Le regole per il Tiramisù

A un certo punto il signor Pompi ha detto basta; dopo aver rovinato la vita a centinaia di migliaia di poveri automobilisti, a vicini inermi, a gente di ogni età, il signor Pompi si è sentito offeso e, come nella migliore tradizione dei fabbricanti di tiramisù, ha arricciato il sedere e si è sfogato.

Per chi non fosse romano, Pompi è il Tiramisù: il suo bar di via Albalonga per anni ha tenuto un quartiere in ostaggio a causa della doppia fila perenne di macchine causata dai suoi clienti, la cosiddetta banda delle doppie frecce. E così la circoscrizione ha provveduto, anche perché la ressa di alcuni orari creava non pochi disagi a tutto il circondario.

E allora apparvero i cordoli. E la vita cambiò: finalmente i poveri invalidi si trovarono con  l’uscita dal parcheggio non più ostruita e le mamme con i passeggini non si trovarono più costretti a  prendere il pupo  in braccio lottando con la sosta sui marciapiedi.

I residenti in via Albalonga e dintorni hanno tirato un sospiro di sollievo da quando è stata fatta la nuova viabilità che rende vivibile quello che per mesi e anni era diventato incubo. “Ora le doppie file non ci sono, si riesce a passare, i rifiuti vengono svuotati e le ambulanze passano. Prima era la più totale anarchia – racconta un abitante con bimba piccola in braccio – con le nuove transenne il miglioramento per la viabilità è all’80%”.

Ma lui, il re di Roma pasticciere, non ci sta. Ha visto calare vorticosamente gli affari, perché molte persone hanno ancora la cultura di portare la macchina proprio di fronte al luogo del delitto e non possono contemplare l’idea di trovare parcheggio, parcheggiare senza dare fastidio alla viabilità, pagare il ticket e magari camminare cento metri. E allora niente tiramisù, meglio un gelato della Coop.

E il coro di “chissenefrega signor Pompi” si è sprecato dopo che il tipo ha fatto la dichiarazione: “Me ne vado! Vendo ai cinesi”. E poi: “Rischio di mandare via 60 persone» come ha scritto pochi giorni fa su un cartello affisso nel locale. E chiede di ritornare alla viabilità di prima. Un messaggio al quale ha replicato il consigliere del Municipio VII, Davide Tutino: “Se vende e si sposta perché non si porta dietro i dipendenti?”. Ma soprattutto il consigliere vuole sottolineare che “La riqualificazione dell’area porta a un aumento del valore commerciale ed edilizio della zona”. E la sua voce è come quella di moltissimi residenti di zona che non hanno nessuna intenzione di tornare alla viabilità di prima. “È anche una questione di legalità e di rispetto per le regole” tengono a sottolineare.

E poi ben vengano i cinesi. Faranno il Tilamisù e, sicuramente, rispetteranno le regole.

©Futuro Europa®

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2 Commenti per "Le regole per il Tiramisù"

  1. Gentile Signora,
    sono residente in via Albalonga da oltre dieci anni e, sinceramente, non noto tutti questi miglioramenti orgogliosamente elencati nel suo articolo. Mentre prima potevo contare sulla gentilezza del personale del bar Pompi sempre pronto a far spostare le macchine che ostruivano il passaggio, ad aiutarmi nel caso di una breve fermata, a far scendere i bambini o a scaricare la spesa, ora mi ritrovo una strada con una carreggiata ristretta al massimo, un solo posto destinato al carico e scarico perennemente occupato da vetture ignorate dai vigili e l’impossibilita’ di effettura la semplice fermata, badi bene non la sosta in doppia fila, per far scendere passeggeri davanti al portone. Quanto al miglioramento della viabilita’ potrei fornire accurata documentazione di come il traffico dirottato su due piccole stradine quali via Ceneda e via Domodossola sia aumentato. Vede signora, io sono vegana e non mangio tiramisu’, ma sono comunque dispiaciuta nel veder gioire alcuni fanatici per l’eventuale chiusura di un bar ben frequentato ed elegante per non parlare di quegl’orribili jersey presuntuosamente chiamati arredo urbano. Cinesi, russi, pompe funebri, un piccolo bar di periferia mal frequentato, oppure la strada deserta e desolata, vediamo se il prezzo delle case aumentera’. Non credo lei viva in questo quartiere, a me piacerebbe molto scrivere qualcosa a proposito del The Cat and The Fiddle, ma e’ Los Angeles citta’ che frequento poco.

    • Anche io sono vegana. E i gentili impiegati di Pompi sempre pronti a far spostare le macchine che ostruiscono il passaggio non li ho mai conosciuti. Era un esempio di grande mancanza di senso civico ed è giusto che sia stato fermato. E poi il caro signor Pompi, che ha locali in altre parti di Roma, non credo che andrà in miseria e magari chi lo sa, potrebbero aprire al suo posto un ristorante vegano, cinese, ma vegano.

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