La memoria è nell’arte

Roma – In occasione della riapertura annuale dei cancelli di Auschwitz, luogo della Shoah (il 27 gennaio ricorre la giornata della memoria), si svolge la nona edizione di Arte in Memoria, biennale Internazionale di Arte Contemporanea organizzata dall’Associazione Culturale Arteinmemoria e nata dall’idea dell’architetto Adachiara Zevi, che ne è anche la curatrice.

Come spiega la curatrice, in un video introduttivo sul sito, l’associazione nasce a posteriori con lo scopo di divulgare tutto il lavoro svolto negli anni per tenere vivo il ricordo dei crimini contro l’umanità perpetrati contro gli Ebrei, ma ha anche il proposito di scongiurare il ripetersi di simili atrocità ai danni delle minoranze etniche e dei più deboli in generale.

Arte in Memoria prende le mosse dal progetto portato avanti dalla Sinagoga  di  Stommeln (nella  provincia  di  Colonia), miracolosamente sopravvissuta al nazismo, che dagli anni Novanta, ogni anno, invita  un artista per creare un lavoro originale per il luogo. In Italia il sito preposto all’esposizione permanente e temporanea delle opere è stato individuato nella più antica Sinagoga d’Occidente, risalente al I secolo d.C., situata a Ostia Antica dove si possono riconoscere anche i resti di una biblioteca e di un vecchio forno per la cottura del pane azzimo; un luogo ideale in cui gli artisti contemporanei possono esprimersi senza vincoli di spazio.

Ogni edizione permette all’associazione, ed alla Soprintendenza in particolare, di aggiungere all’esposizione un opera in più donata dall’artista che l’ha creata, come hanno fatto Sol LeWitt (Senza Titolo, 2002, muratura, cm 300x230x354Ø), Gal Weinstein (Blaster, 2002, ceramica, cm 250×250), Pedro Cabrita Reis (Untitled, 2005, mattoni, cemento, legno, 21 colonne ciascuna di cm 220x40x40), Liliana Moro (Stella polare, 2011), Michael Rakowitz (Gheniza, 2013, per Ostia) e Stih &Schnock (esemplare di Sinergia su supporto di metallo, 2015). Opere che contribuiranno alla realizzazione di una collezione.

Questa edizione vede esposte le opere più diverse, che appartengono al genio e sensibilità espressiva di differenti artisti: Sara Enrico legata ad alcune pratiche di tessitura artigianale, che fonde con l’uso di moderne fibre artificiali; Horst Hoheisel che darà il suo contributo con opere di consolidamento e restauro di alcune parti della sinagoga, mettendo in risalto quanto in lui evocato dai resti del sito; Ariel  Schlesinger  sarà presente con un omaggio all’opera di Gunter Demnig e ai suoi famosi Stolpersteine (Pietre di inciampo) si tratta di targhe cementate nel terreno che portano incisi i nomi, la data di nascita e di morte degli ebrei deportati, un modo per dare loro una degna sepoltura oltre che un visibile ricordo; Luca Vitone, infine, contribuirà con un opera simbolica prendendo spunto dalle pietre.

Le opere saranno esposte fino al 18 Aprile prossimo, garantendo così la massima fruibilità, inoltre una volta conclusa la mostra l’associazione pubblicherà, come ogni anno, il catalogo in formato bilingue, contenente un saggio scritto dalla curatrice e le opere esposte nella Sinagoga di Ostia, mentre la grafica sarà fedele alle edizioni precedenti.

La realizzazione di questa esposizione gode del supporto del Mibact, della Direzione generale Musei, del Parco Archeologico di Ostia antica e del patrocinio del Comitato di Coordinamento per le Celebrazioni in Ricordo della Shoah della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità Ebraica di Roma, ha anche ricevuto l’appoggio dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania e dell’Ufficio Culturale dell’Ambasciata di Israele.

L’associazione Arteinmemoria opera anche su un altro fronte che riguarda Memorie d’Inciampo, un progetto in progress dalla portata incalcolabile, sempre in movimento e senza una fine prestabilita, che prende il via dalle segnalazioni della Biblioteca della Casa della Memoria e della Storia di Roma, dove uno sportello attivo tutto l’anno raccoglie le prenotazioni per i sampietrini da inoltrare all’artista. Tramite le informazione fornite, l’artista realizza delle pietre autografe, ognuna diversa dall’altra, che provvederà personalmente ad installare.

Ogni anno, grazie al coinvolgimento dei municipi e del lavoro svolto dagli studenti, questo progetto cresce sempre di più, portando per le strade delle città la memoria delle vittime dell’olocausto per deportazione politica, militare e razziale; un segno forte ma discreto che ricorda a tutti noi ciò che non deve ripetersi.

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