Consulta, ancora niente di fatto

Il Parlamento non riesce ad eleggere i tre giudici della Corte Costituzionale, neanche dopo 29 votazioni. Uno stallo che preoccupa, e non poco, il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che ha espresso amarezza per l’impasse. I partiti non si mettono d’accordo e i veti incrociati bloccano l’elezione dei tre giudici da parte delle Camere. Da oggi, lunedì 14 dicembre, le votazioni andranno avanti ad oltranza fino alla tanto attesa fumata bianca.

Il Pd che punta su Augusto Barbera si dice aperto al dialogo ma non ha alcuna intenzione di cambiare candidato. E’ nella stessa condizione Forza Italia che non vuole proporre altri nome se non quello di Francesco Sisto, ex presidente della commissione Affari costituzionali della Camera. I 5 Stelle non escludono a priori Barbera, ma restano contrari, senza se e senza ma, all’azzurro Sisto, proponendo il loro “cavallo” Franco Modugno. Per superare lo stallo, tra i dem si è fatta largo l’ipotesi di eleggere subito due dei tre giudici, ossia Barbera e Modugno. “Pd e 5 Stelle da soli non sono certi di poterlo fare”, è il monito di Forza Italia.

I giudici della Consulta sono quindici, un terzo è nominato dal Parlamento in seduta comune, un terzo dal Presidente della Repubblica e un terzo dalle supreme magistrature ordinaria e amministrativa. Il voto parlamentare è a scrutinio segreto ed è richiesta una maggioranza dei due terzi dei componenti dell’Assemblea. Dal terzo scrutinio in poi è sufficiente solo la maggioranza dei tre quinti. Il presidente del Senato, Piero Grasso, condivide “in pieno l’amarezza e anche le preoccupazioni” di Sergio Mattarella sui ritardi del Parlamento nell’elezione dei tre giudici costituzionali. “Farò tutto quello che è nelle mie competenze per poter raggiungere questo risultato entro la fine dell’anno”, ha specificato da Seul, in missione istituzionale in Oriente. “L’elezione della parte politica della Consulta deve potere costituire la coscienza di garanzia della politica e la fiducia in quest’organo costituzionale”.

Finora nessun candidato ha raggiunto il quorum di 571 voti necessari per essere eletto. La politica, come spesso accade, litiga e non trova un punto di contatto. Dal 14 dicembre, appunto, si vota tutte le sere. Come dire, un accordo si dovrà trovare in ogni caso: anche per sfinimento.

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