Pittura fiamminga, la stirpe Brueghel in mostra a Bologna

Venerdì scorso è stata inaugurata la mostra Brueghel. Capolavori dell’arte fiamminga presso Palazzo Albergati a Bologna; questa interessante esposizione, corredata da catalogo e da una ampia offerta didattica rivolta a bambini e adulti, è stata organizzata e prodotta da Arthemisia Group con il patrocinio del Comune di Bologna. La mostra ripercorre lo stile artistico fiammingo che va dal XVI al XVII secolo usufruendo dei lavori di una delle più prolifere famiglie di artisti fiamminghi, i Brueghel.

I curatori dell’esposizione, Sergio Gaddi e Andrea Wandschneider (Direttore del Paderborn Städtische Galerie in der Reithalle), hanno suddiviso la mostra in sette sezioni includendo anche una selezione di opere di pittori che hanno contribuito ad arricchire il patrimonio artistico dell’epoca.

Il giudizio morale, tra salvezza e condanna, la prima sezione, mette a confronto opere, risalenti alla metà del Cinquecento, che affrontano il tema della morale come ad esempio ne I Sette Peccati Capitali di Hieronymus Bosch e ne La Resurrezione del capostipite della famiglia Brueghel, Pieter Brueghel il Vecchio. Da una parte troviamo una sorta di rappresentazione fantasiosa di ciò che rappresenta la morale, dall’altra invece ci si trova davanti un’umanità semplice che deve fare i conti con il constante conflitto tra ricerca delle virtù, nel tentativo di elevare lo spirito da una parte, e i bisogni terreni, dall’altra.

La seconda sezione, La natura regina, affronta il periodo di cambiamento introdotto dalle teorie calviniste e dalla Riforma protestante, epoca in cui si facevano avanti le scoperte di Copernico; la produzione fiamminga dell’epoca si distacca dal filone Rinascimentale, che vedeva l’uomo come essere superiore al centro dell’Universo, mettendo in risalto l’impotenza e i limiti dell’uomo davanti alla forza della natura. Argomenti che sono ben presenti e visibili soprattutto ne Riposo durante la fuga in Egitto e Paesaggio fluviale con bagnanti di Jan  Brueghel  il  Vecchio, detto dei Velluti, ma risulta più evidente in Paesaggio boscoso con la Vergine e il Bambino, san Giovanni Battista e un angelo di Jan Brueghel il Giovane.

Soldati e cacciatori nella luce dellinverno è il tema della terza sezione, che tratta l’ancestrale tema della caducità della vita, attraverso la caccia e la guerra; nelle opere di Pieter Brueghel il Giovane, Trappola per Uccelli, e nel dipinto di Marten van Cleve, Paesaggio invernale con la strage degli innocenti, si affronta il tema nella sua accezione più cruenta, la caccia e la guerra.

La quarta sezione, Storie di viaggiatori e mercanti, offre al pubblico la possibilità di osservare come gli artisti fiamminghi del Cinquecento percepissero la nascente classe commerciante; questa nuova classe borghese fu anche la più fruttuosa committenza che gli artisti dell’epoca ebbero. Un esempio di questa epoca è ben rappresentato dalle incisioni come Incontro tra viaggiatori e Contadini di ritorno dal mercato di Jan Brueghel il Giovane.

Una sezione che mette in risalto la fantasia e l’immaginario della società fiamminga è dato dalle opere raccolte nella quinta sezione, Le allegorie, racconti delle meraviglie; nei dipinti Allegoria delludito , Allegoria dellolfatto e Allegoria degli elementi di Jan Brueghel il Giovane, quest’ultimo dipinto insieme a  Hendrick van Balen, emergono le rappresentazioni figurative degli elementi, delle emozioni e dei sensi umani, che naturalmente appartengono al solo mondo della percezione, ma attraverso il pennello degli artisti prendono forma umana e in un certo senso vengono resi più tangibili e reali.

Con la sesta sezione, Splendore e vanità della vita silente, si esaltano le doti puramente tecniche dei pittori; per quanto riguarda i lavori della famiglia Brueghel si ricorre spesso alla raffigurazione di fiori, una presenza armonica che regala un senso di benessere, ma cela in se la vanità umana data dalla ricerca della bellezza in contrapposizione al naturale deperimento della vita, rintracciabili nella presenza di una foglia morta o di un frutto più maturo. Eloquenti i dipinti dove Jan Brueghel il Giovane sceglie come vaso dei propri fiori un’urna cineraria, oppure le piccole composizioni di Ambrosius Brueghel, Natura morta con fiori e Vaso di tulipani e dalie.

L’ultima sezione, dal evocativo titolo La danza degli ultimi, raggruppa una serie di opere dedicate alle persone più umili, spesso trascurate dallo sguardo degli artisti, ma non a quello dei pittori fiamminghi che non dimenticano di rappresentare mendicanti, ubriachi e contadini; attenti osservatori e testimoni del loro tempo i Brueghel attraverso le loro opere raccontano storie comuni, come in La Danza nuziale allaperto e Sposa di Pentecoste di Pieter Brueghel il Giovane, o in rappresentazioni folcloristiche come la grande opera composta da sei tavole di Marten van Cleve, Matrimonio di contadini.

Insomma questa mostra, che si concluderà il 28 Febbraio 2016, offre un ottimo termine di paragone e riflessione tra la società fiamminga dell’epoca e i cambiamenti che oggi ci troviamo a vivere sulla nostra pelle.

©Futuro Europa®

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