sta scrivendo una mail a Bruce Wayne (Batman) dove conferma di voler proteggere la vita di tutti.

Fotografia coloratissima, uso ben dosato della computer grafica che modifica diversi paesaggi italiani, dai Sassi di Matera (la residenza delle Amazzoni), a Palinuro, passando per Marina di Camerota, Baia delle Zagare e Castel Del Monte. Un film molto costoso ma che non si basa solo su stupefacenti effetti speciali, anzi, per noi che non amiamo il genere gli scontri tra Wonder Woman e Ares sono la cosa peggiore della pellicola. Molto intensa e ben scritta, invece, la struggente storia d’amore – per fortuna (della credibilità del film) non a lieto fine – tra l’Amazzone e il pilota inglese, spia dal grande cuore disposta a tutto pur di salvare il  mondo.

Tutto sommato brava (e bella) l’attrice e modella israeliana Gal Gadot, già Wonder Woman in un film precedente, non molto espressiva, ma trattandosi di un fumetto la sua interpretazione è accettabile. Chris Pine è una credibile spalla maschile che combatte i fumettistici Danny Huston (generale pazzo) ed Elena Anaya (sfigurata mad doctor al femminile). David Thewlis è molto più credibile come Sir Patrick Morgan che come Ares, ma come abbiamo detto si tratta pur sempre di un fumetto.

Se vi piace il cinema di genere è il film che fa per voi. Non ci sono momenti morti. Si esce dal cinema soddisfatti di aver trascorso due ore e venti di scontri epocali, intervallati da interessanti elementi mitologici e documentate rievocazioni della guerra di trincea. Non perdetelo.

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Regia: Patty Jenkins. Soggetto: William M. Marston (fumetti), Allan Heinberg, Zack Snyder, Jason Fuchs. Sceneggiatura: Allan Heinberg. Fotografia: Matthew Jensen. Montaggio: Martin Walsh. Scenografia: Aline Bonetto. Musiche: Rupert Gregson-Williams. Produttore: Zack Snyder, Deborah Snyder, Richard Suckle, Charles Roven. Case di Produzione: Warner Bros Pictures, Cruel, DC Entertainment, Atlas Entertainment, Tencent Pictures, Wanda Pictures. Distribuzione Italia: Warner Bros. Genere: Avventuroso, Fantastico. Durata: 141’. Interpreti: Gal Gadot, Chris Pine, Robin Wright, Danny Huston, David Thewlis, Connie Nielsen, Elena Anaya, Lucy Davis, Said Taghmaoui, Ewen Bremner, Eugene Brave Rock, Lisa Loven Kongsli.

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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