#greenitaly

Ttip: Greenpeace, stop negoziati, contrari a interesse pubblico – “Questa fuga di documenti dimostra che i negoziati sul Ttip vanno fermati subito perché vanno contro l’interesse pubblico e la salute dei cittadini”. Lo ha chiesto Jorgo Riss, direttore di Greenpeace Ue, presentando a Bruxelles i documenti riservati sullo stato dell’arte della trattativa tra Ue e Usa sul Ttip, il Trattato di partenariato trans-atlantico sul commercio e gli investimenti. Ribattendo punto su punto ai rilievi della Commissione, Riss sottolinea che il Ttip non è tanto “un trattato sul commercio, quanto sulla riforma del modello regolatorio”. “Leggendo le carte si nota che la filosofia comune, da parte delle ambedue parti negoziali, è che la regolamentazione è una barriera al commercio. Ovviamente, ammette Riss, ci sono differenze: “l’approccio americano è terribile, quello europeo è cattivo”. “Ma non vorremmo – prosegue – che si arrivasse a un punto di compromesso che finirebbe per danneggiare l’ambiente, la salute dei cittadini e la tutela dei consumatori”. Dietro al palco della conferenza stampa, un grande pannello con su scritta la frase che sintetizza la posizione di Greenpeace dopo questa fuga di documenti: “I sospetti di milioni di persone erano fondati”. (ANSA).

Ttip: Greenpeace svela carte, Usa minacciano salute Ue. Ue: tempesta sul nulla; M5s,ora stop; Guerra su etichette vino – Gli Stati Uniti, attraverso il negoziato sul Ttip, stanno esercitando una enorme pressione sull’Unione europea perché abbassi le sue tutele in tema di difesa dell’ambiente, della salute e dei diritti dei cittadini. E’ la tesi di Greenpeace Ue, che oggi è entrata in possesso di molti documenti riservati, oltre 200 cartelle, sui negoziati transatlantici, diffuse da diversi media europei. Una fuga di notizie che ha riattizzato lo scontro sul controverso negoziato sul Trattato di libero scambio tra Usa e Ue, che faticosamente va avanti da oltre tre anni. Tanto che da più parti, non solo Greenpeace ma anche, ad esempio, il Movimento cinque Stelle, trae spunto da questo ‘leak’ per ribadire la richiesta di sospensione immediata della trattativa, vista come una minaccia gravissima alle conquiste democratiche del Vecchio Continente. Ma anche una spada di Damocle sulle eccellenze economiche Ue, come le denominazioni di origine del vino, pensiamo al Chianti, al Marsala, o anche allo Champagne, che l’Europa vorrebbe difendere e gli Usa vorrebbero invece acquisire, per chiamare così anche i loro vini. Insomma, la linea di Greenpeace è chiara: “Le carte dimostrano che la posizione americana è pessima – attacca Jorgo Riss, direttore di Greenpeace per l’Unione europea – ma anche che quella europea è cattiva. Per cui dobbiamo evitare che si arrivi a un compromesso che spiani la strada a una gara al ribasso negli standard ambientali, della salute e della tutela dei consumatori”. Da qui la richiesta di fermare tutto. Su twitter l’organizzazione ambientalista lancia l’hashtag #ttipleak. E a una conferenza stampa a Bruxelles, si accompagna l’illustrazione dei testi riservati con un grande banner, con su scritta questa frase lapidaria: “I sospetti di milioni di persone erano fondati”. Dura, in mattinata, la reazione dei responsabili europei del negoziato, in particolare della titolare del dossier, la Commissaria al Commercio, Cecilia Malmstrom, liberale svedese, che definisce l’allarme di oggi come una “tempesta in un bicchiere d’acqua, basata sul nulla”. Secondo Malmstrom, sono state pubblicate le richieste americane, che non sono né “risultati finali”, né “base di nessun accordo”. “E’ normale – aggiunge – che tutte le parti di una trattativa vogliono raggiungere il numero maggiore possibile di propri obiettivi”, ma “ciò non significa che c’incontreremo a metà strada”. Anzi, conclude che “ci sono zone che registrano distanze eccessive su cui non c’è accordo”. Sulla stessa linea il portavoce delle politiche commerciali del gruppo socialista e democratico al Parlamento europeo, David Martin: “Non accetteremo un trattato qualsiasi che includesse un abbassamento degli standard su ambiente e diritti. Tuttavia – precisa Martin – sia chiaro che dai documenti riservati diffusi oggi, che elencano le posizioni delle due parti, non c’è nulla che indichi che l’Europa abbia ceduto ad alcuna delle richieste americane”. E in serata la Casa Bianca si dice non particolarmente preoccupata per la fuga di notizie sul Ttip. Senza entrare nel merito della loro veridicità o meno, il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest afferma che le indiscrezioni non avranno impatto sulla tabella di marcia delle trattative. (ANSA)

Nuovo sversamento Polcevera: persi centinaia litri di benzina Situazione sotto controllo, si indaga sulle cause – Centinaia di litri di benzina sono finiti (in data 2 maggio) nel torrente Polcevera a Genova creando, per alcune ore, una nuova emergenza dopo quella del 17 aprile, causata dalla rottura di una condotta della raffineria Iplom di Busalla che fece finire nel torrente circa 700 metri cubi di greggio. Uomini della Protezione civile e Vigili del fuoco hanno lavorato tutta la notte per annullare la nuova criticità sul Polcevera. Resta ancora da capire se la benzina è stata persa accidentalmente da qualche deposito o da qualche autocisterna, o se lo sversamento sia stato doloso. La scorsa notte in Val Polcevera sono arrivati, per verificare di persona la situazione, il ministro dell’ambiente Gianluca Galletti, il sindaco di Genova Marco Doria, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e il comandante della Capitaneria di Porto Giovanni Pettorino che hanno parlato di assenza di emergenza e di sversamento modesto dicendo, da subito, ” che tutto era sotto controllo”. (ANSA)

Ambiente: Syndial(Eni),pure arsenico in rifiuti oasi Brindisi Rimuoveremo 50.000 tonnellate materiali in 3 anni e mezzo – Cumuli di rifiuti inquinano l’oasi protetta di Brindisi nei pressi dell’area industriale ex Montedison, con 50.000 tonnellate di materiali da rimuovere, contaminati anche da diossina, arsenico e metalli. La stima è dell’Amministratore delegato di Syndial (gruppo Eni), Giovanni Milani, responsabile della bonifica, nel corso di un’audizione presso la Commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Milani informa che sono stati individuati “come contaminanti principali diossina, arsenico e metalli su un’estensione di circa un ettaro su nove complessivi dell’area”. “Contiamo di rimuovere, come proprietari incolpevoli, 50.000 tonnellate di materiali con un costo di circa 13 milioni in tre anni e mezzo”, afferma il dirigente. (ANSA).

©Futuro Europa®

Print Friendly, PDF & Email
Condividi

Sii il primo a commentare su "#greenitaly"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non sarà pubblicato


*