Rassegna stampa estera

Come non parlare di Matteo Renzi? La stampa internazionale ci ha inondati di commenti e che non possiamo ignorare anche se, dopo questa rumorosa, turbolenta e poco accattivante campagna elettorale, resi gli onori al vincitore, speriamo in un po’ di sobrietà mediatica. E soprattutto aspettiamo risultati concreti.

Sia la stampa francofona che quella anglofona guarda con favore questa “vittoria”, anche perché la scelta di un’altra strada avrebbe reso la comprensione del nostro già complicato Paese, ancora più ostica a giudici severi come lo sono quelli che ci guardano da fuori. Il nostro Primo Ministro ha raggiunto un primo importante obbiettivo: la legittimazione del suo mandato. Come scrive Marc Lazar, professore di storia e sociologia politica, su Slate “rimane il fatto che (questa vittoria) è importante, vedi decisiva. Legittimato da questo risultato inedito e storico, Matteo Renzi ha ora lo spazio di manovra necessario per agire. Nel suo Partito, l’ostruzionismo che gli veniva fatto è oggi messo a tacere.” “Un risultato insperato”, prosegue il Professore, “Come spiegare tale successo?”. Lazar  definisce Renzi un “virtuoso della comunicazione”, spiegando che è riuscito a mettere insieme persone di ogni estrazione, gente che vede in lui “un uomo nuovo della politica, anche se la sua biografia dimostra che non è proprio così”. Se in questo test ha essenzialmente dato prova di “immensa abilità politica”, Marc Lazar conclude con una sospensione di giudizio, che pensiamo condividano in molti: “Renzi ha tutte le carte in mano per dimostrare che è veramente uno statista (…) Nei prossimi mesi che potremo valutare se Matteo Renzi è all’altezza delle immense aspettative che suscita oggi in Italia, e forse domani in Europa”.

Julie Rasplus, per FranceTV info, trova 4 risposte, che corrispondono a 4 consigli per il PS francese, alla seguente domanda: “Contrariamente al PS, la sinistra italiana ha raccolto una bella vittoria Domenica, in un Paese scosso dalla crisi e dall’austerità. Ma come ha fatto?”,  la giornalista mette al primo posto la capacità di Renzi di “aver saputo approfittare della sua popolarità”, Renzi, arrivato in modo poco “popolare” a Febbraio non ha ancora deluso e beneficia di uno “stato di grazia” che ha sapientemente sfruttato. Ha saputo poi “ridare vita ad una campagna elettorale senza mordente“. Prosegue la Rasplus: “Il Primo Ministro italiano è stato uno dei pochi dirigenti europei ha dare tutto se stesso”, così facendo “è riuscito ad attirare diversi profili di elettori, soprattutto tra gli italiani sensibili al discorso anti europeo di Beppe Grillo”. Terza lezione da tenere a mente per il PS francese l’aver saputo “domare le sue truppe”. Quarto e ultimo punto, “contrariamente al PS francese, il PD italiano ha finito la sua muta e assume una posizione social-democratica, tessendo, tra l’altro, ottimi rapporti con Angela Merkel”.

Anche Philippe Ridet parla di “netta vittoria di Matteo Renzi”. Spiega poi Ridet che dopo la “pugnalata” a Enrico Letta, Renzi non aveva a credito che la sua vittoria a sindaco di Firenze nel 2009 e alle primarie del PD lo scorso Dicembre. “Ma gli mancava l’unzione di un vero scrutinio elettorale. E’ oggi cosa fatta e da non sottovalutare anche in vista del fatto che l’Italia prenderà, il prossimo 1° luglio, la presidenza dell’Unione Europea per sei mesi”.

Giada Zampano sul Wall Street Journal, riassume molto bene i due punti focali di questa vittoria. “Il Premier Matteo Renzi  cercarà di utilizzare la ridondante vittoria del suo Partito alle Elezioni Europee per dare impulso alla sua ambiziosa Agenda economica e permettere all’Italia di giocare un ruolo più importante in Europa”. In effetti  come riporta la Giampano, gli analisti di JP Morgan hanno dichiarato in una nota che “Renzi è alla guida del più grande Partito  del gruppo Socialista europeo  e questo lo riveste di una potenziale importante influenza a livello europeo”.

Sul Financial Times, anche Guy Dinmore e Giulia Segreti  parlano di “vittoria schiacciante” per il centrosinistra che va in “controtendenza” con il trend anti-UE in gran parte dell’Europa. Questo da “al nuovo Primo Ministro italiano sia la necessaria legittimazione elettorale che il mandato di portare avanti le riforme interne”.

Elezioni Europee fuori dal comune un po’ per tutti gli Stati membri, vedi l’entrata dei neo-nazisti nel Parlamento europeo e la grande vittoria dei Partiti euroscettici. Renzi sembra essere un “miracolato” da questa tempesta politica, sociale, esistenziale che ha colpito le popolazioni europee. “L’Italia è il Paese dove poteva accadere di tutto, invece è diventata il luogo che ha inviato il più sorprendente messaggio di speranza”, ha detto Renzi. Buon lavoro a tutti.

Marc Lazar per Slate scrive, nel suo articolo Matteo Renzi, le nouvel espoir del la gauche européenne, “L’Italia non smette mai di stupire. I sondaggi, che registravano una crescente diffidenza degli italiani nei confronti di Bruxelles e una tentazione sempre crescente di uscire dall’euro simile all’atmosfera generale percepita  nel resto dell’Europa, lasciavano presagire un’elezione a rischio per gli europeisti e un rafforzamento degli euroscettici, in particolare del Movimento 5 Stelle che è diventato il primo Partito italiano alle elezioni politiche del Febbraio 2013 con il 25,5% dei voti. E in effetti, il grande vincitore di questo scrutinio contraddistinto da una forte competizione tra Matteo Renzi, Beppe Grillo e, marginalmente, Silvio Berlusconi, è il nuovo Presidente del Consiglio che ha ottenuto il 40,8% delle preferenze, un risultato insperato.” (…) (M. Lazar, Slate fr., 27 Maggio 2014)

La leçon de Matteo Rezni à François Hollande e Manuel Valls, titola la sua analisi per FranceTv, Julie Rasplus. “Matteo Renzi è il nuovo uomo forte dell’Italia. Il Presidente del Consiglio italiano ha superato il suo test elettorale: il Partito Democratico è arrivato primo alle Elezioni Europee, Domenica 25 Maggio, molto distaccato al M5S del comico Beppe Grillo (…) Un successo storico che contrasta con la figura barbina della sinistra francese, nonostante il contesto economico molto simile.” (…)(J. Rasplus, FranceTv info, 27 Maggio 2014)

Titola così il suo articolo, scritto per il Wal Street Journal, Giada Zampano: Italy Premier Gains Impetus for Domestic Agena in Europe Vote. “(…) Renzi  ha preteso un esplicito mandato politico per avviare le riforme che hanno come obbiettivo di portare il Paese fuori dal pantano nel quale si è arenato per tre anni di recessione e mitigare la sua presa di potere lo scorso Febbraio dopo un piccolo golpe avvenuto all’interno del suo Partito (…) La Cancelliera Angela Merkel è stata l’unica altra leader europea che ha ottenuto un buon risultato dal voto europeo (…) dimostrando la forte resilienza di un Partito il cui leader è in carica da almeno un decennio”. (…) (G. Zampano, The Wall Street Journal, 27 Maggio 2014)

Scrive Philippe Ridet su Le Monde: “Gli italiani una espressione per tradurre gli sforzi di coloro che, dopo aver predetto delle catastrofi, tentano di giustificarsi quando gli eventi gli danno torto: ‘arrampicarsi sugli specchi’. E sono numerosi coloro che, Domenica 25 Maggio, dopo la chiusura dei seggi elettorali alle 23, hanno dovuto ‘arrampicarsi sugli specchi’. Tutti quelli che, alla lettura degli ultimi sondaggi, prima che venisse proibita la loro divulgazione il 9 Maggio, avevano prognosticato la disfatta del presidente del Consiglio e Segretario del Partito Democratico (PD, centrosinistra), Matteo Renzi, davanti  all’araldo della lotta contro l’Euro, Beppe Grillo (…) Queste elezioni del 25 Maggio marcano forse la fine, spesso annunciata ma mai iniziata, del berlusconismo (…) Gli italiani sembrano aver decretato che non aveva più l’energia, né l’età per tale ruolo.” (P. Ridet,En Italie, nette victorie de Matteo Renzi, Le Monde, 26 Maggio 2014)

Guy Dinmore e Giulia Segreto analizzano come l’Italia abbia resistito al trend euroscettico, che è prevalso sul resto del Vecchio Continente. “Il risultato è stato visto da alcuni analisti come foriero di un nuovo capitolo della politica italiana, con Renzi che sta trasformando un Partito dominato da ex comunisti in una forza più inclusiva che sta attirando confronti con i democristiani che una volta dominavano l’ordine politico postbellico (…) Ma mentre Renzi, ex Sindaco di Firenze, può rallegrarsi per aver vinto la sua prima elezione a livello nazionale, la sua coalizione di centrosinistra deve ancora confrontarsi con il complesso gioco aritmetico che anima un impallato Parlamento italiano. La riforma del mercato del lavoro è fondamentale per conquistare gli investitori stranieri, ha detto, sapendo benissimo che dovrà superare l’opposizione del più grande sindacato di sinistra e di alcuni suoi deputati.” (…) (G. Dinmore, G. Segreti,Italy bucks the eurosceptic trend with Renzi triumph, Financial Times, 26 Maggio 2014)

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