Brasile tra incertezze, tifo e un po’ di ignoranza

Salvador de Bahia – Il Brasile è stato sempre presentato con l’appellativo “paese del futuro, paese del caffè, del cacao”; ora è il paese dell’incertezza. Mai nella storia del paese, ritornato alla democrazia negli anni 80, vi sono stati tanti dati incerti. Fino a due o tre settimane fa, il risultato elettorale sembrava certo, la rielezione della presidente uscente Dilma Rousseff sarebbe stata la primo turno, adesso, gli ultimi sondaggi, danno per certo il secondo turno, con una forte crescita dei due candidati dell’opposizione, Aezio Neves e Edoardo Campos, e con voci sempre crescenti di “volta Lula”, ossia per il ritorno di Lula quale candidato alla presidenza.

Ma, se il quadro politico è incerto, quello della Coppa è sicuramente di fortissima incertezza, non solo sul risultato, ma anche sulla stessa possibilità di realizzazione della Coppa stessa. Il governo scende ogni giorno in campo per assicurare che tutto è pronto, l’esercito e migliaia di poliziotti sono pronti a garantire la celebrazione dell’avvenimento sportivo. A Salvador de Bahia, per dare un’idea, il giornale locale “A Tarde” titolava così sabato 24 maggio: “La Marina attiva il sistema di sicurezza della Coppa”. In basso specificava: “i fucilieri responsabili per la difesa chimica, biologica, radiologica e nucleare!!!”.

Non la pensano così i vari movimenti che in questi giorni hanno bloccato il paese, e minacciano di farlo di nuovo durante la Coppa. I movimenti sono di due tipi, da un lato movimenti sociali e sindacali che tentano di recuperare lo spazio politico perso nelle manifestazioni del giugno dello scorso anno, dall’altro movimenti chiaramente impegnati a non far celebrare la Coppa con lo slogan: “ no vai a ter la copa” (non ci sarà la coppa), chiedendo ospedali e scuole invece delle gigantesche spese per gli stadi. San Paolo, Rio e altre città sono state bloccate da ogni tipo di manifestazioni, a cui si sono aggiunte quelle contro la Coppa. Tutti annunciano azioni durante la manifestazione. Nessuno avanza previsioni su quello che accadrà dal 12 giugno nelle dodici città in cui si terranno le partite della Coppa di Calcio del 2014.

L’unica certezza è che anche in Brasile è valido il vecchio proverbio toscano che dice che “la madre degli imbecilli è sempre incinta”. È così, infatti, che il grande scrittore brasiliano Paolo Coelho ha chiamato il grande calciatore Ronaldo, il fenomeno, che aveva detto che la Coppa non si gioca con gli ospedali, ma con gli stadi! Il giornale di Rio ‘O Globo’ si domandava dov’era Ronaldo quando fu scelto il Brasile come sede della Coppa, non sapeva che il Brasile è il paese dei ritardi, della lentezza, della burocrazia paralizzata, delle spese gonfiate e folli? Lo stesso aggettivo di imbecilli, forse, dovrebbe essere dato a quelli che si lamentano di dover giocare “nella foresta”, o per il clima soffocante, o per le grandi distanze. Bisogna che qualcuno spieghi agli inglesi che Manaus si trova sì in Amazzonia, ma è una città con due milioni di abitanti e con grandi strutture cittadine. Non sapevano i “criticoni” che il Brasile non è un paese normale, ma quasi un continente e che le distanze tra le città sono maggiori che tra Lisbona e Mosca? Se poi i “signorini” calciatori, pagati milioni di euro, suderanno un po’ non sarà una grande sciagura! Ma il Brasile è un paese con grandi capacità di organizzare grandi eventi, la Coppa ci sarà, sarà una grande Coppa, e che vinca il migliore!

©Futuro Europa®

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