itTaxi: l’app dell’URI che sfida UBER

La riposta italiana a Uber si chiama itTaxi. Questo il nome dell’app mobile lanciata dall’URI, l’Unione dei Radiotaxi d’Italia, con l’intento di offrire un servizio di trasporto automobilistico all’avanguardia che non abbia nulla da invidiare alla rivale straniera.

L’applicazione in questione è in realtà disponibile dal 2012, ma solo adesso l’URI ha deciso d’investirci arricchendola di nuove interessanti funzionalità. Come la sua antagonista, consente per esempio di prenotare il taxi comodamente da smartphone, localizzando su mappa l’autovettura più vicina.

Una volta terminata la corsa, è poi possibile recensire la qualità del servizio e, in caso di giudizio negativo, aggiungere il taxi tra quelli indesiderati, in una sorta di lista nera, per far sì che non compaia nelle successive richieste. In fase di prenotazione è inoltre possibile selezionare le caratteristiche dell’auto, come per esempio tipologia (berlina, station wagon), numero di posti e lingua del tassista.

Per quanto riguarda invece le modalità di pagamento, il servizio è abilitato ad accettare le carte prepagate e di credito associate all’account PayPal. Il pagamento avverrà quindi tramite app, senza la necessità per il tassisti di disporre di un POS per la lettura delle carte magnetiche.

Rispetto alla release originaria, itTaxi accetta anche i pagamenti con abbonamento aziendale. In questo modo professionisti e aziende potranno monitorare in tempo reale tutte le spese legate a trasferte e spostamenti vari (travel management) e ricevere le relative fatture da detrarre a fine mese. I dipendenti delle aziende private convenzionate con l’app avranno anche la possibilità di addebitare la corsa all’azienda e verificare in tempo reale le corse rimanenti a loro disposizione.

Ricordiamo che ItTaxi è presente in quaranta città (tra cui Milano, Roma, Torino, Firenze, Bologna e Napoli) e conta diecimila autovetture sparse su territorio. C’è però un’altra soluzione che si sta gradualmente imponendo come alternativa social a Uber e che per ovvie ragione è bene tenere sott’occhio: stiamo parlando di Lyft. L’elemento differenziante è che qui il matching autista-passeggero avviene grazie a un sofisticato algoritmo, capace – come riporta Wired.it – “di scegliere l’accoppiata migliore in base alla cerchia di amici e agli interessi mostrati sul proprio profilo Facebook”.

Lyft ha in comune con itTaxi l’anno della sua nascita (il 2012) e fa leva sul concetto di sharing economy, in cui tassisti e utenti fanno parte di una grande comunità in cui condividono gli stessi interessi. Partendo da questo presupposto, Lyft ha la pretesa d’individuare il miglior autista per ogni passeggero che fa uso del suo servizio. Carattere informale e spirito social non corrispondono però a una minore attenzione per la sicurezza: tutti gli autisti sono infatti sottoposti a scrupolosi controlli volti a scongiurare disservizi continuativi che possono andare a discapito dell’azienda.

©Futuro Europa®

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