Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, finalmente

Con grande successo, il 30 aprile ha inaugurato nella sua totalità dopo più di otto lunghi anni il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, registrando ben 9.027 visitatori tra sabato pomeriggio e domenica. Interamente restaurato, ampliato, adeguato a livello antisismico e riallestito, la promessa sociale, civile ed economica per un turismo culturale del Meridione, alla fine ce l’ha fatta ad arrivare a compimento.

Palazzo Piacentini, con i suoi 3.300 metri quadrati che si sviluppano su quattro piani, ospita la storia dell’antichità calabrese, a partire dal Paleolitico sino alla tarda età romana. Il nuovo percorso espositivo, con 220 nuove vetrine espositive, si deve alla direttrice uscente, Simonetta Bonomi – dal 12 marzo scorso a capo della Soprintendenza Archeologica del Veneto, oltre all’interim del Friuli -, che, insediatasi nel settembre 2009, ne ha invertito totalmente il circuito: se prima si saliva dal piano terra al secondo piano, passando per il mezzanino e il primo piano, ora inizia dal secondo piano per concludersi al pianterreno con l’ultima sala dei Bronzi di Riace. La Bonomi spiega: “L’ordito generale è cronologico, la trama è invece tematica.”

Il neo-direttore e capo della Soprintendenza Archeologica della Calabria, Carmelo Malacrino, ci tiene a fare il punto della situazione, chiarendo “non solo i Bronzi in questo museo”. Per quanto se ne dica, i Bronzi, assieme all’intero piano terra, sono l’unica parte aperta al pubblico nel corso degli ultimi mesi, e i veri inediti all’interno di questo museo sono altri. Ma è giusto parlarne.

Museo Archeologico Nazionale - Reggio CalabriaIl marmoreo kouros di Reggio, in realtà un giovane Apollo, di cui viene presentata pure la ricostruzione virtuale, introduce il visitatore alla Sala dei Bronzi di Riace e dei Bronzi di Porticello: dunque, la testa di Basilea e quella del Filosofo, del quale un ologramma offre un’ipotetica ricostruzione virtuale come anziano poeta – alla sua ricomposizione reale, con le parti conservate nei depositi, si sta già lavorando.

Tra i reperti inediti, l’esteso mosaico con scena di palestra rinvenuto all’indomani del terremoto del 1908 nel sottopalazzo Guarna, e la necropoli ellenistica: quello di Reggio è l’unico museo al mondo a ospitare al proprio interno una necropoli. Rinvenuta da Paolo Orsi nel 1932 durante la costruzione di Palazzo Piacentini, è situata in una camera sotterranea, sotto via Domenico Romeo, accessibile dal piano terra del museo; un centinaio di sepolture di quattro tipologie differenti – a cassa, alla cappuccina, a cassa con la copertura a libro, e a camera – databili tra il IV e il II secolo a.C. (forse l’utilizzo si ebbe anche in età classica), testimoniano la tradizione tipicamente reggina di inumazione al di fuori delle mura.

Tra le novità, piazza Paolo Orsi vede un nuovo layout, con tanto di bookshop e nuova biglietteria che vi si affacciano. La terrazza panoramica del museo ospiterà poi un ristorante, una volta ultimata. Il progetto d’ampliamento e d’integrazione urbana prevedeva inizialmente molto di più, ma ha incontrato l’acerrima disapprovazione da parte delle associazioni – e questo è solo uno tra i numerosi ricorsi, errori progettuali, problemi tecnici, e tanto di strascichi della riforma MiBACT di Franceschini, che hanno comportato la triplicazione dei costi dagli 11 milioni ai 29 milioni di euro.

L’istituzione è stata inoltre interessata da un’operazione di rebranding, che ha visto la creazione di un nuovo logo-nome che secondo la moda più comune in campo lo vede ora come MArRC. In accordo con lo spirito inclusivo di Malacrino a favore del potenziamento della comunicazione, il Museo si è aperto alla presenza social su Facebook e Twitter, e si sta adoperando per rendere il museo hi-tech con un progetto da due milioni di euro a cura di Poin Cultura tra il 2014 e il 2020 con tanto di app dedicata.

Sembrerà inconsistente ma il piano di valorizzazione presentato al momento della candidatura risulta essere fondamentale al fine di rendere competitivo il sito che, con esposizioni temporanee a alta frequenza, prevede “l’accoglienza agli eventi espositivi che possano promuovere anche gli altri musei e le altre realtà archeologiche della Calabria, in sinergia con il Polo museale e la Soprintendenza Archeologica”. Mentre, fuori regione, il MarRC – che si colloca tra i venti grandi musei dotati di autonomia speciale – si sta impegnando “alla messa in rete con gli altri tre musei archeologici del Sud, quello di Napoli e di Taranto, legati dal tema della Magna Grecia”.

©Futuro Europa®

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