OMT, una politica monetaria non convenzionale

Se fossimo in campo letterario potremmo, semplificando, usare il noto proverbio “a mali estremi, estremi rimedi”, in campo economico europeo useremmo la frase del Presidente della BCE, Mario Draghi, “non escluse misure eccezionali”. Potremmo anche usare l’anglicismo Outright Monetary Transactions (OMT) o il politichese “Politica monetaria non convenzionale”.

Tornando un passo indietro, vediamo come fino alla crisi finanziaria del 2007 ed a quella, soprattutto, del debito sovrano del 2011, la politica monetaria della BCE si basasse su di un algoritmo noto come La regola di Taylor. Senza addentrarci, in questo contesto, nell’affrontare complicate equazioni matematiche, evidenziamo che la regola studiata da John Taylor prevede che il tasso di interesse nominale praticato dalla BCE era frutto di una relazione matematica tra inflazione e prodotto interno lordo. Tale interesse avrebbe dovuto generare una situazione di equilibrio reale sui mercati garantendo la stabilità degli stessi.

Il programma di Outright Monetary Transactions fu annunciato dal Consiglio Direttivo della BCE il 2 agosto 2012 ed illustrato nel dettaglio dal governatore Mario Draghi il 6 settembre 2012. A causa di una crisi di una durata finora mai verificatasi, si era creata una situazione eccezionale che aveva elevato il livello del premio di rischio, spread, a livelli tali da mettere in dubbio i programma di risanamento posti in essere dai Paesi in difficoltà esponendoli a rischi di default.

Il programma OMT trova piena applicazione nell’acquisto da parte della BCE di titoli di Stato a breve termine di Paesi in conclamata difficoltà, dimostrata dall’adesione gli stessi al Meccanismo Europeo di Stabilità (MES). Parametri particolarmente rilevanti delle OMT sono “la teorica illimitatezza degli acquisti” e l’abbassamento del livello creditizio da preferenziale a normale, il che pone la BCE alla pari, con gli stessi diritti degli altri.

Gli interventi di acquisto di titoli del debito sovrano da parte della BCE, recependo una idea del ex-presidente Jean-Claude Trichet, è sterilizzato ai fini del flottante monetario drenando liquidità dal sistema bancario in depositi fruttiferi, questa manovra evita il rischio di effetti inflattivi, tema cui la Germania è particolarmente sensibile. Come precedentemente detto, condizione di partenza è l’adesione dei paesi usufruttuari alle condizioni previste dal MES, quindi gli Stati devono presentare un programma di risanamento e ristrutturazione ed adempiere alle modalità e vincoli previsti ed indicati dagli organismi europei. Tramite l’acquisto di titoli a breve termine, da uno a tre anni, che oltre la possibile illimitatezza, possono essere effettuati a priori ed hanno l’obiettivo di ripristinare il corretto funzionamento e l’omogenea trasmissione della politica monetaria nei paesi Eurozona.

Pesa su quello che è stato definito il bazooka di Mario Draghi, la decisione della Corte di Karlsruhe che ha sostanzialmente accolto i rilievi della Bundesbank in merito al programma, ravvisando ‘’importanti ragioni per desumere che questo eccede il mandato della Bce” in riferimento all’art. 123 del TFEU, Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che vieta il finanziamento diretto dell’Istituto centrale ai bilanci dei singoli Stati. Tuttavia la stessa Corte non ha emesso sentenza, rimandando il tutto ad un parere della Corte di Giustizia Europa in Lussemburgo; ma prima o poi si arriverà ad una decisione, e questo è un ostacolo che potrebbe incidere pesantemente in futuro.

©Futuro Europa®

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